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Consiglio regionale approva Mozione per accorpare Aso e Asl di Alessandria


Nell’atto si evidenzia come “i tentativi compiuti in questi anni per mettere in rete tutti i presidi sanitari per razionalizzare, qualificare e potenziare l’offerta per l’Alessandrino non hanno prodotto risultati soddisfacenti”. Ma le responsabilità “non sono imputabili alle dirigenze” bensì “alla specificità dell’Alessandrino”. Per questo si chiede che l’accorpamento sia “un’occasione di rilettura dei bisogni della domanda e dell’offerta di servizi”. IL TESTO DELLA MOZIONE

09 NOV - Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato una mozione che impegna la Giunta a presentare, entro sessanta giorni, una proposta di deliberazione al Consiglio regionale per accorpare l’Aso e l’Asl di Alessandria. A presentare la mozione Domenico Ravetti (Pd), presidente della Commissione Sanità. Il via libera è arrivato con 24 sì dei gruppi di maggioranza e dei consiglieri del M5s Paolo Mighetti, Federico Valetti e Francesca Frediani e 5 no dei gruppi di minoranza.

Il documento, la cui discussione in Aula era iniziata nella seduta del 24 ottobre, è frutto della constatazione che, si legge nella mozione, “i tentativi compiuti in questi anni per mettere in rete tutti i presidi sanitari per razionalizzare, qualificare e potenziare l’offerta per l’Alessandrino non hanno prodotto risultati soddisfacenti e che la cooperazione tra Asl e Aso è sempre stata debole per il prevalere delle esigenze delle singole aziende”.
 
Le responsabilità di tale situazione, ha spiegato Ravetti, “non sono imputabili alle dirigenze delle aziende sanitarie ma alla specificità dell’Alessandrino. E l’accorpamento, in quest’ottica, non deve costituire la mera somma delle due realtà esistenti ma un’occasione di rilettura dei bisogni della domanda e dell’offerta di servizi basata su una riflessione su quanto si sta facendo nelle due aziende e sulle aree di miglioramento”.

Nel corso del dibattito, riferisce una nota di fine seduto del Consiglio, i consiglieri Massimo Berutti, Gilberto Pichetto e Claudia Porchietto (FI) hanno rivendicato il ruolo dell’Assemblea regionale nella programmazione sanitaria e manifestato la necessità di non privilegiare il territorio di Alessandria rispetto a quelli di Cuneo e di Novara, che presentano problematiche simili, ma di cominciare invece a ragionare in Commissione Sanità sulla realizzazione di un piano omogeneo e strategico a livello regionale.

Valter Ottria (Mdp) ha sottolineato che il documento rappresenta un tentativo di correggere alcune storture presenti nella delibera sull’adeguamento della rete ospedaliera dal momento che è finalizzato alla necessità di garantire sempre più parità di servizi per i cittadini.

Gian Luca Vignale (Mns), osservando che ogni volta che è in gioco la fusione tra una grande e una piccola struttura è di solito la piccola a perderci, ha ribadito con forza che da quando la Regione è uscita dal piano di rientro la programmazione sanitaria compete in maniera esclusiva al Consiglio regionale.

Alfredo Monaco (Scelta civica) ha convenuto sul fatto che non sempre gli accorpamenti si sono rivelati felici ma ha fatto presente che il caso di Alessandria potrebbe riservare grossi benefici permettendo di procedere nell’alveo della legge nazionale in modo propedeutico a quello che potrebbe essere un nuovo piano sanitario.

Per il M5s sono intervenuti i consiglieri Davide Bono e Paolo Mighetti. Il primo per dichiarare la propria non condivisione del documento e ribadire la necessità di lavorare in direzione di un piano sanitario che coinvolga l’intera rete ospedaliera piemontese. Il secondo, che ha anche sottoscritto il documento, per ribadire che l’accorpamento di Asl e Aso di Alessandria è improcrastinabile.

09 novembre 2017
© Riproduzione riservata

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