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Tiroide. Il Club delle endocrinochirurgie premia la Campania

di Ettore Mautone

L’Associazione delle Unità di Endocrinochirurgia Italiane ha espresso un giudizio molto positivo per la Regione e oltre a premiare i Centri del Policlinico e del Cardarelli, ha riconosciuto l’attività svolta da altri 4 Centri regionali sui complessivi  6. “La Regione Toscana, che ha sempre attratto molti cittadini del sud ne ha 4. Siamo fieri”, commenta Maurizio De Palma direttore del Dipartimento di chirurgia generale del Cardarelli.

18 MAG - Scambio d’informazioni e di esperienze tra le principali scuole chirurgiche nazionali, promozione di  percorsi assistenziali e di trattamento chirurgico che offrono i migliori risultati per i pazienti affetti da un tumore della tiroide, percorsi dedicati alla prevenzione, diagnosi e terapia e ai controlli nel tempo: sono questi gli obiettivi dei VI Corso di aggiornamento monotematico dedicato alla terapia dei tumori differenziati della tiroide in programma a Napoli Venerdì 19 maggio a Palazzo San Teodoro alla Riviera di Chiaia a Napoli.
 
Presidenti del Convegno sono Giovanni Docimo, responsabile della Unità dipartimentale di Chirurgia tiroidea presso l’Università Vanvitelli di Napoli e Maurizio De Palma direttore del Dipartimento di chirurgia generale dell’Azienda ospedaliera Cardarelli.

Apriranno i lavori di questo appuntamento scientifico, giunto al suo sesto incontro, assieme ai presidenti del Convegno Giuseppe Paolisso, Rettore dell’Università della Campania “Luigi Vanvitelli” ed il Pro Rettore Gianfranco Nicoletti, il Direttore generale dell’azienda Policlinico dell’Università Vanvitelli Maurizio Di Mauro, il Direttore generale del Cardarelli di Napoli Ciro Verdoliva.

“I principali esponenti delle scuole chirurgiche ed endocrinologiche italiane – sottolinea Docimo - si confronteranno su un argomento di grande attualità quale i tumori della tiroide verificando i risultati delle innovazioni tecnologiche, delle cure più nuove, della chirurgia tradizionale e mini invasiva. Riflettori soprattutto accesi su una nuova tecnica chirurgica che può portare al raggiungimento dei migliori risultati”.

Ma cosa è cambiato nella diagnosi e terapia dei tumori della tiroide negli ultimi anni? “Nel 2015 – avverte ancora Docimo - sono state presentate le nuove linee guida basate sull’evidenza clinica dalla American Thyroid Association con l’intento di uniformare la gestione dei pazienti affetti da questa patologia. Tali linee guida, che hanno proposto importanti novità sia sulla diagnosi che sulla terapia, che sulla gestione dei pazienti affetti da tumore della tiroide. Innovazioni fatte proprie anche dall’associazione medici endocrinologi italiani e applicate anche in Italia. Grazie a queste novità è stata offerta la possibilità di personalizzare la cura di ogni singolo paziente eseguendo quella che si definisce la “tailored surgery” ossia di ritagliare, proprio come un sarto fa per ogni vestito, il trattamento chirurgico e medico che possa offrire a ogni paziente il migliore risultato. A distanza di due anni ci proponiamo in questa occasione di fare un resoconto sui risultati avuti a livello della nostra Regione confrontandoli con il resto della comunità scientifica nazionale nazionale”.

“Oggi – continua Docimo - al momento dell’esecuzione dell’ago aspirato del nodulo tiroideo sospetto è possibile avere avere delle informazioni aggiuntive sulla potenziale aggressività del tumore. Eseguendo dei test molecolari associati all’esecuzione dell’ago aspirato, in particolare ricercando la mutazione di alcuni geni tra cui il Braf V600E, oltre a conoscere il tipo di tumore di cui il paziente è affetto, possiamo sapere se questo rappresenti una forma più o meno aggressiva e su questo dato ritagliare (tailored surgery) il tipo di chirurgia più indicato, asportando parzialmente la tiroide oppure asportandola tutta. Eseguendo o meno l’asportazione dei linfonodi del collo. Anche l’ecografia ha fatto ulteriori passi avanti grazie alla elastosonografia, una recente metodica che, analizzando alcune caratteristiche dei noduli tra cui la durezza, consente una ulteriore diagnosi di sospetto. In sostanza oggi è possibile avere molte informazioni prima e non dopo l’intervento chirurgico come avveniva precedentemente”.
 
Epidemiologia
In base agli ultimi dati epidemiologici il cancro alla tiroide è in aumento in tutto il mondo. In Italia una percentuale di noduli tiroidei compresa tra il 7 ed il 15% dei noduli è un cancro. Si manifestano  7/9 casi  per gli uomini e 20/30 nuovi casi per le donne ogni 100.000 abitanti e tendono a essere più aggressivi negli uomini.  Esistono zone geografiche a maggiore e minore diffusione. L’incidenza è stimata in aumento. La sopravvivenza a 5 anni per le forme differenziate, cioè meno aggressive, supera il 90% a 5 anni. Tale percentuale scende in maniera significativa nelle forme più aggressive, fortunatamente meno frequenti, come i tumori indifferenziati.
 
La situazione in Campania e a Napoli
Da circa due anni il Club delle unità di Endocrinochirurgia italiane, una delle più importanti società scientifiche italiane composta dai principali esperti chirurghi italiani, si è proposta di certificare i Centri Italiani che offrissero i migliori risultati in termini di tecniche chirurgiche, risultati, volumi di attività annua svolta (i centri che eseguono più frequentemente sono anche quelli che hanno un minor tasso di complicanze), analisi delle complicanze. In pratica garantire un bollino di qualità del centro, garantito dalla Società, fruibile e consultabile anche via internet da chiunque lo voglia.

 “Il Club delle Unità di Endocrinochirurgia ha espresso un giudizio molto buono per la nostra Regione – continua De Palma - ed oltre a premiare i Centri del Policlinico e del Cardarelli, ove prestiamo servizio, ha riconosciuto l’attività svolta da altri 4 Centri regionali di cui 3 a Napoli per complessivi 6 Centri campani. La Regione Toscana, che ha sempre attratto molti cittadini del sud ne ha solo 4. Siamo davvero fieri di questo risultato. Negli ultimi anni stiamo arginando la migrazione sanitaria, Napoli finalmente sta divenendo centro di riferimento oltre che per i cittadini campani anche per tutto il mezzogiorno d’Italia.
 
I consigli per i pazienti
Essere informati su questa patologia, eseguire controlli periodici indipendentemente dai sintomi al fine di potere seguire diagnosi precoci, far riferimento ai centri di eccellenza riconosciuti ufficialmente e certificati presenti sul nostro territorio, evitare inutili viaggi della speranza costosi per i pazienti, per le loro famiglie e per la collettività sono i consigli dei chirurghi campani: “La chirurgia mini invasiva, le cui indicazioni sono sempre in aumento – concludono Docimo e De Palma -  potendo quindi essere eseguita in numero di pazienti sempre maggiori e nei centri di Alta specializzazione, si è affermata come una metodica sicura, con incisioni e dolore post-operatorio decisamente ridotti, ottimi risultati estetici e brillanti risultati a distanza.
 
Ettore Mautone

18 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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