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Abuso di alcol. Iss: “Più integrazione tra professionisti, famiglie e associazionismo”


Emanuele Scafato, Direttore Osservatorio Alcol Istituto Superiore Sanità e Direttore CC Organizzazione Mondiale della Sanità, spiega: “È opportuno che le Regioni garantiscano piena attuazione degli interventi specifici previsti nel piano nazionale di prevenzione”.

15 APR - Con l’obiettivo di analizzare l’impatto e le conseguenze cliniche e sociali che il consumo di alcol può avere sul paziente e sul sistema sanitario e di proporre possibili soluzioni si è tenuto a Genova il Convegno ‘Alcol e salue: costi, conseguenze, soluzioni e associazionismo’, realizzato grazie al contributo non condizionato di Mylan. “Questa giornata ha l’obiettivo di identificare i soggetti a rischio per garantire il miglior percorso di cura attraverso un nuovo modo di lavorare che, prevede la stretta interazione (approccio ecologico sociale) tra i professionisti della salute, le famiglie e l’associazionismo”. Ha detto Gianni Testino, Coordinatore Centro Alcologico Regionale – Regione Liguria, Irccs Aou San Martino-Ist

“In Italia, si stima che quasi 1 milione di persone abbiano necessità di essere intercettati negli ambiti di assistenza sanitaria primaria e inviati ai servizi specialistici dove attualmente solo il 10% circa delle persone che avrebbe bisogno di riabilitazione sanitaria e di reinserimento sociale viene curato. È opportuno che le Regioni garantiscano piena attuazione degli interventi specifici previsti nel piano nazionale di prevenzione”. Ha aggiunto Emanuele Scafato, Direttore Osservatorio Alcol Istituto Superiore Sanità e Direttore CC Organizzazione Mondiale della Sanità

“L’indagine sulla popolazione generale 18-64 anni, segnala che il 90% ha consumato alcol nella vita. Il consumo di alcol negli ultimi 12 mesi ha riguardato oltre l’80% delle persone. Come emerge dallo studio Espad Italia 2015, il consumo di alcol tra gli studenti 15/19 anni è molto diffuso e aumenta col crescere dell’età. I maschi consumano più delle coetanee femmine anche se non con significative differenze. Il binge drinking negli ultimi 30 giorni ha riguardato il 34,5% degli studenti 15/19 anni e il 42% tra i 18/19 anni”. Ha raccontato Sergio Schiaffino, Dirigente Settore Assistenza Sanitaria e Socio Sanitaria alle fasce deboli, Politiche Sociali e Famiglia, Regione Liguria

“L’alcol è un fattore di rischio per pancreatite e per la cronicizzazione della malattia, con comparsa d’insufficienza d’organo, con riduzione di produzione di insulina e di enzimi digestivi pancreatici che, comportano la comparsa di diabete e di mal digestione (presenza di grassi nelle feci/steatorrea)”. Ha spiegato Luca Frulloni, Direttore Gastroenterologia dell’Università di Verona

“Mylan è a fianco delle Istituzioni, dei medici, delle famiglie e delle associazioni, per portare all’attenzione di tutti gli attori del sistema salute la piaga dilagante dell’alcolismo e individuarne i migliori percorsi di assistenza e di trattamento”. Ha tenuto a precisare Cinzia Falasco Volpin, Amministratore Delegato Mylan
 

15 aprile 2016
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