De Luca annuncia anche la convocazione a stretto giro, entro l’anno, degli Stati generali della sanità in cui coinvolgere sindacati, medici e addetti ai lavori a cui affidare un ruolo attivo per fare proposte, indicare soluzioni e sciogliere i nodi e colmare le voragini nei Lea prodotti da sei anni di commissariamento. Un capitolo a parte viene inoltre aperto sul fronte scivoloso delle liste di attesa con l’occhio rivolto all’inesorabile esaurimento precoce del budget attribuito a causa dei tetti di spesa attribuiti dalle Asl alle attività svolte in convenzione dalle strutture accreditate per la diagnostica, la specialistica e i ricoveri in Case di cura che alimentano la migrazione dei pazienti fuori regione per circa 300 milioni annui.
Razionalizzazioni di spesa e investimenti per una revisione strutturale del sistema che, nelle intenzioni dell’esecutivo regionale, dovrebbe finalmente dire addio alla stagione dei tagli lineari.
Si comincia appunto dalla cancellazione dell’Arsan, l’agenzia regionale sanitaria guidata da Angelo Montemarano (ex manager dell'Asl Napoli 1 ed ex assessore regionale alla Sanità nella giunta Bassolino scelto alla guida dell'Agenzia sanitaria dalla giunta Caldoro), a sua volta finito di recente nel mirino della Corte dei conti.
Montemarano, nelle settimane scorse, aveva già azzerato, in autotutela, le funzioni dell’organo tecnico dell’assessorato regionale alla Sanità. Ma ora sarà costretto a farsi definitivamente da parte. Una decisione che viene assunta all’indomani alla sforbiciata decisa da De Luca su tutte le società partecipate campane che passano da 43 a 6 di cui una soltanto, la Soresa, gestita dal dipartimento per la Salute.
Va via il 15 per cento delle 5.500 unità di personale e 70 consiglieri di amministrazione per un risparmio stimato di 37 milioni di euro, un milione in media per ogni società dismessa, di cui 7 per i costi di gestione e 30 per il personale.
Risparmi ai quali saranno aggiunti gli 8 milioni circa derivanti dallo smantellamento dell'Agenzia regionale per la sanità. Il governatore non le manda a dire nel definire l'Arsan "una struttura clientelare". "Risparmieremo 8 milioni di euro e ci sarà qualche direttore generale in meno". De Luca aveva chiesto nei giorni scorsi le dimissioni di Montemarano, che invece ha deciso di restare al suo posto.
Nel piano con cui De Luca punta a rivoluzionare la sanità campana sono previsti altri interventi radicali. Come l'istituzione di un nucleo ispettivo regionale (in verità un ritorno al passato in quanto tale nucleo già esisteva ed era stato abolito nel corso degli ultimi anni), che avrà il compito di controllare sia le strutture pubbliche che private, con particolare attenzione ai tetti di spesa.
"Non abbiamo molte risorse e allora bisogna spendere correttamente fino all'ultimo centesimo” sottolinea il governatore, che non manca di stigmatizzare la “cervellotica legge” con cui oggi vengono selezionati i direttori generali delle aziende sanitarie e ospedaliere. "Ci saranno solo due commissioni: la prima si occuperà della revisione dell'elenco degli idonei, che intanto abbiamo riaperto, e la seconda di proporre le cinquine di nomi. L'elenco sarà aperto a tutto il territorio nazionale. Non abbiamo clienti da soddisfare. Vogliamo scegliere i migliori, anche dal resto del Paese".
Il governatore conferma anche la volontà di organizzare, entro la prima metà di dicembre, "gli Stati generali della sanità":"Una giornata intera di lavori, una mobilitazione per coinvolgere e restituire entusiasmo a medici, paramedici, personale amministrativo della Campania. Abbiamo bisogno del contributo di tutti per cambiare le cose".
Dito puntato come detto anche sulle liste di attesa: e qui De Luca snocciola i poco confortanti dati assunti nelle ultime settimane dagli uffici regionali: 217 giorni d'attesa per una visita cardiologica all'ospedale Moscati di Avellino, 700 giorni per una visita oculistica all'Asl Napoli 1, 6 mesi per una cistoscopia all'ospedale di Caserta, 60 giorni per una visita ambulatoriale all'Asl di Salerno. Non deve più accadere. “Anche perché i nostri pazienti così sono costretti ad andare a curarsi altrove alimentando la mobilità passiva, che ci costa 300 milioni di euro all'anno".
Montemarano, alle accuse di De Luca replica a stretto giro: "Accuse destituite di ogni fondamento. Come si fa a risparmiare 8 milioni di euro se il 90 per cento del bilancio dell’Arsan è costituito dai costi per il personale, tutto in comando dalle Asl? Non siamo affatto una struttura clientelare. Non gestiamo nulla. Non facciamo gare, assunzioni, contratti. L'Arsan - conclude Montemarano - è una tecnostruttura che si occupa di fornire servizi di programmazione sanitaria e lo fa nel miglior modo possibile, come ci viene riconosciuto da enti e istituzioni di altre parti del Paese. Per quanto mi riguarda posso dire di aver trovato una squadra eccellente e di aver adottato una linea di sobrietà assoluta, a partire dal mio stipendio".
Ettore Mautone
07 novembre 2015
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