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Lazio. Ipasvi Roma alla Regione: “Non si confondano infermieri e Oss: ricorreremo alle vie legali”


Così la presidente del Collegio Lia Pulimeno, in una lettera invista lo scorso 7 aprile al governatore Nicola Zingaretti. Viene definita "inaccettabile" l'equiparazione tra le due professioni contenuta e delibere 124, 125 e 126 del 24 marzo. “Viene leso fortemente il profilo professionale degli infermieri mortificandone le competenze”. LA LETTERA

17 APR - "Un'equiparazione inaccettabile, che ricaccerebbe la professione infermieristica indietro di decenni, negandole il rango che ha guadagnato sul campo con la formazione universitaria e l'alta specializzazione nell'area dell'assistenza alla persona”. Scrive così Lia Pulimeno, presidente del Collegio Ipasvi di Roma, in una lettera inviata il 7 aprile scorso al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, attaccando le delibere 124, 125 e 126 del 24 marzo con cui la Regione indica i criteri di accreditamento per l'apertura e il funzionamento di "Strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale che prestano servizi socio-assistenziali" e "Strutture che prestano i servizi di mensa sociale e accoglienza notturna, i Servizi per la vacanza, i Servizi di emergenza e di pronto intervento assistenziale e dei Centri diurni", in cui si parla di funzioni di altre figure professionali (come gi Oss) che possono essere svolte dagli infermieri.

Nella lettera Pulimeno chiede a Zingaretti un suo rapido intervento, in assenza del quale il Collegio di Roma “si vedrà costretto ad adire le vie legali per tutelare le funzioni professionali che la legge attribuisce agli infermieri e l'immagine pubblica della professione infermieristica”.

Secondo Pulimeno infatti “non è tollerabile che siano livellate al ribasso le prerogative professionali degli infermieri e il loro ruolo nel Ssr tanto da essere confusi con quelli di figure professionali così diverse come: educatori professionali, operatori sociosanitari, assistenti domiciliari e dei servizi tutelari, operatori socioassistenziali, operatori tecnici ausiliari, assistenti familiari, persone in possesso del diploma quinquennale professionale nel settore dei servizi sociosanitari e titoli equipollenti, persone non in possesso dei titoli indicati, con documentata esperienza almeno quinquennale in strutture socioassistenziali residenziali o semiresidenziali o in servizi domiciliari per le specifiche tipologie di utenza”.

La presidente Ipasvi di Roma sottolinea che probabilmente si è trattato “di un mero errore nella stesura dei provvedimenti”, anche perché, nella loro forma attuale, “stridono fortemente”, afferma, con la nuova stagione di collaborazione tra la comunità infermieristica romana e la Regione Lazio, “sfociata da ultimo nella presa in carico di servizi importanti come le Unità a degenza infermieristica, le Case della Salute e i Dipartimenti dell'assistenza” previsti dalle Linee guida per gli atti aziendali adottate dalla Regione.

“Le chiedo di intervenire con la massima urgenza – conclude la lettera di Pulimeno a Zingaretti - per ripristinare la correttezza delle deliberazioni adottate con le citate disposizioni che ledono fortemente il profilo professionale degli infermieri mortificandone le competenze”.  

17 aprile 2015
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