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Lazio. Il punto sull’emergenza sanitaria. Audizione dell’Ares in Consiglio regionale. “Ogni anno oltre 3 milioni di chiamate, ma abbiamo sempre meno personale”


E' l'allarme lanciato, durante l'audizione in Commissione Politiche sociali e salute, dal direttore generale Corradi. "Alla lunga avremo sempre maggiori difficoltà a far uscire i nostri mezzi di soccorso se non saranno equipaggiati adeguatamente con gli operatori sanitari necessari e resi obbligatori per legge".

11 MAR - Quasi tre milioni di chiamate l'anno e 366.884 richieste di intervento di presa in carico per l'Ares del Lazio nel 2014, con 220 i mezzi in dotazione gestiti o coordinati dalle centrali operative provinciali; 1.929 le missioni di elisoccorso effettuate. Sono questi i numeri resi noti nel corso dell'audizione sul nuovo Atto aziendale predisposto dall'Azienda Regionale Emergenza Sanitaria, all'attenzione della commissione Politiche sociali e Salute, presieduta da Rodolfo Lena (Pd). Ad essere ascoltati alla Pisana, il direttore generale Paola Corradi e il direttore sanitario, Domenico Antonio Ientile.

"A fronte di numeri così importanti - ha spiegato Corradi - abbiamo tuttavia recepito le indicazioni della Regione sulla riduzione del numero complessivo delle Unità operative, realizzando un'architettura organizzativa e funzionale in grado di garantire pienamente l'adempimento della nostra mission, ovvero: l'attività di soccorso, la gestione di maxi-emergenze e grandi eventi, l'attività formativa, i trasporti secondari".

Rispetto all'Atto vigente, datato 2006, è previsto infatti uno snellimento delle Unità operative, che passano da 49 a 27 (-45%). "Abbiamo provveduto - ha continuato il direttore generale dell'Ares 118 - a potenziare l'attività di programmazione, pianificazione e controllo, nonché le dotazioni tecnologiche". Sul fronte organizzativo, il direttore sanitario Ientile ha annunciato la riduzione, mediante accorpamento, delle centrali operative, che passano da sette a quattro: "In questo modo rispondiamo agli standard di riferimento che prevedono una centrale ogni 600mila abitanti. Questo nuovo assetto - ha continuato - dovrebbe agevolare il
passaggio al Numero Unico Europeo 112 e ad una migliore e più efficace distribuzione sul territorio dei mezzi di soccorso sanitarizzati".
I vertici Ares hanno però rappresentato una persistente situazione di grave carenza di personale: tra nuovi assunti e cessati nel 2012 il saldo era negativo (-46 unità) e tale è rimasto nel 2013 (-40) e nel 2014 (-34). "Abbiamo chiesto a più riprese deroghe rispetto al blocco del turnover imposto alla Regione dal Piano di rientro: sappiamo che c'è la volontà di invertire questa tendenza ma è ovvio che alla lunga avremo sempre maggiori difficoltà a far uscire i nostri mezzi di soccorso se non saranno equipaggiati adeguatamente con gli operatori sanitari necessari e resi obbligatori per legge", ha concluso Corradi.
 
Le precedenti audizioni: Rm/H; Rm/D

11 marzo 2015
© Riproduzione riservata

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