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Sicilia. Al via la riforma della rete ospedaliera. Cura dimagrante per i reparti: da 1.340 a 916

di Gennaro Barbieri

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale regionale il decreto dell'Assessorato alla Salute. Lo snellimento dei reparti andrà completato entro il 31 dicembre 2016. Previsti anche accoprpamenti ospedalieri, come Sciacca-Ribera e  Ingrassia-Villa delle Ginestre a Palermo. A breve anche la possibilità di istituire concorsi per medici e infermieri. IL TESTO DELLA RIFORMA

26 GEN - Accorpare gli ospedali e diminuire i reparti. Queste le parole d’ordine del nuovo piano di riforma della sanità siciliana, contenuto in un decreto dell’Assessorato alla Salute già pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Regionale. I reparti delle strutture ospedaliere dovranno scendere, entro il 31 dicembre 2016, da 1.340 a 916, garantendo così alle aziende la possibilità di riformulare le piante organiche. I reparti di cardiologia da 66 dovranno diventare meno di 32, chirurgia generale da 121 a 48, chirurgia vascolare da 24 a 12, medicina generale da 99 a 61, oculistica da 44 a 32, ortopedia da 75 a 48, ostetricia e ginecologia da 65 a 32, otorinolaringoiatria da 44 a 32, pediatria da 52 a 32, urologia da 48 a 32, terapia intensiva da 53 a 32, oncologia da 36 a 16. Aumenteranno invece i reparti di lungodegenza, da 39 a 61 e radiologia. da 5 a 16.

Tra i principali accorpamenti ospedalieri previsti dal piano, emergono: Sciacca-Ribera, Canicattì-Licata, Gela-Niscemi-Mazzarino, Caltanissetta-San Cataldo-Mussomeli, Partinico-Corleone, Termini-Petralia, Ingrassia-Villa delle Ginestre a Palermo. “L’obbiettivo è un abbassamento dei costi di gestione" - ha spiegato l'assessore alla Salute, Lucia Borsellino. Il modello adottato è quello degli “ospedali riuniti” che prevede la completa integrazione dei livelli di cura tra i diversi presidi ospedalieri che appartengono allo stesso modello al fine di completare il percorso assistenziale fra la alta intensità, la media intensità e la bassa intensità (per i pazienti post-acuti), tenendo presente l’integrazione e la multidisciplinarietà tra i diversi apporti affinché i percorsi terapeutico-assistenziali messi in atto si potenzino completandosi.

Il decreto interviene anche sulle case di cura private che saranno tenute a trasformare da acuti a lungodegenti 133 posti letto. Ma la riforma prevede anche un cambiamento radicale per il tessuto lavorativo. I direttori generali di Asp e Aziende ospedaliere potranno infatti, dopo aver ricevuto il placet da Borsellino, valutare le rispettive piante organiche e istituire concorsi per l’assunzione di medici e infermieri.
 
Gennaro Barbieri
 


26 gennaio 2015
© Riproduzione riservata

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