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Firenze. Un cimitero per i bimbi mai nati. È polemica


Il regolamento di Polizia Mortuaria si era già arenato in Consiglio Comunale nel 2012 proprio a causa della prevista area di sepoltura per i "prodotti abortivi". Proposta ritoccata, ma ribadita, anche nel nuovo testo. De Zordo (perUnaltracittà): “Un attacco alla legge 194”. Cgil: “Una scelta raccapricciante”.

30 OTT - Una sezione del cimitero di Trespiano (Firenze) da dedicare alla sepoltura dei feti, cioè dei bambini mai nati. È questa la proposta del Comune di Firenze, contenuta nel Regolamento di Polizia Mortuaria, che sta facendo discutere da tempo. E i ritocchi al testo della delibera non sono bastati a spegnere le polemiche, perché “dal testo sparisce solo la dicitura ma non l'individuazione dell'area di sepoltura per feti a Trespiano”, spiega la capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo. Che sottolinea: “La legge vigente consente già la sepoltura dei feti”. Allora, si chiede De Zordo, “visto che già la legge nazionale con il decreto del Presidente della Repubblica (10/9/1990 , n. 285) consente la sepoltura dei feti, perché si vuole istituire un'area apposita dentro il cimitero comunale di Firenze? Che senso ha un vero e proprio cimiterino con monumenti e altri ricordi se non sancire il principio che un feto è una persona, con tutte le conseguenze giuridiche oltre che culturali che esso comporta?”.

La consigliera comunale spiega che il nuovo Regolamento di Polizia mortuaria, già approvato in Giunta nel 2012, era stato bloccato per mesi prima della discussione in Consiglio per le polemiche suscitate all'interno della stessa maggioranza proprio su questa norma. “Proprio a causa dell'individuazione a Trespiano di una zona dedicata in particolare ai ‘prodotti abortivi’ (così recita il Regolamento), la Giunta si impegnò a modificare il testo che non sarebbe in quei termini stato approvato dalla maggioranza”. Ma il nuovo testo, pur avendo eliminato qualche parola sgradita, continua a prevede un “apposita area, come da planimetria allegata al presente regolamento” nella quale sono consentiti, come era nel testo originario, anche “l’installazione di copri fossa, monumentini e altri ricordi, in conformità delle previsioni previste in via generale per le inumazioni in area concessa a privati”. Nei fatti, “un vero e proprio cimiterino”, afferma De Zordo. Secondo la quale “non è un caso che la norma contenuta nel Regolamento approvato dalla Giunta di Firenze piaccia molto agli antiabortisti, dato che ha una forte valenza ideologica pro-life. E' infatti evidente che questa norma del Regolamento fiorentino contrasta nettamente con la legge 194 e contraddice il principio stesso su cui questa si basa, qualificandosi come un vero e proprio attacco a una norma che difende un principio ancora troppo debole in Italia, cioè l'autodeterminazione delle donne. Inoltre – secondo De Zordo -, finisce inevitabilmente per colpevolizzare chi già affronta una scelta dolorosissima e abortendo compie una scelta legittima ma molto sofferta”. Per questo la consigliera chiede alla Giunta di “ripensarci”. “Nel frattempo – annuncia - presenteremo in Consiglio comunale un emendamento soppressivo al comma 7 dell'art 26 del Regolamento, e che lavoreremo a fianco di quella società civile che vede moltissime persone, donne e uomini, battersi in questa città, per l'autodeterminazione e la laicità”.

Sulla vicenda sono intervenute con una nota anche Cecilia Taranto e Concetta Basile, segretarie nazionali Fp-Cgil. “Pensavamo di aver archiviato il problema. E invece spunta sempre qualcuno che pur di fare la sua crociata specula sulla sofferenza delle persone”. Per le due sindacaliste quella del Comune di Firenze è “una scelta raccapricciante e totalmente inutile. La legge prevede già la possibilità di sepoltura. Inserire in un provvedimento comunale, anche se ammorbidito rispetto alla precedente versione che aveva scateno accese polemiche, un apposito riferimento a un'area adibita a questo fine, vuol dire fare una forzatura su un tema sensibile. Da oggi ogni Comune deciderà autonomamente se un feto è una persona a prescindere dalle leggi dello Stato? Pensiamo – concludono le due sindacaliste – che sia opportuno rispettare il dolore e la volontà delle famiglie, in particolare delle donne, senza alimentare inutilmente scontri dal sapore oscurantista”.
 

30 ottobre 2013
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