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Lazio. San Raffaele annuncia chiusura strutture. In mobilità oltre duemila lavoratori

di Marzia Caposio

Il gruppo accusa la Regione di "non aver rispettato gli accordi sottoscritti". Immediata la replica dalla Pisana. "Somme vantate derivano da fatture della Asl Rmh su cui vi è stato un recente giudizio del Tribunale Civile di Roma che in data 21 marzo ha rigettato le istanze del San Raffaele Spa".

06 AGO - Esplode il caso San Raffaele nel Lazio. Oggi il presidente del gruppo, Carlo Trivelli, al termine di una riunione sindacale ha annunciato la chiusura di tutte le strutture sanitarie, cioè tredici cliniche, e la conseguente messa in mobilità di oltre duemila persone.

''Il mancato rispetto da parte della Regione Lazio degli accordi sottoscritti solo il 31 luglio – ha attaccato Trivelli - priva la San Raffaele della liquidità necessaria per garantire la prosecuzione delle attività del gruppo, che sarà, a questo punto, costretto a chiudere tutte le strutture del Lazio e ad attivare le procedure per la messa in mobilità di più di duemila dipendenti''. Questo il contenuto di un telegramma inviato ai prefetti delle Province interessate, al commissario regionale per la Sanità, Nicola Zingaretti, ed ai direttori generali delle Asl.  Con lo stesso telegramma, la San Raffaele SpA, riservandosi di agire per il risarcimento dei conseguenti danni subiti, ha invitato le Asl “ad attivare urgentemente tutte le procedure per la presa in carico dei pazienti ricoverati presso le sue strutture entro e non oltre 72 ore”.

Immediata è arrivata la risposta dalla Pisana. “La Regione Lazio – si legge in una nota -  non ha alcuna responsabilità circa la decisione unilaterale dell’azienda San Raffaele di sospensione delle attività dovuta a una grave mancanza di liquidità”. Il problema si sarebbe infatti determinato “poiché le somme vantate dal San Raffaele, pari a oltre 11 milioni di euro, derivano da fatture della Asl Rmh su cui vi è stato un recente giudizio del Tribunale Civile di Roma che in data 21 marzo ha rigettato le istanze del San Raffaele Spa. Pertanto quelle cifre non sono somme esigibili dall’azienda che potevano essere inserite tra i crediti ed entrare nel processo amministrativo del dl 35. Ad oggi all’azienda San Raffaele sono stati liquidati oltre 31 milioni di euro e altri cinque sono in pagamento. Abbiamo, infatti, richiesto alla Asl di Frosinone di accelerare le procedure di liquidazione e ottenuto rassicurazione che ciò verrà fatto entro i prossimi due giorni in riferimento al rateo di maggio”.

Per questo dalla Pisana vengono rispedite al mittente le accuse relative alla mancata osservanza di accordi. E, non vengono lesinati toni duri. “La Regione Lazio non è un bancomat, ma è impegnata nella risoluzione delle problematiche nel rispetto delle regole e dei ruoli. Il nostro lavoro non si è mai fermato e puntualmente  si sta verificando, in queste ultime ore, la situazione creditizia delle Asl nei confronti del Gruppo San Raffaele. Chi fa impresa non può pensare di trasferire alla pubblica amministrazione – conclude la nota - il rischio di impresa o la mancanza di liquidità”.
Dura la reazione anche sul fronte sindacale. "E' inaccettabile - tuona una nota dell'Ugl - la situazione che da tempo vivono i lavoratori del Gruppo: dopo mesi di attesa, si aspettavano che entro l'8 agosto fossero corrisposti almeno gli stipendi di maggio, invece arrivano ulteriori preoccupazioni da un continuo rimpallo di responsabilità tra azienda, Regione e Asl, nonché da impegni costantemente disattesi. Richiamiamo tutti i soggetti in campo ad un maggiore senso di responsabilità per trovare una soluzione che scongiuri sia la chiusura delle strutture sia il blocco delle attività di centri di eccellenza per le prestazioni sanitarie erogate. In caso contrario - conclude la nota - non esiteremo a manifestare tutto il nostro dissenso per l'esasperazione a cui si stanno portando i lavoratori e le loro famiglie".

Marzia Caposio

06 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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