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Lombardia. Cure minori irregolari. Simpef: "Problema è prevenzione, non clandestinità"


Bocciata la mozione del centrosinistra per iscrizione a servizio sanitario anche dei bambini senza permesso di soggiorno. Il sindacato dei medici pediatri di famiglia. "Importante è intercettare in tempo insorgere delle malattie, gli strumenti ci sono".

04 LUG - Sono giorni di roventi polemiche in Lombardia per la questione dell’assistenza sanitaria ai figli degli immigrati irregolari. Ieri in aula consiliare è arrivata la bocciatura per la mozione presentata dalla lista civica Ambrosoli, all’opposizione, che chiedeva di far iscrivere al servizio sanitario regionale anche i minori non in possesso del permesso di soggiorno. E sul caso interviene anche il sindacato dei pediatri di famiglia, che chiede di evitare strumentalizzazioni.

“Si tratta di un riconoscimento già presente in Friuli, Umbria e Toscana – ha spiegato l’ex candidato sindaco del centrosinistra – In Lombardia c’è una lacuna che deve essere colmata perché lasciare senza cure continuative un bambino non rappresenta un’eccellenza, ma una barbarie”. La maggioranza composta da Pdl, Lega, Fdi e Pensionati ha votato contro e la mozione è stata respinta.

Secondo Mario Mantovani, vicepresidente regionale e assessore alla Salute, “anche i minori irregolari hanno comunque il diritto di ricevere le prestazioni previste dalla legge, come le cure urgenti e quelle essenziali”. Il capitolo resta però ancora aperto: Il Pd ha annunciato la richiesta di un'audizione con le associazioni che si fanno carico del problema, come la Caritas e i centri Naga, per conoscere i numeri, i costi e i dati epidemiologici di questo fenomeno.

E sulla questione è intervenuto anche il SiMPeF, il sindacato dei medici pediatri di famiglia. Secondo il segretario nazionale, Rinaldo Missaglia, il problema “non può risolversi in una discussione pro o contro la clandestinità. Sono in gioco la salute di bambini innocenti, ma soprattutto della comunità. Non dimentichiamo che questi bambini, se non adeguatamente assistiti e inseriti nelle campagne vaccinali obbligatorie, che peraltro la Regione garantisce a tutti, ma di cui, vuoi per ignoranza vuoi per paura, poche famiglie di irregolari usufruiscono, possono rappresentare potenziali pericoli per la salute pubblica”.

Missaglia ha poi sottolineato come “anche banali malanni, come una semplice influenza di cui dopo l'estate si ricomincerà a parlare, può essere diffusa da chi non è adeguatamente assistito e curato. Inoltre, poter intercettare in tempo malattie evolutive come situazioni di malnutrizione, anemia o malattie endocrine rappresenta un grande risparmio in termini di risorse che dovranno, altrimenti – ha concluso - essere investite successivamente per interventi di cura tardivi”.  

04 luglio 2013
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