Patto Salute. Le Regioni: "Senza risorse non si firma". Stop anche agli standard ospedalieri
La Conferenza dei Presidenti ha ribadito che senza garanzie sui finanziamenti il Patto per la Salute 2013-2015 non si può siglare. Sottolineando anche che il regolamento sugli standard ospedalieri, pur rivisto, non può essere varato prima del Patto. Di fatto è stallo.
13 DIC - È inutile parlare di regolamento sugli standard ospedalieri se prima non si scioglie il nodo più importante per la sanità: quello del nuovo Patto pe la Salute. E così la Conferenza dei Presidenti riunita oggi in seduta straordinaria per esaminare la nuova versione del provvedimento che cambia i connotati dell’offerta ospedaliera italiana, ha messo in stand by le nuove proposte arrivate dal ministero della Salute.
E in
un comunicato stilato al termine dell’incontro, le Regioni ribadiscono "l’insostenibilità del Servizio sanitario nazionale dopo gli interventi delle ultime manovre finanziarie e della spending review". "I tagli - sottolineano - rischiano infatti di mettere a repentaglio l’erogazione di prestazioni fondamentali per i cittadini e per la tutela del diritto alla salute. Le Regioni sottolineano comunque la necessità di arrivare ad un nuovo “Patto per la salute”, per gli anni 2013-15, strumento fondamentale per un efficace governo della spesa pubblica, come dimostrato dai risultati ottenuti negli ultimi anni".
"Ma senza la soluzione delle questioni relative alle risorse finanziarie necessarie per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza - dicono - non solo non sarebbe possibile sottoscrivere il Patto, come abbiamo sempre detto, ma si aprirebbe una situazione di grave e insostenibile incertezza. Sotto questo profilo nella legge di stabilità devono essere ricercate le condizioni minime che consentano, attraverso innovazione e riqualificazione dei servizi sanitari, la tenuta del sistema".
La Conferenza delle Regioni ribadisce poi la necessità e l’urgenza di arrivare ad uno sblocco degli investimenti previsti e già concordati per le strutture sanitarie. Per questi motivi le Regioni fanno appello al Governo e al Parlamento perché siano accolti gli emendamenti presentati e illustrati nel corso dei recenti incontri con i Capigruppo al Senato. Proposte che consentirebbero di ricostruire le condizioni minime per aprire una nuova fase, creando i presupposti che portino davvero ad un nuovo Patto per la salute.
E così si ferma anche la partita sul Regolamento. Le proposte tra l'altro non hanno accolto il placet della Conferenza, come ha spiegato Romano Colozzi, assessore al Bilancio della regione Lombardia “Con la formulazione attuale non c'è intesa. Ci sono richieste differenziate tra le Regioni, adesso ci sarà la richiesta di un’interlocuzione con il ministro sperando di poter arrivare ad una intesa. Prima cercheremo però di riattivare il Patto per la salute”.
Tra le novità del nuovo regolamento da segnalare comunque il cambiamenti sul tetto dei posti letto per l'accreditamento dei privati accreditati per acuti: si parla di una soglia non inferiore a 50 posti letto per acuti (quella inizialmente prevista era fissata in 80 posti letto). Ma questo punto è ancora tutto da discutere: è legato infatti alla concertazione in corso tra ministero della Sanità, dell’Economia e le Regioni.
E sulla soglia dei posti letto per le case di cura private è intervenuto Stefano Caldoro, presedente della Campania: “Non c'è dubbio che servono accorpamenti – ha detto a margine della Conferenza – ma vogliamo discutere nel merito di come questi principi vanno poi applicati: spesso, per privilegiare aspetti puramente economici, si producono danni per i cittadini. Insomma, quando ci sono troppe rigidità non va bene”.
13 dicembre 2012
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