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L’atlante della salute nelle Regioni italiane. Il meglio e il peggio di ogni Regione


23 APR - Ecco, per ogni Regione, la migliore e la peggiore performance in salute registrata dal Rapporto Osservasalute  del Policlinico Gemelli.

Piemonte: la Regione con la migliore organizzazione dei punti nascita. Ma è la Regione dove è più frequente la meningite da Streptococco
Il Piemonte è la regione con un’ottima organizzazione dei punti nascita, infatti la maggior parte dei parti è effettuata nei punti nascita a maggior bacino di utenza e quindi più sicuri. Nel 2009, nella Regione, solo lo 0,25% dei parti viene eseguito in punti nascita con un volume di attività inferiore a 500 casi annui, contro una media nazionale del 7,93%; il 3,85% dei parti è avvenuto in punti nascita con un volume di attività compreso tra 500 e 799 casi annui (14,98% il valore medio nazionale) e il 2,73% dei parti (contro il 10,29% italiano dei parti) è avvenuto in punti nascita con un volume di attività compreso tra 800 e 999 casi annui. Infine il 93,17% dei parti è avvenuto in punti nascita con un volume di attività superiore a 1.000 (66,8% il valore medio nazionale). Quindi, se escludiamo la Valle d’Aosta, che però per ovvi motivi geografici e di densità della popolazione ha un solo punto nascita, il Piemonte risulta essere la regione con il maggior numero di parti effettuati nei punti nascita con volume di attività superiore a 1.000.
L’obiettivo da perseguire per ottimizzare la gestione dei punti nascita a livello regionale è avere un’alta percentuale di parti in punti nascita ciascuno dei quali gestisca annualmente un ampio numero di parti (questi sono i punti nascita in cui si registrano i migliori esiti dei parti perché più è ampio il bacino di utenza di ciascun punto nascita, maggiore è l’esperienza delle professionalità che si concentrano al suo interno).
Da sottolineare, però, in negativo per il Piemonte un elevato tasso di incidenza per la meningite causata dallo Streptococco: la regione presenta un tasso di 47,3 per un milione di individui (dati 2009) contro un tasso medio in Italia di 12,2.

Valle d’Aosta: la Regione dove si fanno più figli. Ma è la Regione con il più alto tasso di ospedalizzazione per patologie alcol-correlate
La Valle d’Aosta è la Regione dove nascono più bambini, infatti in Valle d’Aosta il tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) è pari a 1,62 figli per donna (dati 2009), il tasso maggiore in Italia, e anche il tasso di fecondità delle italiane residenti in Regione è il più alto in Italia (1,49 figli per donna). Il tfr delle straniere è pari a 2,5 figli. Il tfr medio in Italia è 1,41. In Valle d’Aosta l’età media delle donne al parto è pari a 31 anni (età media nazionale 31,2 anni).
Ma in negativo la regione si distingue per i molti ricoveri per malattie correlate al consumo di alcolici: infatti è la regione in cui si registra il maggior tasso di ricoveri per patologie alcol correlate nelle strutture ospedaliere pubbliche ed accreditate: 23,52 per 10 mila contro una media nazionale di 7,48.

Lombardia: la Regione con le Asl più trasparenti su liste d’attesa. Ma la Regione presenta ancora elevati tassi di mortalità per tumori
La Lombardia è la Regione in cui si riscontra una maggiore trasparenza da parte delle Asl nell’informare i propri cittadini delle liste d’attesa per eseguire una certa prestazione.
Infatti, questo è il primo anno che il Rapporto prende in esame la trasparenza di ASL e AO per quanto riguarda le liste d’attesa per le varie prestazioni erogate, trasparenza valutata in base al numero di ASL e AO che pubblicano online dette liste.
In Lombardia il 100% delle ASL (15 delle 15 esistenti) utilizza il web per rendere accessibile il dato ai cittadini (dato 2011) contro un valore medio italiano del 57%. Infine il 62% delle aziende ospedaliere (18 su 29) in Lombardia pubblica tali dati online (dato medio nazionale 44% delle AO).
Ma in Lombardia resta alta la mortalità per tumori: la Lombardia presenta, nella classe di età 19-64 anni, una mortalità per tumori tra i maschi pari a 10,98 per 10 per mila (vs un valore medio nazionale di 10,78 per 10 mila – dati 2008) e una mortalità per malattie del sistema circolatorio di 5,06 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 5,77). Tra le femmine la mortalità per tumori è pari a 8,17 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 7,93 per 10 mila) e la mortalità per malattie del sistema circolatorio di 1,66 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 1,92).

PA di Bolzano: con il numero più alto di sportivi attivi. Ma è dove c’è il maggior numero di consumatori di alcol a rischio fra i giovanissimi
Nella provincia autonoma (PA) di Bolzano vivono gli italiani più sportivi, infatti la PA detiene la maggior quota di popolazione che fa sport in modo costante: nella PA di Bolzano il 38,3% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo, percentuale maggiore in Italia, contro un valore medio italiano di 22,8%; il 24,1% fa qualche attività fisica (valore medio nazionale 28,2%). Nella PA di Bolzano coloro che non svolgono alcuno sport sono solo il 12,3% della popolazione, percentuale minore in Italia, contro una media nazionale 38,3%.
La PA di Bolzano continua però ad avere problemi con l’alcol, soprattutto tra i giovanissimi: infatti la PA di Bolzano (dati aggregati con la PA di Trento) nel 2009 presenta una quota di non consumatori pari al 24,9%, contro un valore medio nazionale del 28,7%. I consumatori sono il 71,7% contro un valore medio nazionale del 68,5%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere) è pari al 25% per i maschi (valore medio italiano 17,7%) mentre è pari al 19,3% per le femmine (valore medio italiano 11,5%) per un totale del 22,3% dei giovani in questa fascia d’età (valore medio italiano 14,7%) – valore più alto in Italia. La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 30,6% dei maschi, (valore medio italiano 20,5%) e all’8,7% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è il 19,7% degli individui in questa fascia d’età (valore medio italiano 12,9%).

PA di Trento: quelli che sfoggiano la silhouette migliore. Ma è dove ci sono più giovani con consumi di alcol a rischio
Nella provincia autonoma (PA) di Trento vivono gli italiani con la silhouette migliore: infatti la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 30,9%, il valore più basso in Italia; il valore medio nazionale è il 35,6%. È obeso il 7,8% dei cittadini, il valore più basso in Italia (ex equo con la Liguria), contro il valore medio italiano di 10,3%.
Ma nella PA di Trento persiste un problema di consumi di alcolici smodati (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere) tra i giovanissimi: la prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni è pari al 25% per i maschi (valore medio italiano 17,7%) mentre è pari al 19,3% per le femmine (valore medio italiano 11,5%) per un totale del 22,3% dei giovani in questa fascia d’età (valore medio italiano 14,7%) – valore più alto in Italia. La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 30,6% dei maschi, (valore medio italiano 20,5%) e al 8,7% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è il 19,7% degli individui in questa fascia d’età (valore medio italiano 12,9%).
Per quanto riguarda la popolazione complessiva, la PA di Trento (dati aggregati con la PA di Bolzano) fa registrare i seguenti valori: nel 2009 presenta una quota di non consumatori pari al 24,9%, contro un valore medio nazionale del 28,7%. I consumatori sono il 71,7% contro un valore medio nazionale del 68,5%.

Veneto: la Regione dalle donne dal cuore più sano. Ma ha molti problemi con l’alcol
Il Veneto è la Regione dalle donne dal cuore più sano: infatti le donne venete presentano la più bassa mortalità in Italia per malattie del sistema circolatorio, pari a 1,42 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 1,92) nella classe di età 19-64 anni. Tra le femmine la mortalità per tumori è pari a 7,83 per 10 mila (vs un valore medio nazionale di 7,93 per 10 mila).
Ma il Veneto spicca in negativo per quanto riguarda il consumo di alcol: infatti il Veneto nel 2009 presenta la quota più bassa in Italia di non consumatori, pari al 23,8% della popolazione, contro un valore medio nazionale del 28,7%. I consumatori sono il 73,6% contro un valore medio nazionale del 68,5%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere) è pari al 25,5% dei maschi (valore medio italiano 17,7%) al 17% delle femmine (valore medio italiano 11,5%) per un totale del 21,4% dei giovani in questa fascia d’età (valore medio italiano 14,7%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 26,7% dei maschi, (valore medio italiano 20,5%) e al 6,7% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è il 16,8% degli individui in questa fascia d’età (valore medio italiano 12,9%). Sono moltissimi anche i consumatori a rischio tra gli anziani (65-74 anni), il 38,3% della popolazione in questa fascia d’età.
Il Veneto è anche la regione dove più persone hanno smesso di fumare: infatti, ha la quota di ex-fumatori maggiore in Italia (anno 2010), pari al 27,9% della popolazione regionale di 14 anni ed oltre (23,4% valore italiano); presenta inoltre una quota di non fumatori pari al 49,7%, mentre la media nazionale si assesta sul 52%. In Veneto fuma il 20,2% della popolazione regionale di 14 anni ed oltre (in diminuzione dall’anno precedente in cui i fumatori erano il 20,7%) contro un valore medio nazionale del 22,8%. Il numero medio di sigarette fumate in un giorno in Veneto è di 11,5 contro un valore medio nazionale di 12,7.

Friuli Venezia Giulia: la Regione con Asl e Aziende Ospedaliere più trasparenti su liste d’attesa. Ma è la Regione in cui è aumentata di più nell’arco di un anno la spesa pro capite per consumo di farmaci
Il Friuli Venezia Giulia è la regione più trasparente per quanto riguarda la pubblicazione online delle liste d’attesa per le prestazioni erogate da Asl e aziende ospedaliere (AO). Quest’anno, infatti, il Rapporto prende in esame la trasparenza di ASL e AO per quanto riguarda le liste d’attesa per le varie prestazioni erogate, trasparenza valutata in base al numero di ASL e AO che pubblicano online dette liste. In Friuli Venezia Giulia il 100% delle ASL (6 Asl su 6) utilizza il web per rendere accessibile il dato ai cittadini (dato 2011) contro un valore medio italiano del 57%. Entrambe le aziende ospedaliere presenti attualmente in regione pubblicano tali dati online (dato medio nazionale 44%) delle AO.
In negativo, però, il Friuli si distingue per il più elevato aumento della spesa per cittadino sui farmaci in un solo anno: nel 2010 la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN in Friuli Venezia Giulia è pari a 193,7 euro (la media nazionale di 215,1 euro), segnando un +4,3% dal 2009 – aumento di spesa in un anno maggiore in Italia.

Liguria: la Regione più parsimoniosa sul consumo di farmaci. Ma è la Regione con più anziani “soli”
La Liguria è la regione più parsimoniosa sul fronte del consumo territoriale di farmaci a carico del SSN (espresso in termini di “DDD/1.000 abitanti die”, cioè come numero medio di dosi di farmaco consumate giornalmente ogni 1.000 abitanti): nel 2010 la Liguria presenta un consumo di 910 DDD/1.000 abitanti die (a fronte di un valore medio nazionale di 952), segnando un +35,4% dal 2001, l’incremento minore in Italia, versus un aumento medio in Italia del 41,3%.
La Liguria, però, che come al solito si contraddistingue come regione più anziana, ha anche il primato negativo della maggior quota di anziani che vivono soli. Infatti la percentuale di persone dai 65 anni in su che vive sola in Liguria è pari al 20,5% dei maschi in quella fascia d’età (valore medio italiano 15,1%), al 43,6% delle femmine (valore medio italiano 38%), per un totale del 34,1% delle persone in questa fascia d’età – percentuale maggiore in Italia, contro una media nazionale di 28,3%.
La quota di persone anziane che vivono sole sul totale della popolazione della stessa fascia di età rappresenta un prezioso indicatore in sede di programmazione dei servizi territoriali di tipo socio-sanitario. Il motivo è che gli anziani che vivono soli sono maggiormente esposti al rischio di emarginazione sociale e, data l’età, all’insorgenza di patologie gravi e invalidanti che possono portare al confinamento e, comunque, alla necessità di assistenza socio-sanitaria anche nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana.
La Liguria ormai da anni detiene il record di regione più vecchia d’Italia: nel 2010 il 13% dei cittadini ha tra 65 e 74 anni (-0,5% dal 2005) – percentuale maggiore in Italia, a fronte di una media nazionale del 10,3%, mentre le persone con 75 anni ed oltre sono il 13,9% della popolazione regionale – percentuale maggiore in Italia (+1,6% dal 2005), contro il 10% medio italiano.

Emilia Romagna: la Regione con la più estesa assistenza domiciliare integrata. Ma è la Regione con la produzione maggiore di rifiuti procapite
L’Emilia Romagna è la regione in cui si rileva la più sviluppata Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) che rappresenta una delle principali modalità assistenziali del sistema delle cure primarie e dei servizi territoriali. Infatti in un anno la regione ha trattato in ADI 2.064 pazienti per 100 mila (2009) contro una media nazionale di 886. Si noti anche che in Emilia-Romagna il tasso di ADI è passato da 1.405 assistibili nel 2006 a 2.064 assistibili nel 2009 (per 100.000), un grande miglioramento che infatti è andato di pari passo con la riduzione del tasso standardizzato di ospedalizzazione passato da 171,2 nel 2006 a 163,6 nel 2009 (per 1.000).
L’Emilia Romagna si distingue, invece, in negativo, sulla produzione di rifiuti: infatti l’Emilia Romagna nel 2009 presenta una produzione pro capite di rifiuti solidi urbani pari a 666 Kg per abitante – valore peggiore in Italia. Il valore medio nazionale per la produzione pro capite è di 532 Kg per abitante. Di buono c’è però il modo in cui i rifiuti vengono smaltiti e l’impegno regionale nella raccolta differenziata. L’Emilia Romagna smaltisce in discarica il 33,6% dei rifiuti solidi urbani prodotti e il smaltisce in inceneritore il 28,1% dei rifiuti solidi urbani prodotti (contro una media nazionale del 14,3%).
Con una quota procapite di rifiuti raccolti in modo differenziato pari a 303,4 Kg per abitante, l’Emilia Romagna raccoglie in modo differenziato il 45,6% dei rifiuti prodotti. Il valore medio nazionale è pari al 33,6%.

Toscana: la Regione con la migliore gestione dei ricoveri a regime ordinario. Ma è quella dove si consumano più antidepressivi
La Toscana è la Regione con la migliore gestione dei ricoveri a regime ordinario: infatti il tasso standardizzato di dimissioni per questa modalità di ricovero è il minore in Italia: 108,1 per 1.000 (valore medio italiano 126,4 per 1.000). Buono anche il tasso di dimissioni ospedaliere in regime di Day Hospital: 41,3 per 1.000, mentre la media nazionale è di 53 per 1.000.
Ne deriva, dunque, anche un ottimo tasso complessivo (ovvero dimissioni da regime ordinario e da day hospital), pari a 149,4 per 1.000 (valore medio nazionale: 179,4 per 1.000).
Ma in negativo la regione si distingue per un elevato consumo di antidepressivi: in Toscana si registra il più alto consumo di antidepressivi in Italia, pari a 55,72 dosi definite giornaliere per 1.000 abitanti nel 2010. A livello nazionale il consumo medio è di 35,72 DDD/1.000 ab/die. Ciò potrebbe essere spiegato dal basso tasso di ospedalizzazioni per tale causa, 36,44 maschi per 10.000 nel 2008 (vs 45,81 medio in Italia), 38,09 femmine per 10.000 nel 2008 (vs 43,11 medio in Italia), che sembrerebbe indicare una gestione ospedaliera solo per i casi più gravi. È altresì vero che l’indagine nazionale PASSI condotta negli anni 2007/2009 e recentemente pubblicata riporta che l’8% degli intervistati in età tra i 18 ed i 69 anni in Toscana riferisce sintomi depressivi. È noto che in alcune zone della Regione sono elevati i tassi di suicidio, per lo più collegati a disoccupazione, difficoltà economiche ed età avanzata.

Umbria: la Regione con il maggior consumo di farmaci generici. Ma è la Regione con l’aumento maggiore di ricoveri inappropriati per insufficienza cardiaca
L’Umbria è la regione in cui si registra il maggior consumo di farmaci generici (ovvero quelli a brevetto scaduto che costituiscono una grossa fonte di risparmio per il SSN): infatti il consumo di detti farmaci si assesta in Umbria sul 55,9% del totale dei consumi, contro una media nazionale del 51,5%. La spesa per questi farmaci è pari al 35,2% della spesa totale (valore medio nazionale 30,4%).
Ma in negativo si noti che l’Umbria presenta un aumento molto elevato nell’arco di un solo anno del tasso di dimissioni ospedaliere potenzialmente evitabili per insufficienza cardiaca senza procedure cardiache (un parametro usato per stimare l’appropriatezza delle procedure e degli interventi preventivi a livello territoriale): la variazione percentuale dal 2008 al 2009 è del 14,8%, passando da un tasso di 11,14 per 1.000 a uno di 12,78.

Marche: la regione con meno anziani che vivono soli. Ma è dove ci sono più giovanissimi maschi con consumi di alcol rischiosi
Le Marche sono la regione con meno anziani che vivono soli: la percentuale di persone dai 65 anni in su che vive sola nelle Marche è pari al 10,8% dei maschi in quella fascia d’età (valore medio italiano 15,1%), al 32% delle femmine (valore medio italiano 38%), per un totale del 22,9% delle persone in questa fascia d’età, le percentuali minori in Italia (media nazionale 28,3%).
La quota di persone anziane che vivono sole sul totale della popolazione della stessa fascia di età rappresenta un prezioso indicatore in sede di programmazione dei servizi territoriali di tipo socio-sanitario. Il motivo è che gli anziani che vivono soli sono maggiormente esposti al rischio di emarginazione sociale e, data l’età, all’insorgenza di patologie gravi e invalidanti che possono portare al confinamento e, comunque, alla necessità di assistenza socio-sanitaria anche nello svolgimento delle normali attività della vita quotidiana.
Ma nelle Marche spicca un dato negativo: è la regione con la maggior quota di maschi giovanissimi hanno comportamenti a rischio per quanto riguarda i consumi di alcolici (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere). Infatti la prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni è pari al 28,1% per i maschi – percentuale più alta in Italia (valore medio italiano 17,7%) mentre è pari al 13,5% per le femmine (valore medio italiano 11,5%) per un totale del 20,7% dei giovani in questa fascia d’età (valore medio italiano 14,7%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 19,2% dei maschi, (valore medio italiano 20,5%) e al 5,9% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è il 12,6% degli individui in questa fascia d’età (valore medio italiano 12,9%).
Considerando la popolazione nel suo insieme le Marche nel 2009 presentano una quota di non consumatori pari al 25,4%, contro un valore medio nazionale del 28,7%. I consumatori sono il 72,2% contro un valore medio nazionale del 68,5%.

Lazio: la Regione con la popolazione che cresce di più. Ma è la Regione con più fumatori
Il Lazio è la regione in cui si registra il maggior aumento demografico, infatti, soprattutto grazie alla componente migratoria, il Lazio ha un saldo medio annuo nel biennio 2009-2010 pari a 9 per 1.000 residenti per anno, il saldo maggiore in Italia (media nazionale di 4,8 per 1.000, l’unica altra realtà italiana in cui il dato è migliore è la PA di Trento con 9,2 per 1000). Il saldo naturale è pari a 0,2‰; il saldo migratorio è pari a 8,8‰.  
Ma in negativo, il Lazio si distingue per un’abitudine molto pericolosa, il fumo: la regione, infatti, presenta una quota di non fumatori pari al 47,1% (anno 2010) della popolazione regionale di 14 anni ed oltre, la percentuale minore in Italia (media nazionale 52%). Nel Lazio fuma il 26,7% della popolazione regionale di 14 anni ed oltre contro, la percentuale maggiore in Italia (valore medio nazionale 22,8%); inoltre rispetto all’anno precedente l’aumento della percentuale di fumatori è significativo (nel 2009 erano il 24,6% della popolazione dai 14 anni in su). Il Lazio ha una quota di ex-fumatori del 23,7% (23,4% valore italiano). Il numero medio di sigarette fumate in un giorno nel Lazio è di 13,5 contro un valore medio nazionale di 12,7.

Abruzzo: la Regione in cui più si è ridotto il tasso di aborti in un anno. Ma è la Regione con la maggiore mortalità infantile e neonatale
L’Abruzzo è la regione che ha ridotto maggiormente il tasso di interruzione volontaria di gravidanza (IVG) in un solo anno. In Abruzzo nel 2009 si registra un tasso standardizzato di IVG pari a 8,66 casi per 1.000 donne (dato stimato) contro un valore medio nazionale di 8,55 casi per 1.000 donne, mostrando la riduzione maggiore in Italia rispetto all’anno precedente (-8,3%).
Ma è sempre sul fronte della salute materno-infantile che l’Abruzzo mostra il suo punto di maggiore debolezza: infatti la mortalità infantile e neonatale è la maggiore in Italia: nel biennio 2007-08 l’Abruzzo presenta un tasso di mortalità neonatale di 3,7 casi per 1.000 nati vivi (dato peggiore in Italia) contro un valore medio nazionale di 2,4; per la mortalità infantile si registra un tasso pari a 4,9 casi per 1.000 nati vivi (dato peggiore in Italia) contro una media nazionale di 3,3 casi.
 
Molise: la Regione con il tasso più basso di interruzione volontaria di gravidanza per le minorenni. Ma è la Regione dove si fanno meno figli
Il Molise è la regione in cui si registra il minor tasso di interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) tra le minorenni (15-17 anni), pari a 1,45 per 1000 per l’anno 2009. la Regione col tasso maggiore (Liguria) sta su livelli ben più alti (7,48 per mille). Il Molise risulta inoltre avere la più bassa percentuale di IVG  per le donne straniere residenti in regione (6%) contro una media nazionale del 33,81%.
Tuttavia si noti che il Molise è la regione italiana dove si fanno meno figli: infatti in Molise il tasso di fecondità totale (ovvero il numero medio di figli per donna) è pari a 1,1 figli per donna – valore più basso in Italia (1,07 per le donne italiane - valore più basso in Italia; 2,01 figli per le straniere) contro un valore medio italiano di 1,41 – dati 2009; in Molise l’età media delle donne al parto è pari a 32 anni (età media nazionale 31,2 anni).

Campania: la regione del Sud che consuma più frutta e verdura. Ma è la Regione con meno sportivi
La Campania è la Regione del Sud che consuma più frutta e verdura, infatti in Campania il 5,4% della popolazione consuma in media le 5 porzioni di frutta e verdura al dì, contro una media nazionale del 4,8%. Solo quattro regioni del Nord (PA di Trento, Emilia Romagna, Lombardia e Piemonte) fanno meglio di lei a tavola quando si tratta di frutta e verdura.
In negativo, però, la regione si distingue in sedentarietà: infatti, per quanto riguarda la pratica di sport in Campania appena il 14,7% della popolazione dai 3 anni in su pratica sport in modo continuativo – valore minore in Italia, contro un valore medio italiano di 22,8%; il 21,8% fa qualche attività fisica contro il 28,2% degli italiani. In Campania coloro che non svolgono alcuno sport sono il 56,5% della popolazione contro una media nazionale 38,3%.

Puglia: la Regione coi maschi dal cuore “più sano”. Ma è la Regione dalle Asl meno trasparenti su liste d’attesa
La Puglia è la Regione in cui i maschi hanno il cuore “più sano”, infatti la mortalità maschile per malattie ischemiche del cuore (12,38 decessi per 10.000 maschi) è la più bassa in Italia (valore medio nazionale 14,75); è basso anche il dato femminile, 7,75 (valore medio nazionale 8,22).
Ma in negativo la Puglia si distingue come regione “meno trasparente” su accessibilità online delle liste d’attesa per le prestazioni erogate da Asl regionali: quest’anno il Rapporto prende infatti in esame la trasparenza di ASL e AO per quanto riguarda le liste d’attesa per le varie prestazioni erogate, trasparenza valutata in base al numero di ASL e AO che pubblicano online dette liste: in Puglia solo il 14% delle ASL – percentuale minore in Italia (1 Asl su 7) utilizza il web per rendere accessibile il dato ai cittadini (dato 2011; +6% dal 2005) contro un valore medio italiano del 57%. Infine delle due Aziende ospedaliere presente attualmente nessuna pubblica tali dati online (dato medio nazionale 44% delle AO).

Basilicata: la Regione con il minor consumo di antidepressivi. Ma presenta il maggior tasso di persone obese
La Basilicata è la Regione in cui si registra il minor consumo di antidepressivi pari a 28,15 dosi definite giornaliere (DDD) per 1.000 abitanti nel 2010. A livello nazionale il consumo medio è di 35,72 DDD/1.000 ab/die.
Ma la Basilicata è la regione con più problemi di obesità, infatti la percentuale di individui (persone di 18 anni e oltre) in sovrappeso è pari al 41,0%; il valore medio nazionale è il 35,6%. Ed è obeso il 12,7% dei cittadini – quota peggiore in Italia, contro il valore medio italiano di 10,3%.
 
Calabria: la Regione dove si fuma meno. Ma è quella che presenta la più alta spesa farmaceutica per cittadino
La Calabria è la Regione in cui si fuma meno, infatti in Calabria si registra la più elevata quota di non fumatori, il 58,2% (anno 2010) della popolazione regionale di 14 anni ed oltre, mentre la media nazionale si assesta sul 52%. In Calabria fuma il 20,5% della popolazione regionale di 14 anni ed oltre contro un valore medio nazionale del 22,8%. La Calabria ha una quota di ex-fumatori del 19,9% (23,4% valore italiano). Il numero medio di sigarette fumate in un giorno in Calabria è di 13,2 contro un valore medio nazionale di 12,7.
Ma la Calabria si distingue in negativo come regione dove si spende di più per i farmaci: come già osservato nel 2009, anche nel 2010 la spesa pro capite per consumo di farmaci a carico del SSN in Calabria, pari a 267,8 euro, è la più alta in Italia (la media nazionale di 215,1 euro), segnando però un -2,7% dal 2009, in controtendenza rispetto a molte regioni in cui invece la spesa va aumentando.

Sicilia: la Regione in cui si bevono meno alcolici. Ma è quella dove si fumano più sigarette al dì
La Sicilia è la Regione in cui si bevono meno alcolici, infatti in Sicilia nel 2009 si registra la più elevata quota di non consumatori pari al 37%, contro un valore medio nazionale del 28,7%. I consumatori sono il 59,9%, percentuale minore in Italia, contro un valore medio nazionale del 68,5%.
La prevalenza di consumatori a rischio di 11-18 anni (ovvero quei giovani che praticano almeno uno dei comportamenti a rischio relativamente al consumo di alcol, come l’eccedenza quotidiana o il binge drinking, o il bere alcolici in sé se ci limitiamo agli under-16 che non dovrebbero proprio bere) è pari al 13,8% dei maschi (valore medio italiano 17,7%) mentre per le femmine è pari al 10.4% (valore medio italiano 11,5%) per un totale del 12,1% dei giovani in questa fascia d’età (valore medio italiano 14,7%). La prevalenza di consumatori a rischio di 19-64 anni è pari al 12,1% dei maschi (valore medio italiano 20,5%) e al 3,1% delle femmine (valore medio italiano 5,3%). Il totale dei consumatori a rischio è il 7,5% degli individui in questa fascia d’età (valore medio italiano 12,9%). Si noti anche che la prevalenza di consumatori a rischio nella fascia di età 65-74 anni è particolarmente bassa in Sicilia per gli uomini e pari al 26,4% di questi anziani contro un valore medio nazionale del 47,7. Non a caso, forse, la Sicilia ha anche il tasso di dimissioni ospedaliere per patologie alcol-correlate più basso in Italia, pari a 4,66 per 10 mila abitanti contro un valore medio nazionale di 7,48.
Ma in negativo la Sicilia si distingue per il maggior consumo pro capite di sigarette al giorno: la Sicilia presenta una quota di non fumatori pari al 55,8% (anno 2010) della popolazione regionale di 14 anni ed oltre, mentre la media nazionale si assesta sul 52%. In Sicilia fuma il 22,7% della popolazione regionale di 14 anni ed oltre contro un valore medio nazionale del 22,8%. La Sicilia ha una quota di ex-fumatori del 19,4% (23,4% valore italiano). Ma il numero medio di sigarette fumate in un giorno in Sicilia è di 14,6 – il dato peggiore in Italia - contro un valore medio nazionale di 12,7.

Sardegna: la Regione che ha migliorato di più la raccolta differenziata. Ma con una gestione delle emergenze da migliorare
La Sardegna è la regione che ha migliorato di più la raccolta differenziata: con una quota procapite di rifiuti raccolti in modo differenziato pari a 212,8 Kg per abitante (2009), la Sardegna raccoglie in modo differenziato il 42,5% dei rifiuti prodotti risultando la migliore tra le regioni del Sud (valore medio nazionale 33,6%). Si tratta di un consistente progresso perché la percentuale di rifiuti raccolti in modo differenziato era pari al 34,7% nel 2008.  Sempre nel 2009 presenta una produzione pro capite di rifiuti solidi urbani pari a 501 Kg per abitante. Il valore medio nazionale per la produzione pro capite è di 532 Kg per abitante. La Sardegna smaltisce in discarica il 42% dei rifiuti solidi urbani prodotti - notevole miglioramento rispetto al 2008 quando era smaltito in discarica il 52% dei rifiuti (contro una media nazionale del 48%) e il 21,4% in inceneritore (contro una media nazionale del 14,3%).
Ma in negativo la regione si distingue per una gestione delle emergenze (uno dei nodi più critici della programmazione sanitaria e si configura come una delle più importanti variabili sulle quali è misurata la qualità dell’intero servizio sanitario) che resta da migliorare: Quest’anno il Rapporto prende pure in esame l’area relativa all’emergenza/urgenza. In Sardegna, infatti, le centrali operative non coprono tutti i territori provinciali della regione: nel 2010 possiede appena 0,25 centrali 118 per provincia, contro una media italiana di 0,93. È dunque particolarmente preoccupante la situazione della Sardegna perché solo un quarto della regione risulta coperta dalla rete 118.
Il bacino di utenza medio in regione per ciascun DEA è di 272768 abitanti – dato peggiore in Italia, si tratta in effetti di un bacino troppo elevato per suggerire una buona presa in carico delle emergenze (il bacino medio di utenza raccomandato per un DEA è di 100/200 mila abitanti).
 

23 aprile 2012
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