Frattura del collo del femore nell’anziano. Aou San Luigi di Orbassano l’80 degli interventi è entro le 48 ore
Raggiunto e superato l’obiettivo richiesto dal Ministero e dalla Regione del 70%. Il restante 20%, spiega l'Aou, “è dovuto principalmente a critiche condizioni cliniche generali preesistenti o coesistenti al momento del trauma che a volte rallentano la preparazione del paziente e/o terapia anticoagulante o antiaggregante assunta dal paziente prima del ricovero”.
12 SET - La frattura del femore nell’anziano rappresenta un evento particolarmente frequente e destinato ad aumentare in relazione all’invecchiamento della popolazione. L’obiettivo richiesto dal Ministero e dalla Regione - raggiungere la percentuale del 70% di interventi chirurgici effettuati entro i 2 giorni dal ricovero per frattura del collo del femore nell’anziano (età uguale o maggiore di 65 anni) - presso la SCDU Ortopedia e Traumatologia dell’Aou San Luigi di Orbassano, diretta dal Prof.
Filippo Castoldi, è stato raggiunto.
Presso l’A.O.U. San Luigi di Orbassano è stato creato un tavolo di lavoro intraaziendale (Ortopedia e Traumatologia, Anestesiologia e Rianimazione, DEA, Sale Operatorie, N.O.C.C. Medicina Fisica Riabilitativa) con il compito di analizzare l’esistente PDTA (Percorsi Diagnostico Terapeutico Assistenziale) dell’anziano con frattura di femore (Aress, Regione Piemonte, 2011) rapportandolo alla realtà aziendale locale allo scopo di creare i percorsi più’ corretti per permettere l’intervento chirurgico precoce nell’anziano affetto da frattura del collo del femore.
“L’analisi dei dati ha permesso di individuare le ‘criticità’ ove poter intervenire per migliorare la percentuale in oggetto”, spiega l’Aou in una nota in cui annuncia che “nel 2017 la percentuale supera l’80%, la parte mancante è dovuta principalmente a critiche condizioni cliniche generali preesistenti o coesistenti al momento del trauma che a volte rallentano la preparazione del paziente e/o terapia anticoagulante o antiaggregante assunta dal pz prima del ricovero. Rari casi il paziente non è operabile”.
Sono inoltre programmati periodici incontri tra le figure coinvolte, allo scopo di monitorare l’andamento dell’indicatore ed apportare gli eventuali miglioramenti necessari al raggiungimento dell’obiettivo
“Si tratta di un gran lavoro di squadra - commenta il Prof. Castoldi - che ha come obiettivo principale la salute del paziente ‘fragile’ e fare della nostra sanità pubblica un'eccellenza. Sono coinvolti direttamente il personale medico e paramedico del PS, gli anestesisti, il personale delle sale operatorie, il Personale del reparto di degenza e chi si occupa del suo turnover ed ovviamente l'Ortopedico/traumatologo. E' solo con l'impegno di tutte queste figure che si può aspirare a raggiungere l'obiettivo”.
Ogni anno nella Regione Piemonte si registrano più di 7000 ricoveri per frattura prossimale di femore. “Le sue conseguenze sulla durata e sulla qualità di vita sono estremamente serie: solo il 30-40% dei soggetti fratturati riprende autonomamente le attività quotidiane, mentre più del 10% non è in grado di rientrare a domicilio. Ad un anno la mortalità dei soggetti con frattura di femore è del 15-25%”, spiega l’Aou.
È da tempo codificato in diverse Linee Guida internazionali la necessità di effettuare l’intervento ortopedico entro 48 ore dall’evento per ridurre le complicanze a breve e medio termine.
Gli elementi chiave per la gestione ottimale del paziente anziano con frattura del collo femore sono:
• pronta valutazione generale (medica, chirurgica ed anestesiologica);
• minimo ritardo per l'intervento chirurgico;
• chirurgia eseguita correttamente e con accuratezza;
• precoce mobilizzazione ed avvio della terapia riabilitativa;
• precoce dimissione con prosecuzione della riabilitazione nel setting più adeguato.
Il processo è stato articolato in cinque fasi, di seguito elencate:
1. Valutazione al Pronto soccorso
2. Gestione pre-operatoria
3. Gestione operatoria
4. Gestione post-operatoria
5. Gestione post-acuzie
12 settembre 2018
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