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Torino. Manifesti no-vax d’avanti l’ospedale Sant’Anna. Esposto dell’Ordine dei medici

Il presidente Omceo Giustetto: “I diversi cartelloni che sono apparsi in città propongono contenuti che generano allarmismo e incrementano la disinformazione a danno della sicurezza. Per questo abbiamo coinvolto l’Autorità Penale. L’Ordine ha infatti tra i suoi obiettivi proprio la tutela della salute pubblica e la promozione di una corretta informazione scientifica”

16 APR - Due grandi manifesti no-vax sono stati affissi nei giorni scorsi di fronte all’ospedale pediatrico Sant'Anna di Torino. “Vaccinarsi è un’azione volontaria non esente da rischi. Informati prima di vaccinare tuo figlio” è il testo scritto a lettere cubitali che campeggia in essi, insieme alla ‘firma’ del Comilva (Coordinamento del Movimento Italiano per la libertà delle vaccinazioni).

Oggi, l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Torino ha deciso di passare al contrattacco denunciando alla Procura la campagna di comunicazione dell’associazione.
 
“Le vaccinazioni sono misure di salute pubblica previste obbligatoriamente per legge”, ha commentato il presidente dell’OMCeO di Torino Guido Giustetto. "I diversi cartelloni che sono apparsi in città propongono contenuti che generano allarmismo e incrementano la disinformazione a danno della sicurezza. Per questo abbiamo coinvolto l’Autorità Penale. L’Ordine ha infatti tra i suoi obiettivi proprio la tutela della salute pubblica e la promozione di una corretta informazione scientifica”. 

 
 “Inoltre - ha aggiunto Giustetto - gli articoli 15 e 55 del nostro Codice Deontologico ci ricordano che ‘il medico non deve sottrarre la persona assistita a trattamenti scientificamente fondati e di comprovata efficacia’  e che il medico promuove e attua un’informazione sanitaria accessibile, trasparente, rigorosa e prudente, fondata sulle conoscenze scientifiche acquisite e non divulga notizie che alimentino aspettative o timori infondati o, in ogni caso, idonee a determinare un pregiudizio dell’interesse generale”.
 
“Il nostro ruolo come Ordine - che non indulge in concetti astratti ma in atteggiamenti concreti di tutela della salute pubblica -si affianca a quello fondamentale dei media. A loro chiediamo però, appellandoci ancora una volta ad un loro codice etico/deontologico – una collaborazione stretta per raddrizzare un fenomeno di false credenze e paure che crea inutili allarmismi a grave danno della salute pubblica”, ha concluso Giustetto.

16 aprile 2018
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