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Biella. Indagine Guardia di Finanza: oltre 300 infermieri e Oss assunti come apprendisti da struttura socio-sanitaria

Un’indagine della Guardia di Finanza ha svelato il modus operandi di una struttura socio-sanitaria finalizzato ad abbattere i costi del personale mediante la corresponsione di una retribuzione più bassa rispetto a quella prevista dal contratto collettivo. Stimata un’evasione di 1,7 milioni in contributi assistenziali e previdenziali non pagati.

03 APR - Una struttura socio-sanitaria del biellese ha assunto, negli anni passati, almeno 331 lavoratori (tra infermieri e operatori socio-sanitari) come apprendisti allo scopo di risparmiare sugli stipendi e i contributi assistenziali e previdenziali. 
 
L’operazione ha consentito alla struttura di evadere complessivamente oltre 1,7 milioni di euro.
 
Lo hanno scoperto i Finanzieri della Sezione Tutela Spesa Pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Biella
 
Nell’ambito di un’attività in materia di spesa pubblica, i finanzieri hanno sottoposto a un controllo la struttura nell’ambito del quale è stato approfondito l’inquadramento del personale assunto ed impiegato nella struttura per verificare se la società che la gestisce fosse in regola con gli standard richiesti dalla normativa vigente, soprattutto nel caso in cui tali prestazioni siano in tutto o in parte a carico del Servizio Sanitario Nazionale.
 
La normativa, spiega la Guardia di Finanza, in merito è chiara e “individua una precisa corrispondenza tra il fabbisogno assistenziale degli ospiti e la misura di assistenza minima da erogare a questi ultimi da parte delle varie figure professionali individuate”. 
 
Fin da subito è apparso anomalo l’inquadramento come apprendisti di gran parte del personale dipendente della struttura, in realtà impiegato effettivamente come infermiere e operatore socio sanitario. Figure, queste ultime, su cui è ricaduto l’interessa delle Fiamme Gialle, “non solo sono figure già professionalizzate - specifica la Guardia di Finanza - ma anche perché i minutaggi da loro erogati sono rendicontati e comunicati costantemente alla Asl locale”.
 
Le indagini hanno consentito di constatare come l’assunzione di infermieri e operatori socio-sanitari come apprendisti fosse abituale nella struttura e che tale modus operandi fosse “finalizzato allo scopo di realizzare un’evasione contributiva ai fini assistenziali e previdenziali nonché di abbattere i costi del personale mediante la corresponsione di una retribuzione ben più bassa (apprendista) rispetto a quella prevista dal Contratto Collettivo Nazionale (infermiere ed Operatore Socio sanitario)”.

03 aprile 2018
© Riproduzione riservata

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