Unico contratto per i medici dell’emergenza
15 DIC -
Gentile Direttore,
l'emergenza territoriale sta attraversando brutti momenti: tutti sono contro tutti, in un sistema ideale, ogni professione troverebbe il suo spazio, il suo ruolo e la sua propria funzione, non sarebbe necessario mettere infermieri contro medici, o contro volontari e viceversa, non si arriverebbe a radiare da un albo professionale un medico per motivi essenzialmente di politica sanitaria, e non leggeremmo articoli su articoli o commenti su commenti a favore di una categoria o a svantaggio di un'altra.
La verità è piuttosto un'altra: serve più professionalità per tutti ma la professionalità ha un costo e chi lo dovrebbe sostenere preferisce soluzioni “tamponi”.
Sul territorio tutte le categorie professionali sono necessarie: dal volontario, all'infermiere, al medico (quest'ultimo serve meno volte) ma la centrale operativa del 118 dovrebbe inviare l'equipaggio giusto nell'intervento giusto.
Sul territorio è già presente il medico di famiglia e della continuità assistenziale , l'attività del medico dell'emergenza non deve confondersi né sostituirsi a queste figure professionali, altrimenti rischiamo di avere una ridondanza di personale medico troppo onerosa e costosa a carico dei cittadini.
Purtroppo i medici di base che si recano a domicilio del paziente sono sempre meno, e anche le chiamate alla continuità assistenziale vengono spesso dirottate al 118, così accade che i pronto soccorso si riempiono di pazienti che in realtà potrebbero essere visti e trattati a domicilio. Il medico del 118 dovrebbe essere chiamato solo per la gestione delle emergenze/urgenze vere, mentre spesso si trova a dover fare il “medico di base con le sirene”.
C'è parecchia confusione anche a livello formativo e giuridico per la figura del medico del 118. Sarebbe troppo semplice e facile stabilire una volta per tutte l'unica strada percorribile per la formazione del medico dell'emergenza/territoriale, ovvero la specializzazione in medicina d'urgenza.
Invece ogni Regione continua a decidere a modo suo: così alcune stabilizzano a tempo indeterminato nell'ambito della convenzione medici a tempo determinato con alle spalle una lunga esperienza professionale ma solo con un corso formativo per l'emergenza di circa 600 ore, altre decidono l'iscrizione in sovrannumero senza borse di studio al corso triennale di medicina generale per stabilizzare nell'ambito sempre della convenzione i medici assunti a tempo determinato.
Si continua a parlare di convenzione nell'ambito di un settore lavorativo dove la libera professione non ci azzecca! Perché non si riesce a capire che il medico dell'emergenza deve essere unico, lo stesso che lavora nei pronto soccorso?
Oggi si sfrutta il lavoro di chi non può godere di diritti perché si tratta di medici senza diritti e se stanno male o si fanno male sul lavoro non ricevono lo stipendio per le ore non lavorate, così per il risarcimento si devono rivolgere alle assicurazioni chiedendo alle ausl certificazioni con richiesta in marca da bollo.
Nella sanità pubblica devono lavorare tutti con lo stesso contratto ovvero quello della dipendenza, ma ciò ha un costo perché prevede formazione e contratti con diritti, lo dice la Costituzione Italiana, scritta saggiamente, ma non saggiamente rispettata neanche dai nostri Governatori Regionali.
Non ci rimane che sperare nella Giustizia, alla quale, noi medici del 118 delle Marche che viviamo la nostra condizione lavorativa con un senso di profonda frustrazione, ci siamo rivolti e ci auguriamo che il nuovo anno ci regali almeno una bella sentenza dalla Corte D'appello di Ancona, quella che ponga fine ad ogni forma di discriminazione nell'ambito lavorativo, perché non è accettabile che nell'ambito di uno stesso settore lavorino medici con diritti e altri con meno diritti.
Qualora il tribunale di Ancona rigettasse la nostra causa mi auguro che la stessa ci venga accolta dalla Corte Suprema di Strasburgo alla quale siamo pronti a rivolgersi come ultimo passo del nostro percorso di lotta, di battaglie e di speranza.
Speriamo che il governo riesca a produrre la normativa che noi medici dell'emergenza ci aspettiamo da sempre, ovvero quella che stabilisca che i medici dell'emergenza devono avere lo stesso contratto con gli stessi diritti e una formazione unica, quella che passa attraverso la specializzazione in medicina d'urgenza affinché tutti i cittadini d'Italia in urgenza possano avvalersi a casa così come in ospedale di personale medico con le medesime competenze: allora si potrà parlare di “continuità delle cure”, altrimenti questo concetto sarà destinato a rimanere teorico e astratto.
Dott.ssa Santina Catanese
Medico E.T.
Marche
15 dicembre 2018
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