143 giovani medici di medicina generale, ancora in formazione o già impegnati sul territorio, uniti con un solo obiettivo: rilanciare le cure primarie. Come? Con i microteam multiprofessionali, la diagnostica di primo livello, la presa in carico a 360 gradi dei pazienti cronici. E, ancora, con una deburocratizzazione che veda, ad esempio, l’abolizione dei piani terapeutici, con la digitalizzazione, con lo sfruttamento delle nuove tecnologie informatiche.
È questo il senso dell’appello lanciato a tutti i medici di medicina generale italiani e, per conoscenza, al Ministro della Salute
Roberto Speranza e al Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo),
Filippo Anelli. Tra i destinatari, visto che i 143 giovani medici sono in maggioranza pugliesi, anche il Governatore
Michele Emiliano.
Una vera e propria chiamata alle armi, a scendere in una piazza virtuale e rivendicare a gran voce un futuro per la medicina generale quale fulcro dei sistemi di cura. Soprattutto, un invito ai colleghi più avanti con la carriera professionale a non arrendersi, a non rinunciare, a farsi trovare pronti in caso di necessità, come è accaduto ora con i test sierologici per il personale delle scuole, secondo i dettami del Codice Deontologico.
Il primo a raccoglierlo è proprio il Presidente della Fnomceo,
Filippo Anelli, che sottoscriverà la lettera aperta non appena ne riceverà copia ufficiale.
“È giusto che i giovani medici vogliano essere protagonisti del futuro, perché è a loro che il futuro appartiene – afferma convinto -. La medicina generale non deve rinunciare al suo ruolo, perché è quello di stare vicino al cittadino nella salute, con la prevenzione, e nella malattia, con la presa in carico e la cura, in una relazione che lo accompagna per tutto il corso della sua vita”.
“Condivido appieno, e credo lo farà anche il Comitato Centrale, i contenuti della lettera aperta, che vanno nella stessa direzione dei Documenti emessi dalla Fnomceo – spiega -. È necessario un cambio di passo, di più, una vera rivoluzione delle cure primarie, che riporti il nostro Servizio Sanitario Nazionale all’avanguardia nel mondo e lo renda flessibile e capace di resistere anche alle nuove minacce, come è stata la pandemia di Covid-19. Pandemia che, se da un lato ha messo in crisi i sistemi sanitari, dall’altro ci ha indicato la via per uscirne e ci ha dato un’opportunità inedita di cambiamento in positivo”.
“Partecipando alla Festa del
Fatto Quotidiano, il Ministro della Salute,
Roberto Speranza, ha auspicato una rivoluzione copernicana del sistema di cure, per adeguarlo alla nuova piramide demografica, alla crescita della cronicità – continua -. Ha auspicato la costruzione di un nuovo Servizio Sanitario Nazionale, il cui cuore sia il territorio e la cui parola chiave sia prossimità. Ha affermato a chiare lettere che il territorio è il centro su cui costruire il Servizio Sanitario del futuro. Siamo d’accordo: è questa la grande sfida che abbiamo di fronte per rivoluzionare il nostro Ssn, rendendolo veramente prossimo al paziente, al cittadino, all’individuo, come recita la Costituzione”.
“Ora dobbiamo essere pronti, accettare la sfida e cogliere quell’opportunità- conclude -. Ce lo chiedono le istituzioni, ce lo chiede il Ministro Speranza, citando le parole di Papa Francesco: “Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla”. Ce lo chiedono, soprattutto, i cittadini, che vogliono avere vicino il loro medico di famiglia, pronto a rispondere alle loro richieste di salute. Ce lo chiedono, ora, i giovani medici che non vogliono svendere il loro futuro e quello della medicina generale. Non lasciamo cadere nel vuoto il loro appello, impegniamoci tutti per dare un futuro migliore alla medicina generale e al nostro Servizio Sanitario Nazionale”.
Qui la lettera aperta.