“Le valutazioni dell'impatto della disabilità sulla quotidianità sono proprie del bagaglio medico legale, anche se il problema oggi è che la tutela della disabilità si sta spostando sull'asse del disagio sociale, a prescindere dalla patologia. È ovvio che agendo in questo modo si rischia di perdere il contatto con l’aspetto medico dell’invalidità e ci si orienta su altre figure come l'assistente sociale e lo psicologo che sono importanti ma devono agire in sintonia con il medico legale che fino a oggi ha guidato l’intero processo”. A sottolinearlo
Arnaldo Migliorini, medico legale e presidente FAMLI, in occasione del Congresso nazionale FAMLI (Federazione delle Associazioni dei Medici Legali Italiani) "Rimani a Rimini" che si è concluso sabato 23 novembre nella città romagnola. L'evento è stato organizzato dal nuovo direttivo guidato dal professore
Arnaldo Migliorini e patrocinato dalla Società Italiana di Medicina Legale e delle Assicurazioni (SIMLA) che è stata presente col professore Francesco Introna, presidente SIMLA e col dott.
Franco Marozzi, vicepresidente e responsabile della comunicazione della Società Scientifica.
In apertura spazio al primo tema di grande rilievo per cittadini e professionisti: la questione dell'invalidità civile e handicap nel minore legata al ruolo del medico legale che, anche in seguito ai decreti attuativi alla legge delega sulla disabilità, rischia di essere sempre più marginalizzato. Attualmente, infatti, l'orientamento generale sembra ridurre il peso della valutazione della patologia della persona rispetto al contesto sociale di riferimento.
La competenza del medico legale nelle pratiche di invalidità, ha sottolineato Migliorini, “è una garanzia per il cittadino anche perché non esistono titoli equipollenti che certifichino la medesima competenza e formazione”.
Valutazioni che hanno un peso per le famiglie e che si ripercuotono inevitabilmente anche nell'ambiente scolastico dove non sempre i genitori sono consapevoli delle effettive problematicità dei figli che rischiano di pesare negativamente, oltre che sulla persona con problematiche, anche sul contesto popolato da insegnanti e studenti.
"In ambito scolastico – ha evidenziato il professore
Bruno Magliona, medico legale - questo processo passa attraverso una serie di valutazioni che sono in parte demandate ai servizi di medicina legale e di neuropsichiatria infantile. Reputiamo il nostro ruolo particolarmente delicato, considerando inoltre che un minore con disabilità fornito di un adeguato supporto ha maggiori possibilità di integrazione e di interazione all’interno dell’ambiente, soprattutto quello scolastico, ove viene inserito".
Esiste un problema a più ampio raggio che riguarda anche la componente numerica dei medici legali deputati alla valutazione dell'invalidità. Peraltro, dal 2026, come previsto dalla legge, la valutazione passerà interamente all'Inps che non avrà più il filtro delle commissioni di prima istanza delle ASL, accomunando nell'ente di previdenza nazionale la prima istanza e validazione, rischiando così di ingolfare ulteriormente il sistema. “A livello governativo si dovrebbe anche cercare di capire qual è la reale situazione della medicina legale italiana per quanto riguarda il personale medico legale che opera nelle ASL e nell’INPS che risulta, allo stato, assai deficitario - evidenzia il dott.
Vittorio Marchesotti, medico Legale già Dir. ASL Alessandria -; allo stato dei fatti, secondo la mia personale esperienza, diventa impossibile accorciare dei tempi di attesa o anche semplicemente mantenere gli attuali che sono già lunghi per effettuare le valutazioni sulle pratiche d’invalidità".
Ad attraversare i focus dei tre giorni di lavori una grande tematica che riguarda problematiche di metodo e dottrina che coinvolgono l'intera comunità medico legale.
"La materia medico legale è complessa e oggi assistiamo a una progressiva specializzazione di tanti colleghi che diventano esperti e punti di riferimento in un particolare settore della medicina - prosegue il professore
Arnaldo Migliorini, medico legale e presidente FAMLI - e questa è una tendenza che si avverte in tutte le specialità. Tuttavia, come medici legali non dobbiamo dimenticare che questa complessità non deve far perdere la visione che tutti i colleghi devono avere e che si basa sull'unicità della scuola intesa come metodo e dottrina. Le grandi associazioni di medicina legale devono porsi appunto come obiettivo di raccordare il metodo con dei punti di riferimento comuni da cui partire. Confermiamo la massima libertà interpretativa dei dati del singolo ma occorre un grande rigore perché la raccolta avvenga tramite strumenti di elaborazione e azione che siano comuni a tutti".