Milano. Ogni giorno finiscono nei fiumi 6,5 kg di farmaci e 400 grammi di droghe
È il risultato di uno studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri. Senza interventi si rischia la contaminazione delle falde profonde con possibili effetti sulla qualità dell’acqua potabile.
30 GEN - Ogni giorno la popolazione di Milano riversa nei corsi d'acqua che percorrono la città 6,5 kg di farmaci, 1,3 kg di disinfettanti e di sostanze chimiche utilizzate per la cura della persona, 200 g di sostanze perfluorurate, 600 g di plastificanti, 400 g di droghe di abuso, oltre a circa 13 kg di nicotina e caffeina.
Sono questi i numeri salienti di un studio condotto dall’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri in collaborazione con il Servizio Idrico di MM (ex Metropolitana Milanese). La ricerca, finanziata da Fondazione Cariplo, ha valutato l’inquinamento dei cosiddetti nuovi inquinanti (comprendenti farmaci, droghe, disinfettanti, prodotti chimici per la cura della persona, sostanze perfluorurate e plastificanti, oltre a caffeina e nicotina) nel sistema acquifero dell’area urbana milanese e della loro distribuzione nel corso di 5 anni.
Nello studio, in corso di pubblicazione sulla rivista Water Research, i ricercatori hanno analizzato le acque dei fiumi che percorrono l’area Milanese, le acque fognarie prodotte dalla città di Milano e le acque delle falde da cui si estraggono le acque potabili per verificare la presenza di circa 80 sostanze.
“Tutte queste sostanze vengono utilizzate quotidianamente in quantità elevate e possono essere immesse nell’ambiente tramite gli scarichi urbani”, ha spiegato
Sara Castiglioni, a capo l’Unità di biomarkers ambientali dell’Istituto Mario Negri. “Parte del carico di inquinanti deriva dai depuratori che ricevono le acque fognarie prodotte dalla città di Milano contenti inquinanti in notevoli quantitativi. I depuratori contribuiscono a ripulirli prima del loro scarico nell’ambiente ma solo parzialmente e molti inquinanti, in particolare i farmaci, le droghe e i prodotti chimici utilizzati per la cura della persona permangono nelle acque trattate e sono riversati in canali e fiumi con ripercussioni sugli ecosistemi. A ciò si aggiungono anche altre fonti di inquinamento, tra cui gli scarichi diretti delle attività zootecniche ed industriali”.
“La contaminazione dei fiumi impatta sull’ambiente ma anche sull’uomo, dato che l’inquinamento dei fiumi è correlato a quello delle falde acquifere”, ha aggiunto
Ettore Zuccato, Capo Laboratorio di Tossicologia Alimentare. “Fortunatamente al momento il trasporto di inquinanti sembra riguardare più la falda superficiale e meno la profonda, da cui si ottiene l’acqua per il consumo umano e quindi ad oggi la qualità dell’acqua può definirsi buona. Si rischia però in futuro anche l’interessamento della falda profonda, con possibili effetti sulla qualità dell’acqua potabile e sulla salute umana. Al momento - ha proseguito Zuccato - i dati mostrano che non ci siano rischi associati a queste sostanze ed è con un monitoraggio continuo che sarà possibile garantire la qualità della nostra acqua. Tra gli interventi possibili vi è la regolamentazione degli scarichi in ambiente, migliorando le capacità di rimozione dei depuratori e controllando gli scarichi diretti, ma anche sensibilizzando i consumatori a una maggior attenzione per utilizzo e smaltimento di farmaci e di altri prodotti chimici che possono inquinare l’ambiente”.
30 gennaio 2018
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