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Il PNRR e gli ospedali. Il caso della Regione Marche

di Claudio Maria Maffei

29 OTT - Gentile Direttore,
i tempi per la predisposizione da parte delle Regioni dei piani per l’utilizzo dei fondi del PNRR stanno avvicinandosi alla presumibile scadenza. Sono del resto già usciti in bozza i criteri di riparto dei fondi tra le diverse Regioni. Anche se il focus strategico del PNRR è soprattutto sulla rete dei servizi territoriali, importanti risorse vengono destinate agli ospedali sia per il loro adeguamento strutturale che per quello tecnologico e digitale.
 
Del resto il rapporto tra rete ospedaliera e PNRR è molto stretto oltre che per le risorse che il Piano destina agli ospedali, anche per le risorse umane che la rete ospedaliera assorbe influenzando la loro disponibilità per l’area dei servizi territoriali dove sono previste innovazioni organizzative importanti (Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedali di Comunità, telemedicina).
 
Il PNRR non fornisce indicazioni sulla riorganizzazione della rete ospedaliera, ma assume per così dire che la sua programmazione sia coerente con la normativa vigente e quindi con il DM 70 del 2015. Tanto è vero che nel paragrafo dedicato all’investimento per l’ammodernamento digitale del parco tecnologico ospedaliero, si fa esplicito riferimento alle strutture sanitarie sede di Dipartimenti di emergenza e accettazione (DEA) di I e II livello.
 
Inoltre, lo stesso intervento in attuazione dell’art. 2 del decreto legge n. 34/2020 prevede l’adozione di un piano specifico di potenziamento dell’offerta ospedaliera tale da garantire: il potenziamento della dotazione di posti letto di terapia intensiva e semi-intensiva (pure destinato alle strutture di primo e secondo livello); il consolidamento della separazione dei percorsi all’interno del pronto soccorso e l’incremento del numero di mezzi per i trasporti secondari. In sintesi nelle Regioni per l’utilizzo dei fondi del PNRR accanto all’ intervento per il ridisegno della “nuova” rete dei servizi territoriali ci deve essere un intervento per l’adeguamento della “vecchia” rete ospedaliera alle disposizioni vigenti.
 
La disponibilità della bozza del “nuovo” DM 70 conferma in larghissima misura le indicazioni del Decreto in vigore confermando la articolazioni delle reti ospedaliere regionali in ospedali di base, di primo e di secondo livello. Conferma inoltre la previsione di strutture di area particolarmente disagiata e di strutture con compiti complementari e di integrazione. I criteri per la classificazione degli ospedali di primo e secondo livello sono a loro volta sostanzialmente confermati assieme a quelli per la identificazione delle strutture dotate di Pronto Soccorso.
 
E’ inoltre sancita la impossibilità di riaprire piccoli ospedali o punti nascita già chiusi. Per le Regioni che si sono già adeguate alle indicazioni del DM 70 l’uso dei fondi del PNRR destinati agli ospedali si configurano effettivamente come una sorta di bonus una tantum per una manutenzione straordinaria della rete ospedaliera, ma per tutte le altre è prima di tutto un intervento di riprogettazione di tale rete.
 
Il caso della Regione Marche è, per così dire, un caso di scuola. La sua rete ospedaliera non è mai stata classificata in applicazione del DM 70 e l’ultima ricognizione fatta con la DGR 1554/2018“conta” undici ospedali di primo livello più uno di secondo, cui va aggiunto un ulteriore ospedale di primo livello con il cantiere ancora aperto. Tredici ospedali tra primo e secondo livello contro i dieci compatibili con i bacini di utenza minimi previsti dal DM 70 (150.000 abitanti) e confermati dalla bozza del nuovo Decreto.
 
Questa rete ha trovato  conferma negli programmazione degli interventi di edilizia sanitaria e ospedaliera riportata in un cosiddetto Masterplan, in cui non solo non si è fatto alcun riferimento al DM 70, ma anzi è stato usato il termine ospedale anche per 11 piccoli ospedali chiusi e riconvertiti da tempo, uso che la bozza del nuovo Decreto prevede esplicitamente di non fare per evitare elementi di incertezza per l’utenza. In coerenza con il proprio programma elettorale la attuale Giunta ha non solo bloccato il ridisegno della rete ospedaliera avviato dalla precedente Giunta che prevedeva di arrivare a dieci ospedali tra primo e secondo livello, ma ha anche buttato un seme per la riapertura di qualche piccolo ospedale.
 
Quindi mentre i tempi per la predisposizione dei Piani Regionali attuativi del PNRR si stanno facendo stringenti, si registra nelle Marche una totale assenza di analisi, confronto e riprogettazione sulla “vecchia” rete ospedaliera. In sede di monitoraggio del Piano queste criticità vanno identificate e risolte. Nel portale Italia Domani, il portale del PNRR, c’è un documento a slide in cui la 60 è dedicata all’ ‘‘Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero’’ preso proprio come iniziativa rappresentativa  del ruolo degli enti locali.
 
Nella slide si dice che “Il Ministero della Salute e le Regioni/ASL concluderanno un Contratto istituzionale di sviluppo tra in cui saranno elencati i siti ospedalieri idonei, gli obblighi assunti dalla Regione per garantire il raggiungimento del risultato atteso, i criteri di valutazione e di monitoraggio e le sanzioni in caso di mancata realizzazione degli obiettivi concordati”.
 
Bene, tra i criteri da includere nei Contratti deve figurare la coerenza dei piani di investimento regionali sugli ospedali con le indicazioni della programmazione nazionale e quindi con quelle del DM 70 e delle sue eventuali modifiche e integrazioni. E forse è il caso che le Regioni questo lo sappiano subito così magari si regolano.
 
Claudio Maria Maffei

29 ottobre 2021
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