Cure palliative ed eutanasia
di Bruno Nicora
15 SET -
Gentile Direttore,
le cure palliative non rappresentano un suicidio assistito e nemmeno l'eutanasia. Ma sono un modello di cura dedicato ai pazienti in fase terminale teso a abbattere o ridurre tutto il corredo sintomatologico che amplifica il malessere psicofisico del paziente e della sua sfera familiare.
Con l'entrata in vigore il 31 gennaio 2018 della Legge 219 ogni cittadino italiano ha diritto a esprimere la propria autodeterminazione nel proseguire o meno trattamenti diagnostico-terapeutici anche in previsione di un eventuale fase clinica in cui avrà perso la capacità di manifestare in maniera comprensibile le proprie volontà. Il disegno di legge sull'eutanasia attualmente all'esame in Senato sembrerebbe voler essere un supplemento legislativo alla legge 219 con il fine di codificare e normare decisioni personali sulla propria vita definendo anche ruoli e responsabilità del personale sanitario.
Tuttavia il disegno di legge è meritevole di un analisi.
Recita all'articolo 3 comma 1 :
“
1. Il paziente, maggiore di età e capace di intendere e di volere, le cui sofferenze fisiche o psichiche sono insostenibili e irreversibili, o che sia affetto da una patologia caratterizzata da inarrestabile evoluzione con prognosi infausta, ha diritto di richiedere il trattamento eutanasico.”
Emerge un disequilibrio tra il ruolo del medico delineato nell’art. 2 comma 1 della legge 219:
"
Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico.A tal fine, e' sempre garantita un'appropriata terapia del dolore, con il coinvolgimento del medico di medicina generale e l'erogazione delle cure palliative di cui alla legge 15 marzo 2010 n. 38”.
Nell’art. 5 comma 1, del disegno di legge, mcompare l'aggettivo “palliativo” che non trasmette la reale portata di un modello assistenziale (sia residenziale che domiciliare) qual è il sistema sanitario delle cure palliative:
Art. 5.1: “
Il medico,prima di praticare il trattamento eutanasico al paziente, è tenuto ad accertare che sussistano le condizioni di cui all'articolo 3 e che permanga l'intenzione di chiedere il trattamento eutanasico, informandolo sulla sua situazione clinica e sulle sue prospettive di vita, nonché sulle possibilità terapeutiche ancora attuabili e sui trattamenti palliativi e sulle loro conseguenze.”
All’art.7 comma 1 lettera e, si richiama la non punibilità del personale medico che abbia adeguatamente informato il paziente delle strategie terapeutiche alternative(con riferimento chiaro al trattamento palliativistico).
Conclusioni: è auspicabile che vi sia un raccordo più armonioso tra la Legge 219 e questo disegno di legge, invitando i medici (avvalendosi anche delle consulenze specialistiche) a proporre il sistema di cura palliativistico riducendo (e magari annullando) la sofferenza legata a uno stato patologico irreversibile e mantenendo il più possibile la coscienza per poter comunicare le proprie volontà, i propri pensieri fino a quando le condizioni cliniche e psicologiche lo permetteranno.
Le cure palliative per vocazione si adattano al paziente e alle sue esigenze prendendosene cura sia in strutture come gli Hospice (con un assistenza continua) sia a casa, con i propri familiari e gli affetti più cari. È conveniente che l’alternativa offerta dalle cure palliative venga presa in considerazione da tutti quei pazienti che invocano un termine alla loro esistenza, vivendo in prima persona l’equivalenza “fine della vita fine uguale a fine della sofferenza fisica”.
La portata operativa del sistema palliativistico italiano è descritta dai seguenti dati: nel 2015, il numero totale di pazienti in fase terminale assistiti al proprio domicilio è stato pari a 33.138 ,nel 2016 è aumentato a 38.198 unità, nel 2017 il sistema”cure palliative” ha seguito a domicilio 40.849 pazienti.
Rispetto al 2014 si registra un aumento del numero totale di cittadini seguiti pari al 32,19%. Inoltre la disciplina palliativistica ha visto aumentare il numero degli Hospice fino a 240 strutture in tutta Italia offrendo 2.777 posti letto nel 2017. (fonte: Ministero della Salute”Rapporto al Parlamento sullo stato di attuazione della legge 38/2010”).
Le cure palliative sono un modello di cura proprio del fine vita ma non inducono un termine anticipato dell'esistenza bensì permettono che il paziente possa mantenere la sua dignità di uomo e cittadino tutti i giorni fino all’ultimo.
Bruno Nicora
Medico Palliativista
15 settembre 2021
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