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Legge 194. I dati confermano il successo di questa legge. Noi ginecologi orgogliosi per quanto fatto per la cura delle donne

di Antonio Chiantera, Nicola Colacurci, Elsa Viora

03 GIU - Gentile Direttore,
sentiamo il dovere di intervenire su quanto recentemente affermato in merito alla legge 194/78 in quanto rappresentanti della ginecologia italiana. La legge 194/78 scaturisce da una discussione profonda all’interno del mondo politico degli anni ’70, poi confermata dal referendum del 1981, volta a stabilire “norme sulla tutela sociale della maternità̀ e sull'interruzione volontaria della gravidanza”.
 
È corretto e inevitabile fare oggi, a distanza di oltre 40 anni, una riflessione, ed abbiamo a disposizione i dati relativi all’anno 2018 presentati nella Relazione del Ministro della Salute a giugno 2020.
 
I dati presentati derivano dal Sistema di sorveglianza epidemiologica delle IVG (attivo dal 1980) che coinvolge l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), il Ministero della Salute, l’ISTAT, le Regioni e le Province Autonome.
 
Nel 2018, in Italia, sono state notificate 76.328 interruzioni volontarie di gravidanza, con un tasso di abortività pari a 6 IVG ogni 1000 donne di età compresa fra 15 e 49 anni di età. Tali valori sono in costante e graduale diminuzione rispetto agli anni passati: nel 1982 il tasso era 17 per 1000.
 
La riduzione è quindi stata di oltre il 60% e rappresenta quindi uno dei più grandi successi relativi alla prevenzione di un esito indesiderato in sanità pubblica.
 
Questi dati sono motivo di orgoglio per tutti noi ginecologi, operatori sanitari che abbiamo contribuito con il nostro lavoro quotidiano alla informazione, alla prevenzione ed alla cura della salute delle donne.
 
Ma è anche motivo di orgoglio come Paese perché attualmente i dati italiani sono tra i più accurati e completi a livello mondiale e ci permettono quindi di avere a disposizione strumenti di valutazione sulla interruzione volontaria di gravidanza in Italia.
 
Certamente molto può e deve essere fatto!
È fondamentale implementare i Consultori, in termini sia di personale sia di strutture, in modo che vi sia una distribuzione omogenea in tutto il territorio italiano ed i servizi siano realmente accessibili a tutte le donne.
 
La drammatica situazione economica che stiamo vivendo pesa, ancora una volta, di più sulle donne: in Italia vi è il tasso di occupazione femminile più basso d’Europa e sta ulteriormente scendendo.

La denatalità ha molteplici cause, fra cui lo scarso sostegno economico-sociale alla genitorialità e non dipende certamente dalla legge 194.
 
Crediamo fermamente che la salute delle donne vada tutelata e questa tutela passa anche attraverso leggi che normano eventi drammatici quali l’interruzione volontaria della gravidanza. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fin dal 1994 si è posta il problema dell’aborto sicuro (“safe abortion”) individuando nell’aborto clandestino (“unsafe”) una causa importante di mortalità materna.
Tanto volevamo precisare e le inviamo cordiali saluti.


Prof. Antonio Chiantera
Presidente SIGO
 
Prof. Nicola Colacurci
Presidente AGUI
 
Dr.ssa Elsa Viora
Presidente AOGOI

03 giugno 2021
© Riproduzione riservata

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