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Covid. Il rischio (lontano dai riflettori) dei medici di bordo

di Salvatore Fedele

06 MAG - Gentile Direttore,
in questi giorni l’Inail ha reso noto i dati riguardanti questi mesi di pandemia da coronavirus. Nella fase di emergenza, sono pervenute all’Istituto oltre 28mila denunce di infortunio per contagio COVID-19, la metà delle quali (45,7%) riguardano infermieri e altri tecnici della salute, seguiti da operatori socio–sanitari (18,9%), medici (14,2%) e operatori socio–assistenziali.

Prendendo in considerazione le diverse attività produttive, il settore della sanità e assistenza sociale, in cui rientrano ospedali, case di cura e case di riposo, registra il 72,8% dei casi di contagio sul lavoro. Questi dati rappresentano la parte emersa della tragedia che ha colpito tutti gli operatori della sanità in Italia, mentre nel “sommerso” si celano quei contagi non rilevabili dall’Inail noti spesso solo alle specifiche categorie colpite e raramente oggetto di amplificazione da parte dei media.

In questa zona d’ombra rientra la categoria dei Medici di Bordo, esposta al Covid-19 nel silenzio generale e con dati di contagio altrettanto rilevanti seppur mai notificati puntualmente. Medici che si sono trovati e si trovano a dover fronteggiare una crisi sanitaria di tale portata a bordo di navi (dalla crocieristica ai ferries) sparse per i mari del mondo e con scarse risorse a disposizione.

Un lavoro portato avanti con grandi sacrifici ed in condizioni di fortissimo disagio, pagando un prezzo altissimo in termini di contagio e decessi. E ancora oggi, in cui la piena forza del Covid-19 sta flagellando buona parte del mondo, la prospettiva di una fase di ripartenza a bordo di navi non adeguate sotto il profilo sanitario e organizzativo appare dai contorni quanto mai incerti e pericolosi.

Siamo chiamati ad attrezzarci al meglio e rapidamente per garantire a bordo la salvaguardia della salute di ogni componente, dall’equipaggio, agli operatori sanitari, ai passeggeri, categorie specifiche che richiedono specifiche modalità d’approccio e di intervento sanitario. Una sfida sanitaria che deve essere affrontata senza indugi e con grande tempestività.

Riteniamo sia necessario aprire immediatamente tavoli di confronto tra le diverse Compagnie di Navigazione e le Associazioni Sindacali di categoria medico-sanitaria. Tavoli di confronto mediante cui redigere protocolli operativi che, in forma chiara e il massimo rigore scientifico, contengano nei loro articolati la precisa declinazione delle azioni necessarie alla realizzazione di un’organizzazione di bordo quanto mai sicura per il Medico e per gli altri operatori sanitari, qualora presenti, nei casi di emergenza epidemica.

E’ necessario che vengano individuati con precisione gli spazi dedicati al personale sanitario (infermerie o hospital, a seconda della tipologia della nave) quelli del personale marittimo e quelli dei passeggeri.

Si tratta di un passaggio ineludibile al fine di garantire assieme l’efficienza del servizio e la salute di tutte le persone presenti a bordo. Nel quadro della forte vocazione marittima di Genova e della Liguria, a nostro avviso, sottovalutare l’aspetto sanitario di bordo rappresenterebbe una grave, ingiustificata, colpevole carenza .

Dott. Salvatore Fedele
Medico di bordo, Cisl Medici Liguria


06 maggio 2020
© Riproduzione riservata

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