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Enpam e Coronavirus. Abbiamo i soldi per sostenere i nostri iscritti ma la legge ci impedisce di farlo

di Giampiero Malagnino

15 MAR - Gentile Direttore,
la pandemia sta mettendo in evidenza in maniera drammatica l’impreparazione dei sistemi sanitari di tutti i paesi con governi e sistemi democratici a dare risposte rapide ed efficaci. Probabilmente non solo le organizzazioni sanitarie, ma anche le forme di governo e le norme che regolano la vita dei cittadini, non sono adeguate a queste situazioni. Probabilmente non sono state previste, ma neanche immaginate.
Non è un caso se solo gli eserciti hanno previsto precise procedure in caso di epidemie: ma in questo caso sarebbero provocate dal “nemico”!
 
Ma non voglio affrontare temi che non sono di mia competenza: agli esperti e alla politica il compito, per uscire da questa crisi, di affrontarli e risolverli. Io penso che nulla dovrà e potrà essere come prima ma che dobbiamo fin da ora prevedere il futuro che sarà.
Voglio qui discutere di che cosa può fare l’ENPAM, cassa di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri, in questa fase.
 
Certamente deve “assistere” i colleghi che, per un intervento dell’autorità competente, non possano lavorare: sia per una chiusura totale di un territorio (zona rossa), sia perché “quarantenati “.
 
Ha già procrastinato e forse dovrà ulteriormente rinviare per quanto reso possibile dallo statuto della Fondazione le scadenze dei versamenti dovuti per il fondo generale (quota A, dovuta da tutti gli iscritti, e quota B, dovuta da chi ha un reddito da libera professione): mai come ora ci potrebbe essere un problema di liquidità e, quindi, rinviare i versamenti significa alleggerire, certamente non risolvere, questo problema.
 
In questa direzione il CDA di Enpam, venerdì 13 marzo, ha già deciso all’unanimità, come riportato da QS sabato 14. Ma certamente questi interventi non sono sufficienti a dare “tranquillità” ai colleghi che esercitano la libera professione, specie se lo fanno in via esclusiva. La preoccupazione sulla durata dell’emergenza e, soprattutto, di quello che ci aspetta alla fine di questa fase sta attanagliando i colleghi. Preoccupazione per i propri collaboratori che potrebbero non riuscire più a mantenere, preoccupazione per le altre spese fisse del proprio studio, fino alla preoccupazione della propria famiglia! Problemi e incertezze che non abbiamo mai avuto così diffuse e che coinvolgono tutti i professionisti, ma anche tutte le attività autonome.
 
Enpam, con il suo presidente Alberto Oliveti, si sta battendo perché le iniziative che il governo sta prendendo interessino anche i professionisti tutti (Alberto è anche presidente dell’ADEPP, l’associazione delle casse dei professionisti): paghiamo le tasse come singoli e le paghiamo come categoria (nel 2019 Enpam ha pagato circa 180 milioni di tasse!): abbiamo il diritto di essere tutelati almeno come tutti gli altri cittadini! Le risorse che verranno dallo sforamento del bilancio sono risorse che dovremo restituire negli anni. E le restituiremo anche noi. Dobbiamo quindi usufruirne anche noi. Ora.
 
Contemporaneamente Enpam e Adepp hanno chiesto, e si stanno battendo, perché una parte del rendimento del patrimonio possa essere utilizzato per andare incontro ai problemi degli iscritti provocati dalla pandemia e perché ci diano anche la possibilità di utilizzare almeno quel surplus di patrimonio che non dovesse servire a mantenere la sostenibilità e l’equilibrio attuariale.
 
Mi chiedo perché dobbiamo accumulare patrimonio quando le risorse servono ora? Il governo e il parlamento devono tutelare i professionisti e devono contemporaneamente dare la possibilità alle casse di intervenire in maniera efficace dove gli interventi statali non arrivano!
 
La stessa battaglia la stanno facendo le associazioni e i sindacati di categoria. Alcuni di questi si stanno battendo per la sopravvivenza fisica dei loro iscritti: i colleghi Medici di Medicina Generale e i tanti colleghi ospedalieri che stanno dando l’anima, il cuore e, purtroppo, la vita in questa battaglia contro il virus cominciata e spesso continuata senza armi di difesa adeguate. I colleghi, medici e odontoiatri lombardi emiliani si sono letteralmente sacrificati per consentire al resto d’Italia di avere più tempo per organizzarsi! Non lo possiamo dimenticare.
 
Alcuni colleghi ci suggeriscono, o, addirittura, “esigono” di non rispettare le norme che regolano l’attività di tutte le casse, sfidando i ministeri vigilanti sulla base della urgenza e delle necessità della libera professione. A tutti costoro dico di battersi insieme a noi perché sia lo Stato a tutelare i professionisti come tutti le attività autonome e perché ci dia gli strumenti per sostenere i colleghi in maggiore difficoltà! È facile “esigere”, più complicato governare per ottenere maggiore autonomia senza correre il rischio di essere poi accusati di non aver rispettato le norme.
 
E se le richieste che abbiamo presentato non fossero comprese fra le prossime scelte di Governo lo diremo con chiarezza.
Enpam vuole intervenire: vuole farlo e richiede di poterlo fare. Non chiediamo soldi, ma di cambiare quello che oggi ci impedisce di intervenire.
A nome di tutti i colleghi Medici e Odontoiatri italiani chiediamo al Governo di consentirci di intervenire.
Vorremmo concludere esclamando: CE LA FAREMO!
Caro Governo: autorizzaci ad intervenire.
Giampiero Malagnino
Vicepresidente Vicario Enpam


15 marzo 2020
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