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L’assalto alla professione medica. Chi salverà noi Medici “DOC”?

di Barbara Balanzoni

05 DIC - Gentile Direttore,
vorrei rispondere al dr. Filippo Anelli perché non concordo sulla sua replica di su Quotidiano Sanità in merito al possibile e futuristico percorso formativo per le professioni sanitarie.  A 14 anni ho scelto  di frequentare il liceo classico perché volevo essere preparata per l’Università. A 19 anni sono entrata a Medicina, a 25 mi sono laureata a 30 anni ero anestesista rianimatore.
 
Nel 2000 mi sono iscritta all’Ordine dei Medici. Era bello. All’inizio, era tutto bello. Ognuno di noi sapeva che fare. Sapeva chi era.  Il Medico era tale  perché proveniva da una Facoltà lunga, eterna. Lo specialista, era una specie di Dio perché aveva superato anche lo scoglio della scuola di specializzazione, un incubo.
 
Ma, alla fine, perché arrivava una fine, si diventava un Medico specialista e nessuno e niente poteva inficiare questa certezza. Saremmo diventati tutti Medici Specialisti. Nel frattempo sono nate varie triennali. Corsi di laurea per coloro i quali il motto era “ma si…andiamo all’Università anche se non abbiamo tanta voglia di studiare perché un pezzettino di carta può sempre servire”. E così, con una banale triennale si è potuto diventare “dottori”.  Dottori come noi? No.  Sicuri?? Boh. 
 
Noi, Dottori DOC non ci abbiamo fatto caso all’inizio. In fin dei conti, ruoli e responsabilità restavano ben distinti.  In fin dei conti, noi Dottori DOC, eravamo rispettati da tutti. Poi, come all’improvviso, perché nessuno di noi laureati del secolo scorso (io nel 1999) sapremmo dire quando esattamente è accaduto, ci siamo ritrovati circondati da camici bianchi indossati da non medici. E ci siamo chiesti, perché? Perché tutta questa gente indossa il camice? Boh.
 
Hanno cominciato a indossare il camice le caposala, gli amministrativi, gli infermieri, i tecnici di radiologia. E noi a chiederci: perché? Boh. Poi abbiamo iniziato a essere considerati noi il problema, noi gli intrusi, noi quelli che causavano fastidio e noi quelli che ostacolavano la crescita delle altre professioni orami pronte a sostituirci.
 
All’ improvviso il Medico non era più il Medico di prima, perché qualcuno aveva deciso che fosse il momento per l’emancipazione delle professioni sanitarie. I ruoli hanno cominciato a essere confusi. A noi restava tutto chiaro, era agli altri che era sopraggiunto il “tarlo” del comando.
 
In realtà noi, dottori DOC, nemmeno sapevano che esistessero tutte queste professioni sanitarie perché tra guardie, turni, notti…chi aveva il tempo di tener dietro alle creazioni di tutte queste “professioni sanitarie"? Così, noi Dottori DOC ci siamo ritrovati circondati da persone con il fonendoscopio al collo (che poi mi chiedo: ma a che ti serve, esattamente, se non sai distinguere i suoni e la pressione manualmente quasi nessuno la prende più?) che credevano di poter prendere decisioni al posto nostro. Anzi, meglio di noi.
 
Noi, dottori DOC, inebetiti. Tuttavia,  presi dalle notti, dalle guardie e turni senza riposo, non siamo riusciti a interpretare i segnali della politica che dimostrava come fossimo noi, dottori DOC, quelli da arginare e da contenere, perché costavamo troppo e facevamo medicina difensiva, che costa troppo.
 
Eh già, perché in tutti questi anni, mentre noi venivamo spremuti come limoni o anche, diciamolo, schiacciati come vermi da certe “direzioni sanitarie” impegnate a risparmiare su di noi per guadagnare in bonus per se stesse, il contenzioso sanitario si è impennato ed è ormai socialmente accettato che davanti agli ospedali ci siano cartelloni pubblicitari che incitano alla denuncia del Medico.
 
Un giorno, infine, ci siamo trovati senza Medici specialisti perché accedere alla scuola di specialità è diventato evento raro, quasi miracoloso. Nel frattempo ci hanno pensato le Regioni: non ci sono i Medici specialisti? Mettiamo gli infermieri. Anzi, dai, inventiamo gli infermieri specialisti e facciamola finita. 
 
E i Medici non specialisti ? Quando potranno specializzarsi?  Boh…  Ci ha pensato l’assessore Venturi, medico radiato ma poi graziato dalla Consulta. I medici sono stati tolti dalle ambulanze perché per la politica non servono. 
 
Basta l’infermiere. Per le ecografie? Basta l’infermiere. Che ci vuole?  Per inserire cateteri venosi centrali? Basta l’infermiere, con l’ecografo.....(basta dire che l’inserzione è  periferica ..... ma pur sempre centrale è!).
 
Tutto ciò è avvenuto nel “nuovo regime” e la nuova propaganda recita quotidianamente: “Gli infermieri sono la risorsa più preziosa per i nuovi modelli assistenziali perché stanno accanto il paziente e ne captano le necessità”. Abbiamo ora l’infermiere di famiglia, di parrocchia, di quartiere…. 
 
Ma allora il Medico? Il Medico no… è una figura antistorica, super costosa e umanamente spesso poco empatica. E così, in questa mistificazione della realtà, siamo arrivati ad oggi Filippo. Dove io, Barbara Balanzoni, anestesista rianimatore, ho deciso di non far finta che vada tutto bene o che gli infermieri salveranno il mondo. 
 
Per un motivo solo ma sostanziale, dr. Anelli.  Perché gli infermieri non hanno la cultura per salvare il mondo. Possono fare gli infermieri ma non i Medici. E non serve una riforma del sistema universitario per fare l’infermiere. Serve una riforma per fare specializzare i nostri medici, Filippo. Questi mancano: i Medici Specialisti. Non gli infermieri specialisti.
 
Non si salva il mondo perché si costa poco. Si Salva il mondo perché si ha la cultura per salvarlo. E noi Medici l’abbiamo. Da sempre. Piuttosto dimmi: chi ha deciso che fare un’ecografia non è un atto medico?  Che somministrare Morfina in ambulanza senza prescrizione medica  non è un atto medico? Chi ha deciso che fare  triage al pronto soccorso, e somministrare farmaci senza prescrizione prima della visita non è un atto medico ? Chi ha deciso che l’ecocardiografia non è un atto medico? I medici?  No, noi non l’abbiamo deciso.  Lo stiamo subendo. 
 
No, scusa, i cittadini lo stanno subendo. Chi ha deciso che un paziente  in pronto soccorso non abbia diritto ad essere visitato da un medico ma dal solo infermiere ? Ma toglimi una curiosità, Filippo, gli infermieri quando stanno male…non vanno dal Medico? A me pare di sì. 
 
Però, a quanto pare, i cittadini possono farne a meno e possono essere visitati solo da infermieri se un altro infermiere ha deciso di essere di fronte ad una “urgenza minore”.
 
Credo che sarà la Magistratura Penale ad aiutarci a comprendere quali atti siano “atti medici” e quali non lo sono. Il sonno dei medici genera mostri. Cerchiamo di svegliarci, noi Dottori DOC, perché di DOC sta rimanendo solo l’apatia e la rassegnazione. Non sono questi i motivi che ci hanno portato a iscriverci a Medicina, caro Filippo Anelli.  
 
Ti stiamo chiedendo aiuto anche per bocca di tutti quei cittadini che puntano su di noi, noi che siamo Medici DOC.
 
Dr. Barbara Balanzoni
Medico anestesista rianimatore 

05 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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