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L’omeopatia, la scienza e l’invettiva

di Andrea Dei

04 FEB - Gentile direttore,
mi permetta di esprimere un commento alla lettera titolata “Omeopatia. Un dibattito inutile” apparsa sul Suo giornale, nella quale il Dott. Salvo Di Grazia risponde alla lettera della Dssa. Silvia Nencioni a supporto dell’efficacia delle terapie utilizzando farmaci omeopatici. La lettera della Dssa. Nencioni per la verità era una risposta alla lettera del Dr. Sarti, medico e consigliere della Regione Toscana, pubblicata anche essa sul Suo giornale.
 
Premetto che la lettera non mi è stata segnalata dalla Dssa. Nencioni, dal momento che, conoscendola, non aveva e non ha nessun bisogno di farlo. Viceversa non ho la fortuna di conoscere il Dr. Di Grazia, anche se poi mi sono ricordato che è stato autore di un articolo simile sul periodico Previdenza, con il quale la FNOM-Ceo cura la salute delle anime dei propri iscritti pubblicando, senza contraddittorio visto che la vera scienza non è democratica, non già consigli per mantenere in salute un popolo di medici vecchierelli, ma compulsioni che ai più sembrano lesive della deontologia professionale di una parte dei propri iscritti, i medici omeopati appunto. Da una rapida indagine ho scoperto che il Dr. Di Grazia è un medico che “cerca la verità” (c’è scritto così) e che è autore di numerose pubblicazioni scientifiche. La tecnologia a disposizione di tutti mi ha permesso di appurare che apparentemente non è autore di nessuna pubblicazione scientifica, ma che in realtà è un opinionista che ama scrivere, fra l’altro con stile apprezzabile, contro le bufale della medicina non ortodossa.
 
Questo punto mi porta a sottolineare un aspetto importante: l’opinionista si esprime, si sente, si piace e vede il mondo in discesa, visto che si è posto su un piedistallo. Per contro, chi ha passato cinquanta anni della propria vita, come ho fatto io, dentro un laboratorio sa benissimo che il mondo è in salita e il provare a interpretarlo utilizzando il sentimento della propria teocrazia intellettuale non produce vantaggio. Tuttavia anche fare l’opinionista è un mestiere lodevole, che va apprezzato. Solo che bisogna saperlo fare, perché è un mestieraccio: bisogna studiare, leggere, informarsi perché i gatti neri ti aspettano sempre fuori della porta. Così non è lecito predicare contro l’agopuntura come ha fatto e fa il Dr. Di Grazia da anni, quando la neurologa Maiken Nedergaard, cattedratica a Rochester e Copenaghen, ha scoperto da dieci anni che la sua efficacia è dovuta all’ aumento a livello stellare della concentrazione di adenosina. Visto che suddetta scienziata è in predicato per essere candidata al Nobel per la scoperta del sistema glimfatico, certe figuracce da persone poco pratiche andrebbero evitate.
 
Sono un professore di chimica generale in pensione e devo riconoscere che per quello che riguarda l’omeopatia ho condiviso le attuali opinioni del Dr. Di Grazia e del Dr. Sarti per anni. Devo anche riconoscere che tale sentimento era originato in gran parte dalla improponibilità delle teorie che gli omeopati ortodossi facevano circolare e che molti di loro irresponsabilmente sostengono tuttora. A due medici come il Dr. Sarti e il Dr. Di Grazia non si può chiedere troppo e l’invettiva può apparire ai più giustificata. Tuttavia ero convinto che un atteggiamento autoreferente tipo “Questo lo dice lei” come ha fatto la on. Castelli con il Sen. Padoan, e come scrive il Dr. Di Grazia nella sua lettera, non costituisse la risposta migliore. Talchè anni fa, ispirato da alcune tesi di farmacologia, ho smesso di pontificare e mi sono tirato su le maniche per andare a vedere come stavano le cose partendo dal presupposto di scoprire cosa c’ era in un medicinale omeopatico e se aveva un affetto biologico. I risultati, sviluppati presso il Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Firenze e confermati dagli studi di altri laboratori, sono pubblicati su riviste internazionali e sono controintuitivi: i farmaci omeopatici contengono sempre, anche alle più alte diluizioni, un numero rilevante di molecole di principio attivo e che queste molecole vanno a interagire sul substrato biologico come predica la farmacologia tradizionale.
 
C’ è solo in più il fenomeno dell’inversione dell’effetto, detto ormesi, che ormai, tutti i libri di farmacologia riportano dopo averlo negato per anni. Bastava andare a vedere, ma questo a un opinionista non gli viene in mente, specie se sa di già la verità e non ha bisogno di leggere la letteratura. Questa scoperta verrà discussa a Firenze il prossimo 15 marzo (io coordinerò l’ evento) in un seminario nel quale saranno relatori sia il Professor Bellare (Indian Institute of technology), che per primo ha messo in evidenza la presenza di principio attivo in concentrazione rilevante nei farmaci omeopatici   e il Professor Calabrese (Università del Massachusets), noto per aver riscoperto il fenomeno dell’ormesi e per aver sottolineato l’ immensità dell’ impatto sociale della scoperta sulla salute degli utenti. Uno ha preso il premio Marie Curie e l’altro il premio per l’Enlargement of Human Life. Il seminario si svolgerà nell’ ambito del Congresso dal titolo “L’omeopatia cambia verso” organizzato dalla SIOMI. Il l Dr. Di Grazia è invitato ad attendere all’ evento. Il Dr. Sarti lo sa già.
 
Andrea Dei
Professore di Chimica Generale
Università di Firenze

04 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

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