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San Camillo a Roma. Siamo primi anche quest’anno…

di S.Petrolati, F.Medici e B.Schiavo (Anaao)

09 OTT - Gentile Direttore,
la delibera N. U00223 del 16/06/2017 della Regione Lazio, da noi attesa e temuta, come i quadri di esame dopo la maturità, ci vede anche quest’anno primi. Il San Camillo Forlanini anche per il 2016 è la azienda con maggiore deficit di Italia. Primi. Anche noi vogliamo la stelletta, quella che si merita quando si vincono 10 scudetti. Più grande, visto che li abbiamo vinti per 10 anni consecutivi.
 
Se si somma il deficit degli Ospedali San Camillo e San Giovanni, si arriva al 50% del deficit complessivo della regione Lazio, che anche grazie a noi rimane la Regione con maggiore deficit in Italia.
 
Vi invitiamo a leggere la delibera regionale che illustra il disastro nostro e delle altre 5 aziende ospedaliere “canaglia” (seppure meno canaglie di noi che sempre primi siamo.)
 

 
Eppure siamo (sempre primi) quelli che nel 2017 avremo un “Risultato economico” di meno 17,9 milioni. Non basterà visto che anche per il 2018 prevediamo un ulteriore riduzione dei costi per 5,91€/mln.
Ma non siamo all’anno zero, veniamo da anni di tagli su tagli.
 
Negli ultimi 5 anni per esempio, abbiamo tagliato tutto.
 
Abbiamo chiuso un intero ospedale, il Forlanini. Abbiamo chiuso reparti su reparti, siamo passati da 9 reparti di medicina di 10 anni fa ad 1, per esempio. Abbiamo chiuso in media un reparto di medicina l’anno.
Solo negli ultimi 5 anni siamo passati da 859 a 761 medici con un taglio di 98 medici, il 12%.
 

 
Ma non è finita perché la prossima manovra di “risanamento” prevede ulteriori tagli del personale. Sempre nel documento leggiamo: Contenimento della spesa per il personale nel 2017 risparmio di 2,71 milioni di euro che diventeranno nel 2018, 8,12 per arrivare nel 2019 a 12,25 milioni di euro. I malati verranno educati all’autogestione.
 
I direttori generali che si sono alternati, pur con ottimi e onorevoli trascorsi gestionali alle spalle, non hanno avuto altro compito dalla regione che operare tagli continui e sacrifici per chi restava a lavorare. L’ospedale , rassegnato a subire ogni nuovo tagliatore di teste, di posti di dignità, di professionalità, va avanti per inerzia, senza una guida regionale, senza un programma (se non di tagli) senza una prospettiva di rilancio credibile, con personale chiuso in se stesso con il solo sogno rivolto alla pensione, alla fuga, all'abbandono.
 
Molti dei nostri migliori medici trovano porte aperte altrove alle carriere chiuse al San Camillo. Sono oggi primari in tante tantissime altre realtà regionali. Abbiamo regalato primari a Firenze, Rimini, Lecce, Ostia, Basilicata per parlare solo degli ultimi anni.
 
Perché le gestioni dell’ospedale stanno conducendo di fatto al fallimento di questa azienda? Falliscono per una mancanza di strategia e soprattutto di tutela di un bene comune quale un grande ospedale pubblico dovrebbe essere per una metropoli come Roma.
 
In una sanità povera avere una struttura di eccellenza totalmente pubblica è impossibile? E’ come avere una bellissima macchina, una Ferrari e pensare che se va a 60 all’ora consuma meno! Il San Camillo è questo, una Ferrari che si vuole far camminare nel traffico a 60 km l’ora.
 
Lo si chiuda allora, non si tenga strangolato poco a poco, a differenza di quanto accade in altre regione di questo stesso paese, dove gli ospedali pubblici di eccellenza vengono difesi, anche in un momento di grave difficoltà economica. Perché, secondo quanto dichiarato da precedenti direttori generali, ” a fine anno si va in regione che concede finanziamenti extra per le esigenze specifiche e fa in modo che i bilanci vadano in pareggio. Sanno che le grandi strutture hanno spese extra che non possono essere coperte dai soli DRG.”
 
Il San Camillo con i tagli di personale e posti letto di oggi, e quelli previsti per i prossimi tre anni, non può reggere, non può continuare ad essere competitivo. La regione impone che tutti i malati complicati e costosi siano trasferiti da noi, poi però ci permette di trasferire i malati stabili in altre strutture. Impone a noi di avere tutti i servizi aperti h24 e permette che tali servizi siano via via chiusi in tutti gli ospedali vicini. Poi però paga nello stesso modo i DRG le prestazioni rese. Non paga se non in minima parte ed in maniera insufficiente le prestazioni più care. Poi fa le statistiche e, vedi un po’, le strutture private vanno benissimo, … il bad hospital… in deficit.
 
Da noi si chiude ciò che remunera e si chiede di mantenere in piedi quello solo quello che costa.
I policlinici universitari, in deficit pure loro, usano i medici specializzandi e fondi extra. Si trasformano in fondazioni. Così all’apice delle inefficienze regionali ci sono due A.O. non universitarie. Che caso…!
 
Due anni fa abbiamo avuto la beffa di un sub-commissario che ci ha detto che “il blocco del turn-over” era una malattia!... Peccato che solo grazie al Giubileo straordinario ed alle concessioni fatte alle pressanti richiesta dell’attuale direzione, la regione si sia sentita in dovere di aprire i cordoni. Stiamo colmando un gap sulle figure apicali (per decenni rette con ruoli precari) riaprendo i concorsi. Ma il ritardo ed il gap accumulato non è facilmente e velocemente colmabile e, purtroppo il turn over è sempre in rosso.
 
Continuare a pensare che il rientro del pesantissimo deficit viaggi solo sul binario dei tagli è una follia ed un omicidio alla sanità pubblica.
 
Sarebbe tempo di aprire un tavolo negoziale in regione con vertici sindacali regionali ed aziendali. Perché possa essere ascoltata la proposta di chi lavora, di chi subisce carichi di lavoro e tagli. Perché probabilmente ne uscirebbe un piano di rientro diverso, teso magari ad una prospettiva di sviluppo e di crescita invece che solo di ridimensionamento. Perché questo è ciò che vogliono i cittadini ed i medici dal proprio ospedale.
 
Ma non preoccupatevi, scommettete su di noi, saremo primi anche il prossimo anno...
 
Sandro Petrolati
Segretario aziendale Anaao Assomed San Camillo Forlanini – Roma
 
Francesco Medici
Consigliere Nazionale Anaao Assomed
 
Bruno Schiavo
Componente Direzione Nazionale Anaao Assomed

09 ottobre 2017
© Riproduzione riservata

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