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Se la dirigenza infermieristica perde il contatto con la realtà

di Daniele Carbocci (Nursind)

12 NOV - Gentile direttore,
il suo giornale non ha trattato la vicenda. Ma quanto accaduto a Pontedera merita una riflessione a partire dalla risposta, per me veramente vergognosa, della Dirigenza Infermieristica alla lettera dell’infermiera del Blocco Operatorio di Pontedera dove si denunciavano condizioni di lavoro particolarmente gravose.
 
Come infermieri ci sentiamo profondamente offesi da quanto affermato dalla direzione infermieristica dell’USL AV nord ovest.
 
E' triste apprendere che l'amore per la professione sia mistificato con il rifiuto per le sue degenerazioni; poiché un'organizzazione che sfinisce e demotiva il professionista sicuramente non può considerarsi un suo elemento fondante ed essenziale. Anche questo è, francamente, irricevibile.
 
Una risposta con il freddo linguaggio della burocrazia (Dirigenti infermieri che non hanno più il ben che minimo ricordo di che cosa voglie dire essere infermiere…) alle parole di chi ha sollevato con il cuore un problema di garanzia per la propria salute e quella dei cittadini.
 
Ogni infermiere che ha scelto di fare questa professione, non l’ha scelta per essere una pedina in mano ai Dirigenti Infermieristici, ma per la volontà di essere di aiuto al cittadino malato.
Amare il proprio lavoro, non vuol dire morirne o distruggere la propria vita familiare o sociale.
 
Amare il proprio lavoro, non vuol dire che i Dirigenti Infermieristici possono fare di noi quello che meglio credono, facendoci lavorare al di fuori della normativa e senza le minime garanzie di sicurezza per noi stessi e per i pazienti. Vorremmo ricordare ai Dirigenti Infermieristici dell’azienda, che gli infermieri lavorano con le persone non con un pezzo di legno.
 
L’azienda può continuare a minimizzare quanto vuole, a promettere all’opinione pubblica assunzioni e non farle, ma la realtà dei fatti è quella che la collega ha descritto, e che molti altri infermieri  possono confermare, anche al  di fuori del BO.
 
L’aspetto organizzativo della pronta disponibilità evidenziato dalla Direzione Infermieristica è poi quanto di più falso potessero descrivere:
 
- i turni di pronta disponibilità, che per contratto dovrebbero essere 6 al mese per singolo dipendente, a causa della carenza di personale sono sempre molti di più, fino ad arrivare a 10 al mese. E’ evidente che maggiore è il numero di pronte disponibilità e maggiore è il carico di chiamate e di conseguenza la stanchezza accumulata;
 
- l’infermiere che lavora in reperibilità può rimanere a riposo il giorno successivo solo se ha lavorato in reperibilità 8 ore consecutive. Dalla lettera della collega si capisce che l’attivazione frazionata (cioè più chiamate distinte nella stessa notte) può non far superare nominalmente le 8 ore di lavoro, ma fa si che comunque sia saltato completamente il riposo notturno.
 
- che questo non sia “una costante”, non implica che quel giorno quell’operatore abbia serie difficoltà a lavorare in sicurezza.
 
E’ paradossale che i dirigenti infermieristici ritengano che la sicurezza sia garantita anche con operatori così stanchi.
 
Invece di minimizzare, la Dirigenza Infermieristica dell’USL AV Nord Ovest dovrebbe farsi un bell’esame di coscienza e ammettere che la quantità di personale infermieristico nel Blocco operatorio di Pontedera, così come nell’intero Presidio Ospedaliero, è nettamente inferiore a quella che sarebbe necessaria per garantire di operare nella piena sicurezza per i cittadini e per gli operatori. Dovrebbe riflettere sul proprio ruolo di Dirigenti che non riescono a garantire una dotazione organica adeguata.
 
C’è infine da fare una ulteriore considerazione: c’è da sospettare che i problemi del Blocco Operatorio, così come le lunghe attese al Pronto Soccorso, l’incredibile black out delle linee telefoniche del 118, le lunghe attese per ogni tipo di esame, testimonino che la dirigenza aziendale non ha sotto controllo la situazione del Presidio di Pontedera.
 
Allora che la smettano di promettere quello che non sono in grado di mantenere: se l’Ospedale di Pontedera ha un futuro di lenta agonia, è meglio che i cittadini ne siano informati quanto prima.
 
Daniele Carbocci
Segretario Territoriale NurSind Pisa

12 novembre 2016
© Riproduzione riservata

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