Il “metodo” Hamer e la nostra responsabilità di medici
di Ornella Mancin
12 SET -
Gentile Direttore,
il recente caso di Eleonora, la ragazzina veneta morta di leucemia per aver rifiutato di sottoporsi alla chemioterapia, sta portando alla luce un mondo misconosciuto di arretratezza culturale molto più ampio di quanto finora sia stato percepito.
In questi giorni il
Corriere Veneto ha pubblicato un ‘inchiesta (
Il Veneto di Hamer, 10 settembre ’16) che evidenzia come il fenomeno Hamer e le sue diramazioni si stiano diffondendo in maniera preoccupante.
Non siamo di fronte a qualche caso isolato , ci troviamo a fronteggiare un movimento di “negazione” del metodo e delle conoscenze scientifiche che non può non interessare il mondo medico.
A leggere l’inchiesta del
Corriere Veneto si rimane basiti di fronte al grado di credulità di chi si rivolge a questi personaggi . La causa dell’anemia? Sta nel non sentirsi considerati. Il fibroma all’utero che dà menorragie? Voglio far l’amore ma non voglio restare incinta. Epistassi? Conflitto di puzza … soluzione :usare prodotti naturali per il corpo.
Leggendo queste affermazioni la tentazione è quella di farsi un sorrisetto e passare oltre …. Si sa i creduloni sono sempre esistiti e non toccano chi fa scienza, quella vera…
L’impressione tuttavia, leggendo i dati forniti sempre nell’articolo citato (900 persone a incontro in un Hotel di un paesino del Veneto per ascoltare le teorie di Hamer ancora prima dell’effetto mediatico del caso Eleonora) è che di questo dobbiamo invece occuparci, visto l’impatto devastante che tale fenomeno sta iniziando ad avere sul nostro operare.
Basti pensare alla campagna mediatica contro le vaccinazioni che rappresenta, a mio avviso, solo una avvisaglia iniziale di questa marea montante di idee medioevali che stanno trovando terreno fertile in tutto il nostro Paese.
Sicuramente l’avvento di internet e dei social network ha reso possibile la diffusione di idee , concetti, presunte conoscenze senza nessun controllo sulla veridicità delle stesse: quello che compare su internet è per i più vero a prescindere ed è quindi chiaro che i “cattivi maestri” e le persone senza scrupoli hanno mezzo facile per raggiungere i loro obiettivi.
Ma non si tratta evidentemente solo di questo : è necessario trovare un terreno disponibile all’ascolto di queste “fandonie”.
Sembra di ravvisare una fondamentale mancanza di cultura nell’eccezione più ampia del termine, quella cultura che non si apprende solo dai libri ( comunque necessaria per non farsi imbrogliare) ma che viene trasmessa da padre a figlio e che è fatta di essenzialità, moralità , etica , senso profondo dell’esistenza …, quella che ti farebbe capire al volo che se uno ti dice che per curare il cancro basta bere acqua e bicarbonato o mangiare ortiche ti farebbe scappare a gambe levate.
Sembra di essere di fronte a uno sbandamento generale : c’è come la necessità di trovare incantatori, maghi , maestri a cui affidare la nostra vita , vuoi per una sfiducia generale verso il mondo conosciuto, vuoi per una fragilità, una insicurezza, un bisogno di facili soluzioni.
Il metodo scientifico sembra abbandonato o mai capito.
Mi capita sempre più spesso nel mio lavoro di medico di famiglia di dovermi soffermare a spiegare in che modo la scienza raggiunge una conoscenza oggettiva, verificabile, ripetibile, condivisibile. Sembra impossibile che nell’era più tecnologica della nostra esistenza si siano persi i concetti basilari su cui poggia il nostro progresso.
Vien da pensare che la Scuola non sia stata efficace e/o che anche chi come noi medici, opera costantemente nella scienza, non sia stato in grado di trasmettere o meglio abbia dato per scontato determinati e basilari principi su cui si fonda la conoscenza scientifica.
I fenomeni all’Hamer non sono nuovi (vedi per esempio Di Bella), la sensazione però è che si stiano muovendo in un terreno reso più fertile da una progressiva perdita di credibilità di alcuni modelli, dall’incapacità di trasmettere (anche da parte dei medici) in modo chiaro e inequivocabile i dati scientifici, da una povertà culturale che affonda le sue radici in un approccio superficiale della realtà esaltato mediaticamente.
Come medici è necessario prendere conoscenza del problema e affrontarlo con la dovuta serietà prima di essere sommersi da un delirio di “nonsense”
Ornella Mancin
Medico di famiglia, Cavarzere (VE)
12 settembre 2016
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