Il “buon gusto” di Cavicchi
di Graziano Lebiu (Ipasvi Carbonia-Iglesias)
08 MAR -
Gentile Direttore,
esprimo forte disappunto rispetto alla forma, ai contenuti e alla sintesi delle “esternazioni” pubblicate da QS, a firma di Ivan Cavicchi, con oggetto, sostanzialmente, “non avendo niente di meglio da fare riprendiamo la campagna di delegittimazione contro le dinamiche e le politiche della Federazione Ipasvi”
. Sono certo che anche la sua direzione possa considerare tale contributo al limite oggettivo del buon gusto. Una cosa è infatti dissentire argomentando, altro il dissentire, argomentare ed insultare.
Dalle gratuite provocazioni del dr. Cavicchi il dibattito in corso non riceve alcun contributo alla chiarezza soprattutto se la Presidente Barbara Mangiacavalli e la Senatrice Annalisa Silvestro, democraticamente elette dai rispettivi e legittimi ambiti e contesti di riferimento, sono apostrofate nella forma e nella sostanza come ci è dato di leggere.
Insultandole, si viene a mancare di rispetto anche ai componenti il Comitato Centrale, al Consiglio Nazionale e agli iscritti agli albi che rappresentano e che hanno convenuto, tutti, sulla Presidente in carica, nonché ai cittadini che nell’esercizio delle loro funzioni e del diritto di voto si sono espressi consentendo l’elezione a Senatrice di un segmento non marginale di storia e professione infermieristica.
L’invocata nuova stagione del tentativo extraistituzionale di forzare una prospettiva di depotenziamento della Presidente e del Comitato Centrale di cui è espressione, non può, quindi, che essere rispedita al mittente, con riserva di ogni più attenta valutazione e adeguata tutela della dignità, del ruolo e dell’immagine della Presidente stessa e della Federazione di cui siamo componenti.
La concessa cassa di risonanza per gli epiteti e la deriva concettuale che caratterizzano i contributi di Ivan Cavicchi, venduti come momenti di altissimo profilo intellettuale, è inspiegabile e in nessun altro contesto è data di essere rilevata, forse perché un limite alla decenza occorre prevederlo, fatto salvo il diritto di critica e di opinione.
Ma non è evidentemente questa la circostanza. Tanto ritenevo di condividere con Lei.
La ringrazio per l’attenzione.
Graziano Lebiu
Presidente Ipasvi Carbonia-Iglesias
Gentile Presidente,
come spesso ho avuto modo di sottolineare su queste pagine,
Quotidiano Sanità non fa campagne di alcun genere a favore o contro chicchessia. Le opinioni espresse dal professor Cavicchi che trovano ospitalità sul nostro giornale, come quelle di molti altri che hanno scelto il nostro quotidiano per alimentare il confronto sulla sanità, esprimono il suo pensiero e le sue argomentazioni.
Mi chiede se personalmente ritenga anche io, come lei, “al limite del buon gusto” le argomentazioni di Cavicchi. Se lo pensassi non le avrei ovviamente pubblicate. Questo non vuol dire che condivida tutto ciò che scrive il nostro Cavicchi che conosco da almeno 30 anni e con il quale ho avuto ed ho molte cose in comune e altrettante in disaccordo. Ma il punto non è questo, gentile presidente.
Il punto è che il dissenso, quando è reale, è sempre aspro. E a Cavicchi va il merito di metterci sempre la faccia manifestando apertamente il suo pensiero facendo nomi e cognomi, senza trincerarsi dietro giri di parole.
Un caro saluto
Cesare Fassari
08 marzo 2016
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