Ospedali a confronto. Dove c'è più privato cresce il debito
di Roberto De Santis
09 APR -
Gentile Direttore,
è chiaro che lo
studio della Cattolica, autoreferenziale, maschera, in un malcelato buonismo, il tentativo di dimostrare che la sanità privata classificata, accreditata e convenzionata sia, di fatto, più "conveniente " per la collettività.
Peccato che si dimentica che uno
studio della Bocconi del 2009, facilmente reperibile in rete, anche esso volto a giustificare la sostenibilità del sistema del privato convenzionato, accreditato classificato, nella corretta analisi dei grafici, faccia emergere che le regioni in perdita netta, le così dette "canaglia", siano quelle con percentuale più alta di ospedalità privata accreditata. Lazio in testa con una percentuale di privato accreditato del 50%.
Le " virtuose" sono quelle dove la ospedalità e la sanità più in generale è quella pubblica. Che tra l'altro, pur nelle sue contraddizioni è quella che ha meno dato luogo alle vere e proprie truffe di centinaia di milioni che la sanità privata accreditata ci ha regalato.
E' evidente che chi fa sanità cercandone un profitto personale interpreta in modo più "benevolo" le regole di controllo.
D'altronde non si capisce perchè, in un sistema evoluto, con grande offerte di strutture pubbliche già costruite e funzionanti, capaci di soddisfare la domanda di salute, si debba ricorrere alle convenzioni se non negli specifici ambiti di richiesta individuati.
Il puerile tentativo da parte di uffici di studi economici afferenti allo stesso mondo che offre sanità privata accreditata, non passa inosservato ad un occhio attento.
Dr. Roberto De Santis
Medico chirurgo, dirigente medico e dirigente sindacale UIL Medici
09 aprile 2013
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