Specialistica ambulatoriale. Cisl Medici Lazio chiede l'avvio delle trattative per l’Accordo integrativo
In una lettera inviata a D’Amato, il segretario Luciano Cifaldi ricorda che alle Regioni spetta il compito di definire gli atti di programmazione volti a istituire le nuove forme organizzative (AFT e UCCP). Modelli, evidenzia il sindacato, “oggi ancor più necessari a fronte della pandemia in atto”. Da qui la chiesta di immediata attivazione della trattativa per l'Accordo Integrativo Regionale. LA LETTERA
17 FEB - La Cisl Medici Lazio ha scritto una lettera all'Assessore alla Sanità della Regione Lazio,
Alessio D’Amato, per chiedere l'immediata attivazione della trattativa regionale per l'Accordo Integrativo Regionale con i medici specialisti ambulatoriali, i veterinari e le altre professionalità sanitarie (biologi, chimici e psicologi) convenzionati. “Alle Regioni infatti - ricorda in una nota la Cisl Medici Lazio - spetta il compito di definire gli atti di programmazione volti a istituire le nuove forme organizzative (AFT – Aggregazione Funzionale Territoriale e UCCP – Unità Complessa di Cure Primarie)”. Che per la Cisl Medici Lazio sono “modelli oggi ancor più necessari a fronte della pandemia in atto”.
L’attuazione delle AFT e delle UCCP deve avvenire a seguito di accordi integrativi regionali da perfezionarsi entro dodici mesi decorrenti dalla definizione degli atti di programmazione.
“Le AFT - ricorda la Cisl Medici Lazio - sono forme organizzative mono-professionali che perseguono obiettivi di salute e di attività definiti dall’Azienda, secondo un modello-tipo coerente con i contenuti dell’ACN e definito dalla Regione, tenuto conto della consistenza dell’offerta specialistica esistente nelle varie specialità e della potenziale domanda. La AFT contribuisce a garantire l’assistenza attraverso la collaborazione con le AFT della medicina generale e della pediatria di libera scelta e con le UCCP del Distretto”.
La UCCP invece “rappresenta la forma organizzativa complessa che opera in forma integrata all’interno di strutture e/o presidi individuati dalla Regione, con una sede di riferimento ed eventuali altre sedi dislocate nel territorio. Essa persegue obiettivi di salute e di attività definiti dall’Azienda Sanitaria, secondo un modello-tipo coerente con i contenuti dell’ACN e definito dalla Regione. Opera, inoltre, in continuità assistenziale con le AFT, rispondendo, grazie alla composizione multi-professionale, ai bisogni di salute complessi”.
La Cisl Medici Lazio confida, quindi, nella disponibilità della Regione per l’avvio del confronto.
17 febbraio 2021
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