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Umberto I. Pazienti cronici contro il depotenziamento dei reparti. Marcelli (M5S) presenta interrogazione

Cinquantadue associazioni riunite contro la “riduzione da 8 a 2 soli posti letto nella UOC di Reumatologia” ma anche contro “lo smantellamento dell’attività di Day-Service per la valutazione delle multimorbilità del malato cronico respiratorio e di intere Unità Operative” e “la riduzione dell’organico medico a causa dei mancati rinnovi di contratto”. Per Marcelli “se si è compresa la motivazione dell’enorme ridimensionamento durante l’emergenza da Covid-19, ora tali ragioni risultano più sfuggenti”. Chiesto un impegno a Zingaretti e D’Amato. L’INTERROGAZIONE

24 LUG - Riduzione da 8 a 2 soli posti letto nella UOC di Reumatologia, smantellamento dell’attività di Day-Service per la valutazione delle multimorbilità del malato cronico respiratorio e di intere Unità Operative Semplici e Complesse che hanno in carico annualmente migliaia di pazienti cronici e rari, riduzione dell’organico medico a causa dei mancati rinnovi di contratto. “La direzione del Policlinico Umberto I di Roma ha deciso di mettere la cronicità in secondo piano in nome di una riorganizzazione aziendale che sembra avere come unica priorità quella del COVID-19 e dell’emergenza sanitaria, limitando così il diritto alle cure e alla salute per le persone affette da patologie croniche e rare”. A lanciare l’allarme sulla preoccupante situazione del nosocomio capitolino è il network di associazioni di persone affette da patologie croniche e rare, aderenti alla rete spontanea “Associazioni in rete”.

Una preoccupazione raccolta dal Consigliere regionale M5S del Lazio e vice Presidente della Commissione Sanità, Loreto Marcelli, che ha presentato un’interrogazione a sua prima firma al Presidente della Giunta, Zingaretti, e all'assessore alla Sanità, D'Amato, in merito, in particolare, al ridimensionamento in atto del reparto di degenza del Servizio di Reumatologia.

Per Marcelli, se l’enorme ridimensionamento durante l’emergenza da Covid-19 era in qualche modo giustificato, ora tali ragioni “risultano più sfuggenti”. “I posti letto – spiega Marcelli – in base a quanto riportato dalla nota delle associazioni e da me riscontrato - sono ancora limitati a due mentre nella fase pre-Covid erano 8, comportando quindi una decisa limitazione al ricovero nel reparto e la mancata erogazione delle cure”.

Inoltre, spiega la nota del Consigliere, “dallo scorso 1 giugno i dottori della dimessa Unità Operativa Semplice Dipartimentale (UOSD) sono stati riassegnati ad altre aree dell’ente ospedaliero e il personale specializzato in grado di intervenire e gestire i pazienti di tale reparto, soprattutto in età neonatale, oltre ad essere stato dislocato fisicamente in reparti differenti, non avrebbe l’opportunità di trattare le malattie rare dell’osso se non in momenti residuali rispetto alla loro nuova occupazione principale". “La conseguenza – continua Marcelli - è che il team, che da 15 anni lavorava in sinergia con infermieri e personale dedicato, non ha più la possibilità di collaborare, e non ha più gli strumenti per assicurare i Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali (PDTA) previsti da Decreto Ministeriale che ha istituito la Rete Nazionale delle Malattie Rare”.

Da qui l’interrogazione per chiedere al Presidente della Giunta, Nicola Zingaretti e all'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, "se in tempi brevi si possa prevedere il ripristino di posti letto originariamente disponibili e quali azioni si intenda mettere in atto affinché i medici riassegnati vengano messi nelle condizioni di operare in sinergia e tornare ad erogare ai pazienti con malattie rare delle ossa, prestazioni con gli standard assistenziali raggiunti in passato, a partire dal ricovero in Pronto Soccorso e dal Day Hospital terapeutico fino al follow-up clinico. Un interrogativo dovuto per i tanti pazienti e famiglie già segnati da malattie così rare e invalidanti”.

24 luglio 2020
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