Cup e servizi amministrativi. Cgil, Cisl e Uil: “All’Asl Roma 2 cambio appalto con taglio ai salari e senza articolo 18”
La rabbia dei sindacati: "Accordi non rispettati, la Regione intervenga. Dopo lo stato di agitazione parte la mobilitazione. Non ci fermeremo finché i gestori subentranti e la Regione non garantiranno ai dipendenti che già percepiscono stipendi bassi, il rispetto dei patti".
09 OTT - Nuovo capitolo nella complessa vicenda dei Cup e dei servizi amministrativi esternalizzati della Regione Lazio. "Ancora una volta la Regione Lazio non rispetta gli accordi sottoscritti. Alla Asl Roma 2 il cambio appalto rischia di costare caro ai lavoratori impiegati nei servizi", denunciano in una nota
Cristina Compagno,
Stefania Gunnella e
Massimo Mattei, segretari regionali di Fp Cgil Roma e Lazio, Cisl Fp Lazio, Uil Fpl Roma e Lazio. "Da domani sarà effettivo il passaggio di consegne tra i gestori e per i circa 200 lavoratori dei servizi amministrativi si prospetta un taglio del 10 per cento del salario, corrispondente ad una analoga decurtazione del monte ore. A questo si aggiunge la completa incertezza rispetto al destino dei cosiddetti servizi polifunzionali, come ad esempio il servizio per il cambio del medico di base".
"Con la Regione Lazio abbiamo sottoscritto accordi precisi a tutela dei lavoratori esternalizzati nei contratti con i nuovi soggetti vincitori delle gare d'appalto: mantenimento dei livelli retributivi e occupazionali e mantenimento dell'art.18. Accordi che devono essere rispettati, ma sui quali la Regione continua a non vigilare e a lasciare mano libera a chi si aggiudica le gare" prosegue la nota. "Non permetteremo che questo avvenga, né alla Asl Roma 2 né altrove".
"Dopo la proclamazione dello stato di agitazione del personale, metteremo in campo una grande mobilitazione", concludono Cgil Cisl e Uil. "L'11 ottobre faremo un'assemblea con tutti i lavoratori in appalto della Asl Roma 2 e prepareremo tutte le forme di protesta necessarie, anche per i successivi cambi di appalto che vedranno coinvolte tutte le aziende sanitarie regionali. Non ci fermeremo finché i gestori subentranti e la Regione non garantiranno ai dipendenti che già percepiscono stipendi bassi, il rispetto dei patti: posti di lavoro, salari e diritti non si toccano".
09 ottobre 2018
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