Lazio. Cisl e Uil: “Bene assunzioni in sanità, ma chiarezza su futuro precari e necessità assunzionali”
Roberto Chierchia e Sandro Bernardini puntano i riflettori sul nodo dei fabbisogni di personale: “ancora non sono noti i totali del personale precario distinto per qualifica in servizio nelle singole Aziende sanitarie e di conseguenza non sono stati definiti i contingenti di personale da stabilizzare nel dettaglio aziendale”.
20 APR - Le segretarie laziali della Funzione pubblica di Cisl e Uil plaudono alle recenti assunzioni, deliberate dalla Regione (Asl di Latina, Viterbo, Frosinone e Castelli), ma chiedono maggiore chiarezza sul futuro delle dotazioni organiche nelle aziende prodotte dai recenti accorpamenti: Roma 1 e Roma 2. “Non possiamo che dirci soddisfatti – sottolineano
Roberto Chierchia e Sandro Bernardini – della accelerazione impressa dal Presidente e Commissario ad Acta per il piano di rientro dal debito della sanità del Lazio nell'adottare i relativi decreti commissariali autorizzativi, anche se almeno per quanto è a nostra conoscenza, la Regione non ha ancora un quadro completo e definitivo delle reali necessità assunzionali e/o di mobilità delle Aziende regionali”.
A ciò bisogna aggiungere, fanno notare, che ancora non sono noti i totali del personale precario distinto per qualifica in servizio nelle singole Aziende sanitarie e di conseguenza non sono stati definiti i contingenti di personale da stabilizzare nel dettaglio aziendale. “Altro buco nero non definito riguarda il personale a somministrazione ed esternalizzato che su indagine dei sindacati risulta ammontare a migliaia di unità utilizzate per funzioni core della sanità (a titolo esemplificativo citiamo oltre 250 gli interinali infemieri, tecnici ed ausiliari della
Asl di Rieti e gli oltre 700 esternalizzati del
Policlinico Umberto I, tutti utilizzati in reparti di emergenza e la cui funzione è insostituibile), ma che dalla Regione non si confermano né i numeri né le funzioni”.
Il rischio paventato è che si ricoprano posti in dotazione organica con del personale neoassunto in danno di professionisti che ormai anche da oltre dieci anni operano nel Ssr del Lazio, “senza peraltro soddisfare le richieste di mobilità interaziendali che giacciono da anni nel dimenticatoio a causa il blocco del turn over. Per ultimo rimaniamo sorpresi – concludono - di apprendere che oltre i servizi ‘core collegati alle prestazioni sanitarie si autorizzano assunzioni di dirigenti amministrativi e ingegneri con procedure che non prevedono la selezione”.
20 aprile 2016
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