Lazio. Smi e Fvm Lazio su ricetta eltettronica: “Subito chiarimenti sui finanziamenti al progetto”
I sindacati denunciano le difficoltà e gli intoppi operativi che "continuano ad aggravare il già complesso lavoro dei medici costretti a razionalizzare costi e difformità gestionali dello strumento messo a disposizione nella regione Lazio". Smi e Fvm-Lazio chiedono, pertanto, di venire a conoscenza delle risorse impiegate e chiedono di sapere se queste siano sufficienti o se sia necessario un ulteriore finanziamento.
25 GEN - “A pochi mesi dall'avvio del progetto della Ricetta Dematerializzata, difficoltà e intoppi operativi continuano ad aggravare il già complesso lavoro dei medici costretti a razionalizzare costi e difformità gestionali dello strumento messo a disposizione nella regione Lazio”, dichiara
Gianmarco Polselli, segretario Smi-Lazio e vice presidente Fvm-Lazio.
Infatti, il sistema informatico regionale di prescrizione (Sismed), al servizio di medici ospedalieri e specialisti ambulatoriali, “mostra continui malfunzionamenti che rallentano sia la registrazione della storia clinica del paziente, che la prescrizione di farmaci ed analisi, tanto da rendere spesso necessario tornare alle vecchie “ricette a mano”, aggiunge ancora Gianmarco Polselli, che sottolinea: “Di contro, i medici di medicina generale, hanno dovuto far fronte, di tasca propria, agli ulteriori costi di informatizzazione (stampanti a doppio cassetto, carta, toner, etc.) essendo insufficienti, per non dire irrisorie, le somme proposte a titolo di rimborso”.
“Smi e Fvm-Lazio chiedono, pertanto, di venire a conoscenza delle risorse impiegate e chiedono di sapere se queste sono sufficienti o è necessario un ulteriore finanziamento. Nonché una verifica dello stato di implementazione del sistema di prescrizione”, sottolinea
Ermanno De Fazi, vice segretario Smi-Lazio.
“Smi-Lazio chiede, inoltre - conclude
Cristina Patrizi, responsabile area convenzionata Smi-Lazio - che i medici, almeno su base volontaria, siano coinvolti nella verifica del sistema per poter testare i problemi e le possibili soluzioni. Infatti, finora, i medici sono stati un “soggetto” passivo di un cambiamento che ha avuto costi materiali per i medici di medicina generale ed operativi, ma anche per i camici bianchi delle aziende sanitarie ed ospedaliere”. La delegazione sindacale Smi e Fvm Lazio ribadisce, in ultima analisi, che in mancanza di chiarimenti e informazioni precise, “verranno valutate tutte le iniziative a tutela di medici e pazienti esposti ai rischi di un sistema che si oppone al lavoro dei sanitari pubblici, piuttosto che agevolarne l'esercizio”.
25 gennaio 2016
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