Lazio. Ticket fantasma per ottenere rimborsi. Così i Cup truffavano la Regione
L’operazione contro gli evasori dei ticket del Lazio sta cambiando volto. Sarebbero infatti emersi migliaia di casi di centri di prenotazione di cliniche e ambulatori che hanno emesso ticket truccati a nome di cittadini ignari, per poi chiedere alla Regione rimborsi gonfiati o di prestazioni mai effettuate. Zingaretti: “Subito coinvolta la Procura”.
13 NOV - Milioni di euro intascati a spese del Servizio sanitario regionale facendo passare i cittadini per evasori. È questo il nuovo volto che sta prendendo nel Lazio l’operazione sui ticket iniziata con le richieste di pagamento ai cittadini evasori da parte della Regione. Segnalazioni e controlli farebbero emergere infatti che migliaia di cittadini sarebbero le vittime, e non i protagonisti della truffa. Lo annuncia il quotidiano Repubblica, che parla di fatti già accertati dai funzionari della Regione sulla base di centinaia di segnalazioni ricevute.
Secondo quanto riportato da Repubblica, è così che funzionava la truffa messa in atto da imprenditori della sanità in convenzione e da qualche operatore dei Cup, i centri pubblici di prenotazione delle prestazioni in ospedali, ambulatori o laboratori Asl: il cittadino pagava di tasca propria una visita o un esame, quindi veniva emesso un ticket truccato così che per la stessa prestazione, il più delle volte maggiorata e accompagnata da altre mai eseguite, il Servizio sanitario regionale rimborsava per la seconda volta i privati truffaldini che ottenevano introiti fino a dieci volte più alti.
"Abbiamo incaricato l'ufficio legale di presentare denuncia contro quanti, abusando della buona fede dei cittadini e nostra, hanno intascato soldi dai primi e dalla Regione concorrendo a dilapidare le risorse destinate alla salute di tutti", avrebbe annunciato il
presidente della Regione, Nicola Zingaretti.
13 novembre 2015
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