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Lazio. L'allarme dei sindacati: “Da proprietà San Raffaele atteggiamento inaccettabile, si va verso 1200 licenziamenti”

La Cabina di Regia della Regione, riferiscono i sindacati confederali, ha chiesto di prorogare la procedura di 15 giorni per definire le questioni ancora irrisolte. La proprietà ha rifiutato la proposta, insistendo nel voler sottoscrivere un verbale di mancato accordo”. E la conseguenza “sarà che nei prossimi 120 giorni i vertici aziendali potranno procedere al licenziamento collettivo di tutti i 1200 lavoratori”. 

14 OTT - E’ terminato soltanto nella tarda serata l’esame congiunto previsto dalla procedure di licenziamento collettivo riguardante tutto il personale del gruppo San Raffaele. All’incontro ha preso parte, oltre alla proprietà del gruppo e ai sindacati, la rappresentanza della Cabina di regia per la Sanità della Regione Lazio. “La Cabina di regia – riferisce una nota congiunta di Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Fpl - ha chiesto di prorogare la procedura di 15 giorni per definire le questioni rivendicate dalla proprietà e ancora irrisolte. La proprietà ha rifiutato la proposta di proroga, insistendo nel voler sottoscrivere un verbale di mancato accordo”.

Di conseguenza la chiusura della procedura di mobilità con un mancato accordo, sottolineano i sindacati, “dà mani libere alla proprietà per procedere nei prossimi 120 giorni al licenziamento collettivo di tutti i 1200 lavoratori, oltre a quanti operano in libera professione e nell’indotto: pulizie, mense, manutenzioni, ecc. Riteniamo improponibile la chiusura in toto delle strutture facenti capo al Gruppo San Raffaele per i costi in termini sociali e di assistenza alla cittadinanza che ne deriverebbero”.

I confederali chiedono quindi un immediato intervento della Regione Lazio e della Prefettura che “scongiuri tale evenienza ed apra contemporaneamente un tavolo di crisi per valutare e predisporre soluzioni alternative che permettano la continuità assistenziale, nel caso non sia possibile comporre il contendere con il Gruppo. Se non ci saranno risposte immediate – conclude la nota - la nostra mobilitazione non potrà che crescere di intensità”.
 

14 ottobre 2015
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