Covid. Anaao: “Facciamo chiarezza sui posti letto di terapia intensiva”
“Quando si indicano in oltre 11 mila i posti totali di terapia intensiva si deve specificare che circa 3.500 sono solo sulla carta, attivabili in condizioni critiche e non immediatamente, comprendendo letti in via di approntamento, le cui gare sono partite solo ad ottobre, nonché letti sub-intensivi e chirurgici già utilizzati nelle ordinarie attività ospedaliere". Così il segretario nazionale Carlo Palermo.
16 NOV - “I posti di terapia intensiva oggi disponibili ed attivi in Italia sono valutabili intorno a 7.500. La dotazione organica attuale di rianimatori e infermieri specializzati garantisce con questi numeri sicurezza e qualità delle cure. Va ribadito che circa il 60% di questi letti è occupato da pazienti con malattie gravissime come ictus, infarti, politraumi, stati di shock, sepsi e insufficienze multiorgano, che ovviamente non possono essere collocati in altri setting assistenziali”.
A far chiarezza sulle terapie intensive è il Segretario Nazionale Anaao Assomed
Carlo Palermo.
“La soglia del 30%, indicata come livello di allarme, di posti letto di Terapia intensiva dedicati alla Covid-19 è quindi posta intorno a 2.300 ricoveri. I dati di ieri sui ricoveri totali di malati Covid-19 in Terapia intensiva, 3.422, indicano che oramai siamo ben oltre il 40% dei posti presenti. In molte realtà i pazienti aspettano ore, se non giorni, anche intubati, nei PS prima di essere avviati nei reparti intensivi”.
“Quando si indicano in oltre 11 mila i posti totali di terapia intensiva si deve specificare che circa 3.500 sono solo sulla carta, attivabili in condizioni critiche e non immediatamente, comprendendo letti in via di approntamento, le cui gare sono partite solo ad ottobre, nonché letti sub-intensivi e chirurgici già utilizzati nelle ordinarie attività ospedaliere. Senza contare che, in ogni caso, non sarebbe disponibile il personale medico e infermieristico necessario per la cura e l’assistenza dei pazienti, a causa di un decennio di totale fallimento nella programmazione dei fabbisogni specialistici”, conclude Palermo.
16 novembre 2020
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