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Coronavirus. Nursing Up a Sileri: “Tamponi a tappeto su operatori. Autorizzate gli infermieri ad autogestire la procedura” 


Tra gli infermieri ci sono oltre 3.226 infermieri positivi al Covid-19. Ma in molte regioni e Asl i professionisti sanitari non sono ancora sottoposti a tampone. “Se le aziende sanitarie sono in grado di garantirci la doverosa protezione, possiamo pensarci noi stessi. Devono solo autorizzarci ad effettuare da soli i tamponi e consegnarli ai laboratori pubblici e/o privati che ci indicheranno”, spiega il sindacato degli infermieri, che si dice disposto anche ad accollarsi i costi “per i nostri infermieri, ma anche per altri colleghi fin dove potremo. Per il bene dell’intera cittadinanza”.

27 MAR - Si fanno pochi test per il personale sanitario, tra cui si contano 6.205 contagiati, e monta la rabbia degli infermieri impegnati in trincea contro il Coronavirus, che chiedono gli venga riconosciuto il diritto a controlli continui per sentirsi meno a rischio e svolgere con serenità i loro compiti di presa in carico e cura dei pazienti. Per questo il sindacato Nursing Up lancia un’iniziativa a vantaggio di tutti gli infermieri che sono in grado di effettuare il tampone da soli, e contestualmente chiede al viceministro Pierpaolo Sileri di autorizzarla.
 
L’appello è rivolto al viceministro e non al ministro stesso perché, spiega al nostro giornale il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma, “Sileri si è sempre dimostrato un interlocutore attento e in questo momento di assoluta emergenza, abbiamo bisogno di rivolgerci a qualcuno che prenda subito in considerazione la nostra proposta. Siamo certi che il viceministro lo farà. Purtroppo, in questi mesi, il ministro Roberto Speranza non ha dimostrato la stessa attenzione, come dimostrato dal fatto che la firma del ‘Protocollo per la prevenzione e la sicurezza dei lavoratori della sanità in ordine all’emergenza da Covid-19’, pochi giorni fa, sia avvenuta senza il coinvolgimento dei sindacati degli infermieri”.

Tornando alla questione tamponi, De Palma evidenzia come la proposta del sindacato risponda a una necessità a cui molte aziende non riescono a dare risposta. “Se non tutte le aziende sanitarie sono in grado di garantirci la doverosa protezione quando ci destinano a reparti Covid-19, ai tamponi possiamo pensarci noi stessi. Devono solo autorizzarci a consegnarli ai laboratori pubblici e/o privati che ci indicheranno, ma per fare tutto questo il Ministero, anche attraverso le regioni, dovrebbe indicare alle aziende sanitarie di dare priorità agli screening degli operatori sanitari, come più volte abbiamo chiesto. Siamo professionisti sanitari e dunque abilitati a fare questo tipo di prelievo, sia che si tratti di un tampone per via orale, sia di un campione prelevato con la tecnica Drive Thru, cioè attraverso una gocciolina di sangue dal dito. Potremmo utilizzare proprio quest’ultima tecnica, da alcuni considerata più rapida e sicura. Possiamo farlo in autonomia o tra colleghi, ad esempio prima di assumere servizio o dopo”.

“L’esame non costa molto, indipendentemente dalla tecnica usata - prosegue De Palma - il Drive Thru dovrebbe essere in grado di fornire risultati nel giro di 10-15 minuti, basandosi sulla presenza di anticorpi capaci di evidenziare se una persona ha in corso o se ha avuto un’infezione da Covid-19. Se adottassero questo metodo su vasta scala, se partecipassero anche i medici, risolveremmo gran parte del problema dei positivi asintomatici tra gli operatori sanitari impegnati nel contrasto al virus”. Il sindacato è pronto a dare il suo contributo per dare una mano agli infermieri che rischiano in prima linea. “Ai colleghi che si fossero sottoposti al test - suggerisce De Palma per snellire le procedure - potrebbe essere comunicato il risultato via sms, per esempio”.

Il Nursing Up evidenzia infatti come, “nonostante i proclami degli ultimi giorni che assicuravano il test per tutti i sanitari, vi sono ancora posti dove ancora nessuno procede nei fatti. Molti infermieri che operano in strutture Covid-19 e/o correlate non sono stati sottoposti a tampone, e questa potrebbe essere una prima risposta”. La procedura per l’effettuazione del tampone è una pratica quotidiana per i professionisti sanitari: di qui l’idea di autogestirla, quando le aziende non sono in grado di garantirla d’ufficio. “Ma tuttavia non possiamo esaminare i tamponi - spiega il presidente Nursing Up - quindi c’è bisogno di farlo effettuare da un laboratorio di analisi. La posta in ballo è la salute e quindi, come sindacato, siamo disposti anche ad accollarci il costo dei tamponi, visto che all’effettuazione del test in laboratorio è tenuta a provvedere l’azienda. Lo faremmo volentieri per i nostri infermieri, ma anche per altri colleghi fin dove potremo, e quindi non solo per i nostri iscritti. Per il bene dell’intera cittadinanza”.
 
“Non è giusto lavorare in queste condizioni - conclude De Palma - i dati odierni della Fnopi indicano oltre 3.200 infermieri contagiati e la tragica conta di più di 20 colleghi che hanno perso la vita. Forse si sarebbero potuti salvare con una diagnosi tempestiva. Alcuni di noi sono esausti e cominciano ad accusare il colpo, si ammalano di patologie da stress nel dubbio di aver contratto il virus e di essere vettori della malattia. La sindrome post traumatica ha già colpito fino a togliersi la vita colleghe che si sono distinte sul campo per abnegazione e competenza. Anche il burnout è un problema grave e per arginarlo abbiamo attivato uno sportello di assistenza psicologica. Ma non basta, ora sentiamo che è arrivato il momento di agire”.

27 marzo 2020
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