Coronavirus. Appello Fadoi: “Effettuare i test diagnostici sugli operatori sanitari. I veri vip sono i medici e gli infermieri”
Il presidente degli internisti Manfellotto: “Uno studio fatto sul personale sanitario, oltre che per tutelarlo e proteggere i pazienti, può diventare un grande laboratorio vivente per conoscere qual è l’evoluzione del virus e lo stato d’immunizzazione”
24 MAR - Tamponi e analisi sierologiche per tutti gli operatori sanitari esposti a rischio Covid allo scopo di tutelare i lavoratori, i pazienti e anche per poter analizzare l’andamento dell’epidemia su uno specifico ambito di popolazione. È questo l’appello che la Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri), in prima fila nei reparti Covid degli ospedali, rivolge al Presidente della Repubblica,
Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio,
Giuseppe Conte, al Ministro della Salute,
Roberto Speranza e al Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome,
Stefano Bonaccini. Inoltre l’appello è rivolto anche a tutte le Società scientifiche affinché sottoscrivano e accolgano la richiesta.
“Purtroppo – evidenzia il presidente Fadoi,
Dario Manfellotto – il bilancio dei contagiati tra gli operatori sanitari sale ogni giorno, solo ieri se ne contavano oltre 5 mila, pari al 9% del totale. Molti hanno perso la vita. Abbiamo mandato il nostro personale al fronte con poche armi di difesa esponendolo insieme ai pazienti a rischio di contagio”.
“È fondamentale per questo, oltre a dotare ovviamente il personale di adeguati Dispositivi di Protezione individuale, effettuare test diagnostici sugli operatori sanitari, che, non sapendo se sono contagiati o meno, mettono a rischio se stessi, i loro familiari e i loro assistiti. Se oltre al tampone per documentare la presenza del virus, venissero effettuati i test sierologici già disponibili che documentano la presenza di anticorpi, potremmo avere un quadro molto più preciso della situazione, conoscendo anche lo stato della risposta immunitaria individuale”.
“La nostra – sottolinea Manfellotto - non è assolutamente una richiesta sindacale, ma scientifica, finalizzata a conoscere la condizione dell’infezione virale nel personale sanitario per individuare anche quegli operatori che possano aver maturato una condizione di protezione immunitaria, e che potrebbero più tranquillamente lavorare, e coloro che invece necessitano di cure o che devono essere posti in quarantena a tutela loro e dei malati. Serve un protocollo preciso da parte del Ministero che valga su tutto il territorio nazionale per evitare una sanità a pelle di leopardo”.
“Uno studio fatto su questa popolazione – rileva il presidente degli internisti - può diventare un grande laboratorio vivente, un osservatorio per conoscere qual è l’evoluzione del virus e qual è lo stato d’immunizzazione. Molti studi condotti nel mondo sono stati effettuati sugli operatori sanitari per verificare lo sviluppo di tante malattie, come per esempio l’ipertensione o altre patologie cardiovascolari e metaboliche”.
“Spiace – conclude Manfellotto – leggere di come con tanta celerità vengano effettuati i tamponi su personaggi VIP, politici, sportivi e delle istituzioni e di come invece i nostri operatori vivano nel paradosso che, ad oggi, coloro che curano sono i primi a non essere curati. Le Istituzioni battano un colpo. I medici non vogliono lasciare gli ospedali ma chiedono di lavorare in condizioni e con conoscenze migliori nell’interesse di tutti. I veri VIP sono i medici e gli infermieri”.
24 marzo 2020
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