Anelli (Fnomceo): “Bene mozione Fnopi. Strada giusta per la valorizzazione delle competenze”
Il presidente della Federazione lancia un appello alle Regioni: “Abbandonino l’ottica del risparmio nell’utilizzo dei professionisti. La fine della stagione dei tagli può finalmente consentire di mettere a disposizione dei cittadini strumenti per la diagnostica e infermieri di famiglia per l’assistenza potendo contare anche su strutture flessibili come gli ospedali di comunità. Emergenza-urgenza primo banco di prova”
17 FEB - “Condivisione dello spirito e dell’impostazione generale dell’importante
mozione approvata dal Consiglio nazionale della Fnopi, la Federazione degli Ordini delle Professioni infermieristiche, lo scorso 15 febbraio. Sembra che le professioni sanitarie siano finalmente insieme sulla strada giusta della valorizzazione delle competenze, peculiari di ciascuna e sinergiche per la qualità e la sostenibilità del Servizio Sanitario nazionale, senza invasioni di campo di alcun genere, né motu proprio né, tantomeno, imposte da terzi per motivi di risparmio. E gran parte del merito va alla lungimiranza del Ministro della Salute, Roberto Speranza, che ha voluto farle lavorare insieme nella Consulta Permanente”.
Così il presidente della Fnomceo
Filippo Anelli, ha commentato la mozione approvata dal Consiglio nazionale Fnopi il 15 febbraio scorso, alla presenza proprio del Ministro della Salute. Mozione che incassa così un secondo endorsement, dopo quello, arrivato “in diretta”, dello stesso Ministro.
“La mozione si apre con il riconoscimento esplicito della Consulta Permanente delle Professioni sanitarie, istituita dal Ministro della Salute Roberto Speranza, quale luogo dove rafforzare la sinergia delle professioni, sinergia che può essere raggiunta solo con la collaborazione e il dialogo – argomenta Anelli -. Di questo siamo sin dall’inizio fermamente convinti, così come non possiamo non essere d’accordo, sin nelle virgole, sulla definizione che della Consulta viene data: “strumento per permettere l’innovazione che serve nelle politiche professionali sanitarie, con la valorizzazione e il rafforzamento delle competenze di ciascuno, acquisite da oltre un quarto di secolo nelle università, con le lauree, i master e i dottorati di ricerca, i ruoli di docenza, con una formazione capillare ognuno nel suo ruolo, per far crescere davvero il SSN: tutti protagonisti e allo stesso modo, con un Ministro garante di tutto questo” .”.
“La carenza dei professionisti negli ospedali e nelle strutture sanitarie, dovuta a decenni di de-finanziamento e di errata programmazione, ha determinato carichi di lavoro insostenibili e, di conseguenza, un abbassamento della qualità dell’assistenza inaccettabile – spiega ancora -. Solo la passione e il sacrificio degli operatori sanitari hanno permesso, in quegli anni bui, di tenere in piedi il nostro straordinario Servizio sanitario nazionale. Ma sono stati proprio i professionisti, le donne e gli uomini del nostro Ssn, a pagare il prezzo più alto per gli errori politici del passato”
“Ora, il Ministro della Salute
Roberto Speranza ed il Governo tutto hanno adottato provvedimenti che provano ad invertire una tendenza, quella dei tagli e dei tetti di spesa, che sembrava inarrestabile – continua-. Ma, come più volte ribadito dallo stesso Ministro, non basta: serve anche una riforma che restituisca fiducia al personale che, soprattutto, riconosca alle professioni sanitarie il loro valore e un ruolo appropriato”.
“Condivisibile inoltre, appare l’obiettivo di “rendere coerente l’esercizio professionale con le competenze acquisite nel corso degli anni” – aggiunge Anelli -. Si tratta di migliorare e favorire la qualità dell’esercizio professionale proprio attraverso percorsi formativi che devono valorizzare le peculiarità di ogni singola professione, senza sovrapposizioni e sconfinamenti”.
“E, a questo proposito, come non trovarsi d’accordo sull’affermazione secondo la quale “non c’è alcun esproprio di professionalità o invasione di competenze altrui, atti questi che non devono essere nel pensiero di nessuno: nessun professionista vuole fare il lavoro di altri, nessuno che ha scelto una disciplina intende confonderla con quelle di altri”?” constata Anelli.
“Proprio partendo da questi presupposti invitiamo le Regioni ad abbandonare la logica del passato, ove il trasferimento delle funzioni era considerato solo ai fini del risparmio economico e non per valorizzare le abilità e le competenze peculiari di ogni singola professione – conclude il Presidente Fnomceo -. Ripensare l’assistenza dell'emergenza - urgenza-118 rappresenta sicuramente un primo banco di prova per valorizzare le abilità e le competenze delle professioni medica e infermieristica. Così come ripensare il rapporto tra ospedale e territorio significa mettere i professionisti nelle condizioni di offrire risposte adeguate nella gestione della cronicità. La fine della stagione dei tagli può finalmente consentire di mettere a disposizione dei cittadini strumenti per la diagnostica e infermieri di famiglia per l’assistenza potendo contare anche su strutture flessibili come gli ospedali di comunità”.
17 febbraio 2020
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