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Medicina generale. Testa (Snami): “No a psicologo nei nostri studi. Sì a collaborazione con infermieri ma quello di famiglia è un’altra cosa”


Il presidente del Sindacato autonomo nella sua relazione al Congresso nazionale di Acireale lancia anche un appello alle Istituzioni: “No a modelli unici per le cure primarie. Si deve differenziare la medicina rurale da quella metropolitana”. E poi sulla prescrizione dei farmaci per le cronicità: “Basta con questa sudditanza alla specialistica”. LA RELAZIONE - LA MOZIONE FINALE

21 OTT - “Vanno fatti investimenti sul territorio. Vanno potenziate le residenze assistite.  Va finanziata la telemedicina. Vanno riviste le ridicole quote con cui vengono remunerate le prestazioni (PIP) dei medici di medicina generale. Va rivista la fiscalità della medicina generale (IVA, superammortamento, auto del medico e così via). Vanno difesi con leggi ad hoc i medici, sempre più esposti a violenze di ogni genere, soprattutto considerando il fatto che sta aumentando la percentuale delle donne medico”. Sono queste le principali richieste del presidente nazionale dello Snami Angelo Testa che dal palco del Congresso nazionale del sindacato ad Acireale traccia la rotta da seguire.
 
In primis sui modelli di aggregazione sul territorio. “Non si deve fare è proporre un modello unico per una realtà italiana – afferma Testa - che vede situazioni completamente differenti, spesso agli antipodi, con la consapevolezza che in metropoli, città, cittadine, paesi, piccole comunità, territori con popolazione sparsa non potrà mai funzionare un unico modello sanitario di assistenza. Così come nelle zone disagiate, disagiatissime e nelle isole minori. Si deve differenziare la medicina rurale da quella metropolitana”.
 
Altro tema cardine la prescrivibilità da parte dei medici di famiglia dei farmaci per le cronicità. “Come facciamo – sottolinea il leader Snami - ad occuparci della cronicità se ancora oggi non possiamo prescrivere in autonomia alcuni farmaci? Come possiamo accettare di non poter prescrivere farmaci di cui ci assumiamo la responsabilità prescrittiva dietro la foglia di fico del piano terapeutico? Oggi che le terapie taylor made sono e saranno la norma noi siamo fermi a poter prescrivere solo farmaci vecchi di anni. Basta con questa sudditanza alla specialistica.  Siamo medici, siamo disponibili a formarci maggiormente nelle patologie croniche, ma ci venga data pari dignità sia nella diagnosi che nella cura”.
 
Ma Testa nella sua relazione tocca anche il tema delle misure introdotte dal Dl Calabria sul micro team. “Stiamo assistendo – precisa - alla nascita di nuovi ruoli professionali quali lo psicologo di famiglia e l’infermiere di famiglia. Ma vogliamo dirlo che dello psicologo dentro i nostri studi non sappiamo cosa farcene? Lo psicologo non è un medico, ma essendo una figura specialistica andrebbe inquadrato all’interno dell’accordo della specialistica ambulatoriale. Se il medico di famiglia ha necessità dello psicologo invia lui il paziente. Non c’è bisogno di ulteriori figure che altro non farebbero che disorientare il cittadino.  Per gli infermieri di famiglia le cose sono diverse. Noi collaboriamo da sempre con gli infermieri, molti di noi li hanno anche assunti e si preoccupano tutti i mesi di pagare loro lo stipendio. L’infermiere ha una professionalità che il medico non ha. Non ha viceversa professionalità tipiche del medico. Non perché non è bravo, perchè non ha fatto medicina. Dobbiamo avere una collaborazione con gli infermieri per dare al cittadino una cura migliore. La collaborazione è una cosa, l’infermiere di famiglia è un’altra cosa”.

21 ottobre 2019
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