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Cure primarie. Sindacati divisi sulla riforma Fazio


Si è svolto ieri l’incontro al ministero della Salute per illustrare ai sindacati medici dell’area convenzionata la riforma dell’art. 8 del Dlgs 502/92 per il riordino delle cure primarie. La maggioranza dei sindacati ha sostanzialmente condiviso il progetto del ministero. Un deciso no è  arrivato invece dallo Snami e dalla Fp Cgil Medici.

27 SET - Una lunga riunione nel corso della quale, secondo le prime dichiarazioni ufficiali e no, sarebbe emersa una generale approvazione e unità di intenti da parte della maggioranza dei sindacati medici in merito alla proposta di riforma formulata dal ministero della Salute dell’art. 8 del Dlgs 502/92 per il riordino delle cure primarie. All'incontro oltre alle organizzazioni sindacali della medicina convenzionata hanno partecipato, per il ministero, Filippo Palumbo, Capo Dipartimento della Qualità, e i direttori generali del Dipartimento, Francesco Bevere e Giovanni Leonardi e per le regioni gli assessori di Veneto, Emilia Romagna, Marche e Lombardia.
 
Fimmg, Sumai e Fimp, le associazioni maggiormente rappresentative nelle tre aree della medicina convenzionata hanno portato al tavolo un documento comune e per il segretario generale del Sumai-Assoprof Roberto Lala il testo proposto da Fazio “va nella giusta direzione e occorre solo affinarlo su alcuni punti”. In ogni caso ha specificato Lala “nella riunione di ieri abbiamo accolto con favore la disponibilità di Governo e Regioni nel voler fare un passo avanti”. Fissa alcuni paletti lo Smi che attraverso il responsabile nazionale medicina convenzionata, Maria Paola Volponi, e il responsabile nazionale Medicina Generale, Bruno Agnetti ha evidenziato i passi avanti fatti su alcuni aspetti fortemente criticabili della proposta originaria, primo tra tutti “il superamento di una filosofia di fondo punitiva nei confronti dei medici, nonché – specificano Volponi e Agnetti - contro un’impostazione palesemente dirigista, figlia forse delle fughe in avanti già avviate in alcune Regioni del centro nord, che tendono a normare anche aspetti che dovrebbero essere demandati alle contrattazioni decentrate, producendo così un eccesso di burocratizzazione. “Tuttavia - concludono Volponi e Agnetti - è positivo che il ministro Fazio abbia deciso di affrontare finalmente il riordino della medicina del territorio, all’interno di una cornice normativa ed istituzionale che garantisca l’assistenza sanitaria uniforme su tutto il territorio nazionale. Nonostante le diverse critiche che abbiamo avanzato a questa bozza, siamo pronti a continuare il dialogo e attendiamo la nuova proposta”.
 
Totalmente negativo invece il giudizio per Snami e Fp Cgil Medici. Il presidente Snami Angelo Testa sentenzia con “un no secco all'ipotesi della morte dello studio di medicina generale”. “Perché costringere i medici a lavorare forzatamente insieme di fatto così mortificando la loro presenza capillare nel territorio assai gradita ai cittadini e caratteristica vincente della figura del medico di famiglia?” commenta Testa in una nota diffusa al termine dell’incontro. Secondo Testa “centralizzando le strutture si darà un taglio netto agli ambulatori che nel tempo hanno trovato allocazione periferica proprio per le differenti esigenze dei pazienti”. La proposta di modifica prevede, infatti, l’adesione obbligatoria alle équipe mono e multi professionali per l’integrazione dell’assistenza (realizzando il cosiddetto “ruolo unico” della medicina generale). Sostanziale condivisione, secondo le indiscrezioni, ci sarebbe anche riguardo alla remunerazione “pesata” sulla complessità dell’assistenza. Mentre sembrerebbe essere stata stralciata la norma sulla dipendenza dei medici dei distretti e introdotto, invece, su proposta del ministero, una norma per la riorganizzazione dell’assistenza primaria nelle metropoli.
Un no giunge anche dalla FpCgil Medici che, attraverso una nota del coordinatore nazionale della medicina generale Nicola Preiti, giudica “la proposta del Ministro Fazio sul riordino delle cure primarie del tutto inadeguata”. Per la Fp Cgil Medici “bisogna rivedere profondamente questa proposta a partire dalla distinzione tra ciò che deve essere regolato per legge e quello che deve essere lasciato alla contrattazione. Le previsioni normative devono indicare una vera  riforma delle cure primarie per la sanità del futuro. Senza una vision si producono solo danni, ed è meglio astenersi. Primum non nocere”.
In ogni caso il Documento ora dovrà essere messo a punto in forma definitiva. Questo dovrebbe accadere nel giro di un paio di giorni. Il testo poi passerà alla commissione sanità delle Regioni e allaConferenza dei presidenti.

27 settembre 2011
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