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Interventi di oculistica. Piovella (Soi): “Se manca l'anestesista in sala operatoria, l'ospedale risponderà di eventuali danni”


Il Presidente Soi si impegna a sostegno dei diritti dei pazienti operati di cataratta e di altri interventi oculistici, dopo la denuncia degli anestesisti di ricevere troppe richieste di visite preoperatorie o di presenze anestesiologiche non dovute. Piovella è stato chiaro: “Coloro che subiranno complicazioni a seguito dell’intervento di cataratta effettuato senza l’assistenza o la presenza dell’anestesista in sala operatoria potranno rivolgersi alla magistratura”.

26 MAG - Continua il botta e risposta tra anestesisti e oculisti. I primi, all’inizio del mese di maggio, attraverso Aaroi-Emac, Siaarti e Siared, che insieme rappresentano i Medici Anestesisti Rianimatori Italiani, avevano denunciato di ricevere troppe richieste di visite preoperatorie o di presenze anestesiologiche non dovute. Gli oculisti avevano ribattuto di agire nel pieno rispetto delle linea guida Assistenza Anestesiologica in chirurgia oftalmica, redatte con il benestare degli stessi anestesisti.
 

Ora, gli oculisti sono pronti a continuare la loro battaglia scientifica, morale e deontologica, affinché gli anestesisti si facciano carico dei pazienti, garantendo la loro presenza in sala operatoria. Una battaglia così importante che, tramite il presidente Matteo Piovella, la Società degli oculisti italiani (Soi) fa sapere che “verrà fornita assistenza gratuita ai pazienti che sono stati operati senza che vi fosse l’anestesista al loro fianco in sala operatoria. In tali casi, la responsabilità per le eventuali complicanze emerse durante le operazioni di cataratta saranno direttamente imputabili alle strutture sanitarie in cui sono avvenuti gli interventi”.
 
Ed è per questo che Soi si pone a fianco dei cittadini: “per far valere i loro diritti - ha spiegato - nei confronti di chi, per risparmiare, non ottempera a quanto dovuto”. La Soi ha depositato un esposto presso gli ordini dei medici competenti con la richiesta di sottoporre a procedimento disciplinare i presidente delle Società scientifiche che rappresentano glli anestesisti.
 
Nello stesso tempo, la Soi ha inviato una circolare informativa ai presidenti e assessori regionali proprio per specificare che se manca l’anestesista nelle sale operatorie di oculistica sarà l’ospedale a pagare i danni, cosi come sostenuto dalla normativa sulla responsabilità professionale.
 
La sentenza della Corte di Cassazione
La posizione del presidente Matteo Piovella è chiara: “se le Direzioni Generali degli ospedali pubblici decidono, per ragioni economiche, volontariamente, di non garantire questo servizio ne risponderanno direttamente. Sul punto - ha aggiunto - la Corte di Cassazione si è espressa in modo molto chiaro: perché ci sia una responsabilità civile diretta e personale del funzionario pubblico, nel nostro caso il Direttore Generalee, in caso di violazione dei diritti di terzi (dei pazienti), a norma dell’art.28 della Costituzione, non è necessario che vi sia ‘l’abuso delle funzioni di ufficio per il perseguimento di interessi personali, essendo sufficiente l’imputabilità almeno colposa dell’atto dannoso al pubblico amministratore dipendente’ (Corte Cass. 1890/2000)”.
 
Ai pazienti va garantita la sicurezza dell'intervento
Ma non basta. Piovella precisa : “noi lo abbiamo detto e lo abbiamo scritto in modo chiaro e certo: la legge prevede che solo gli anestesisti possono visitare il paziente e decidere quale sia il tipo di anestesia più adeguato. Inoltre, devono essere presenti in sala operatoria per fronteggiare le eventuali difficoltà anestesiologiche. Avendo volontariamente deciso di omettere questo servizio, la loro responsabilità sarà particolarmente grave e rilevante. La sicurezza dell’intervento deve essere perseguita nell’interesse del paziente da parte di tutti, operatori e medici – ha continuato il presidente - La tranquillità di un operazione alla cataratta si realizza anche mediante l’insieme di tutte le attività finalizzate alla prevenzione e alla gestione del rischio connesso all’operazione e questo passa attraverso l’assistenza e la collaborazione tra medico oculista e anestesista: il tutto secondo quanto previsto dalla legge”.
 
“Se viene meno questo connubio – ha specificato Piovella - il rischio diventa elevato e paziente e chirurgo possono subire un danno. La cataratta è, e rimane, un intervento chirurgico in cui si possono verificare gravi complicanze perioperatorie e che richiede la presenza dell'anestesista per essere condotto in massima sicurezza per il paziente. La chirurgia per l’estrazione del cristallino opacizzato, la cataratta, appunto, non è dunque un’operazione di chirurgia a bassa complessità. Al contrario, è un intervento chirurgico maggiore”.
 
La cataratta: un'operazione delicata e diffcile
“Il fatto che venga eseguita con frequenza e successo in tutta Italia dai medici oculistici – ha spiegato il presidente - non deve farla declassare a mero intervento routinario. Si pensi solo all’insostituibile attività del medico oculista, che è contemporaneamente impegnato con tutti i quattro arti, braccia e piedi, a lavorare in uno spazio di 3 mm utilizzando un microscopio operatorio a 10 ingrandimenti con l’obbligo di preservare integra la capsula posteriore che presenta uno spessore di soli 4 micron.Il tutto utilizzando una anestesia locale che non limita i movimenti oculari volontari o involontari”.
 

“E’ facile comprendere – ha commentato ancora Piovella - quali potrebbero essere le possibili conseguenze per la vista del paziente: basta che la sua inadeguata sedazione provochi un movimento inappropriato. Il medico oculista, quale capo della équipe chirurgica è, pertanto, responsabile dell’operazione chirurgica che si appresta ad eseguire e delle eventuali carenze, nonché della insufficienza degli esami e valutazioni pre ed intra operatorie: soprattutto come nel caso in esame, quando è la stessa legge a richiedere che siano eseguite da uno specialista”.
 
Per Piovella “Sembra che i rappresentanti degli anestesisti italiani non vogliano cogliere una questione molto rilevante: per legge il medico, e con lui la struttura sanitaria, deve garantire al proprio paziente la migliore cura, senza che questioni economiche possano influire sulle sue scelte e sulle conseguenti responsabilità. Sempre la giurisprudenza più e più volte ci ha ricordato come sorga responsabilità sia in capo direttamente all’anestesista - che non ha reso la sua prestazioni, per carenze di valutazioni o perché assente dalla sala operatoria - sia del capo équipe che non ha valutato la presenza di tutte le risorse necessarie per il buon esito dell’operazione”.
 

“Quindi –ha specificato Piovella - ognuno esegua il proprio compito: così come previsto dalla legge che rimette all’anestesista, e solo all’anestesista, questo tipo di valutazioni. Allo stesso modo, come già evidenziato, i responsabili della struttura sanitaria non possono assecondare scelte così rilevanti per mere convenienze economiche: non possono non assumere posizione e decisioni conseguenti pensando, in questo modo, di esimersi dall’assumersi responsabilità dirette”.
 

“Ecco perché ancora una volta la Soi insiste nel chiedere che venga fatta la presa in carico del paziente da parte del medico anestesista prima delle operazioni di chirurgia oculistica e ribadisce che tutti i medici oculisti operanti nelle strutture non potranno essere ritenuti responsabili di eventuali esiti nefasti dell’operazione causati dalla mancata partecipazione ad essa del medico anestesista .Pertanto – ha concluso il presidente la Soi e l’Asmooi non esiteranno a fare tutto quanto risulterà necessario all’affermazione dei diritti: dei cittadini, degli oculisti e degli anestesisti italiani”.

26 maggio 2017
© Riproduzione riservata

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