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Ecco il nuovo Codice deontologico degli infermieri: “Fondamentali l’interazione e l’integrazione intra e inter professionale”


Dopo sette anni da quello del 2009, presentata oggi ai presidenti dei 103 Collegi provinciali Ipasvi la prima stesura del nuovo Codice deontologico. Il denominatore e l’obiettivo comune dei 40 articoli che compongono il nuovo testo sono il bene e il rispetto della persona assistita, della sua volontà e dei suoi diritti, privacy compresa e della sua famiglia. Mangiacavalli: "Abbiamo tenuto conto dell'evoluzione della professione, sia sotto il profilo giuridico che dello status e delle competenze". IL TESTO 

26 NOV - Le regole della professione degli infermieri si aggiornano: dopo sette anni da quello del 2009 è stata presentata oggi ai presidenti dei 103 Collegi provinciali la prima stesura del nuovo Codice deontologico che farà da guida alla professione nei prossimi anni.
 
Le sue caratteristiche sono massima trasparenza e condivisione, anche perché, come specificano le disposizioni finali, le norme contenute nel Codice sono vincolanti e negli ultimi anni sono state utilizzate anche come strumento giuridico dalla Magistratura. La loro inosservanza è sanzionata dal Collegio professionale: avvertimento, censura, sospensione fino a sei mesi e radiazione sono i rischi per chi non rispetta le regole deontologiche della professione.
 
Il denominatore e l’obiettivo comune dei 40 articoli che compongono il nuovo testo sono il bene e il rispetto della persona assistita, della sua volontà e dei suoi diritti, privacy compresa e della sua famiglia. Come specificato fin dai primi articoli infatti: “L’infermiere persegue l’ideale di servizio orientando il suo agire al bene della persona, della famiglia e della collettività”. Non solo: “L’infermiere cura e si prende cura, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’uguaglianza della persona assistita, delle sue scelte di vita e della sua concezione di salute e di benessere”.


Tra le maggiori novità del codice, quelle che riflettono il nuovo ruolo professionale sia a livello di management che clinico, assunto dagli infermieri all’interno delle strutture sanitarie, sul territorio e anche nella libera professione. L’infermiere “partecipa al governo clinico, promuove le migliori condizioni di sicurezza della persona assistita, fa propri i percorsi di prevenzione e gestione del rischio e aderisce alle procedure operative, alle metodologie di analisi degli eventi accaduti e alle modalità di informazione alle persone coinvolte”. Inoltre, se l'organizzazione chiedesse o pianificasse attività assistenziali, gestionali o formative in contrasto con i propri principi e valori e/o con le norme della professione, l’infermiere proporrà soluzioni alternative e se necessario si avvarrà della clausola di coscienza.

Il nuovo Codice già inquadra la crescita professionale in vista con il nuovo contratto e prevede che l’infermiere agisce sulla base del proprio livello di competenza e ricorre, se necessario, all'intervento e/o alla consulenza di infermieri esperti o specialisti, presta consulenza ponendo le sue conoscenze e abilità a disposizione della propria, delle altre comunità professionali e delle istituzioni. Ma riconosce anche che l'interazione e l'integrazione intra e inter professionale sono fondamentali per rispondere alle richieste della persona. E l’infermiere inoltre ha anche l’obbligo di concorrere alla valutazione del contesto organizzativo, gestionale e logistico in cui si trova la persona assistita e formalizza e comunica il risultato delle sue valutazioni.

Tra le previsioni del Codice, l’educazione sanitaria per i cittadini e la promozione di stili di vita sani, la ricerca e la sperimentazione, ma anche, per gli infermieri, gli obblighi di formazione e di educazione continua, argomento questo che per la prima volta entra a pieno titolo in un Codice deontologico.

Poi, l’infermiere è garante che la persona assistita non sia mai lasciata in abbandono, se rileva privazioni o maltrattamenti li segnala all’autorità competente e si attiva perché ci sia un rapido intervento. E dal punto di vista professionale denuncia e segnala assieme al Collegio, l’abusivismo e le attività di cura e assistenza prive di basi e riscontri scientifici e/o di risultati validati.


Nel Codice c’è un chiaro riferimento alla comunicazione, anche informatica: correttezza, rispetto, trasparenza e veridicità sono obblighi che l’infermiere deve rispettare.

Un capitolo importante è anche quello del fine vita: l’obbligo deontologico è di assistere la persona fino al termine della vita, tutelandone la volontà di porre dei limiti agli interventi che ritiene non siano proporzionati alla sua condizione clinica o coerenti con la concezione di qualità della vita e sostiene i familiari e le persone di riferimento nell'evoluzione finale della malattia, nel momento della perdita e nella fase di elaborazione del lutto.

“Il Codice Deontologico – sottolinea la presidente Ipasvi Barbara Mangiacavalli - è un criterio guida per l’esercizio professionale dell’infermiere che deve tenere conto della sua evoluzione sia sotto il profilo giuridico che dello status e delle competenze professionali. La deontologia e l’etica sono quotidiane e derivano dalle esperienze quotidiane. L’infermiere oggi è un professionista della salute al quale ogni cittadino si rivolge in un rapporto diretto confidando nell’opportunità di ricevere un’assistenza professionale, pertinente e personalizzata. Il nuovo Codice deontologico rappresenta, per l’infermiere, uno strumento per esprimere la propria competenza e la propria umanità, il saper curare e il saper prendersi cura. L’infermiere – prosegue - deve dimostrare di saper utilizzare strumenti innovativi per una gestione efficace dei percorsi assistenziali e l’applicazione dei principi deontologici completano le competenze e permettono all’infermiere di soddisfare non solo il bisogno di ogni singolo paziente, ma anche il bisogno del professionista di trovare senso e soddisfazione nella propria attività”.


“Il Codice – aggiunge Mangiacavalli - è anche una guida e una regola per garantire la dignità della nostra professione e per questo va rispettato e seguito da tutti. E per questo abbiamo scelto anche la strada del confronto e della consultazione pubblica con tutti coloro i quali vorranno intervenire, suggerire, proporre idee e soluzioni per far crescere ancora la nostra professione. Il Codice – conclude - è per gli infermieri e degli infermieri. Li rappresenta e li tutela e mette nero su bianco la loro promessa di prendersi cura fatta da sempre ai cittadini”.


L’iter prevede, dopo la prima lettura da parte dei presidenti dei Collegi, riferimento territoriale della professione, del testo predisposto dalla Commissione ad hoc della Federazione anche con il supporto di esperti esterni (avvocato, magistrato eticista), una consultazione pubblica con i 440mila iscritti nei primi mesi del 2017, secondo le regole (linee guida) e le raccomandazioni dettate dalla Funzione pubblica. Saranno interrogate anche le associazioni infermieristiche e i cittadini. I Collegi provinciali trasmetteranno poi alla Federazione la rielaborazione del materiale e dei suggerimenti pervenuti, per giungere all’approvazione definitiva e all’entrata in vigore delle nuove regole che governeranno i prossimi anni della professione infermieristica.

26 novembre 2016
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