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“Sul capitale in farmacia abbiamo dato battaglia. Chi critica ha memoria corta”. Annarosa Racca (Federfarma) al contrattacco


La presidente della Federazione dei titolari replica alle critiche di alcune federazioni provinciali sul tetto del 20% al capitale del Ddl Concorrenza. “Chi pensa che quel 20% ci renda felici prende un granchio colossale”. E poi sottolinea: “Federfarma non è un vascello senza nocchiero”.

27 LUG - “Chi oggi mi critica sul ddl concorrenza dovrebbe riavvolgere il nastro e rivedersi le puntate passate”. Sono le parole con cui la presidente di Federfarma, Annarosa Racca, replica alle critiche degli ultimi giorni (vedi ultima Assemblea) pervenute soprattutto da alcune Federazioni provinciali (Lecce, Brindisi e Taranto)  e in seconda battuta da quattro associazioni siciliane, Agrigento, Caltanissetta, Siracusa e Trapani in merito all’ingresso delle società di capitale in farmacia.
 
Nella sua replica, affidata ad un’intervista su Federfarma.it la presidente parla di “normale dialettica interna, come accade in tutti i sindacati quando si affrontano eventi epocali come quelli che stanno vivendo i titolari di farmacia. Qualcuno ha parlato di vertici in difficoltà, di Federazione che perde i pezzi. Fermiamoci ai numeri che non si sbaglia mai: le associazioni pugliesi che hanno sottoscritto il comunicato sono tre sulle sei della loro regione, le Federfarma siciliane quattro su nove”.
 
Racca ricorda poi come “due settimane fa la mia relazione ha ricevuto il sostegno della larghissima maggioranza dell’assemblea, siciliani compresi, che ha approvato linea e interventi portati avanti dal sindacato sul ddl concorrenza. Vorrei sapere dov’erano quel giorno i contestatori che oggi criticano l’azione della presidenza. O dov’erano nelle assemblee precedenti, perché non c’è stata seduta – da quando il governo ha partorito il ddl – in cui io non abbia aggiornato i delegati sull’andamento dell’iter parlamentare e sulle iniziative della Federazione. E non solo le mie relazioni sono state sempre approvate a larga maggioranza: diversi presidenti – anche di Regioni a me non proprio vicine – sono intervenuti per esprimere apprezzamento per il lavoro che si stava conducendo. Insomma, Federfarma non è un vascello senza nocchiero come qualcuno sostiene”.

Rispetto all’accusa,  di avere presentato come una vittoria un emendamento sulle catene che con quel 20% serve a poco o nulla la presidente replica : “Falso. Chi pensa che quel 20% ci renda felici prende un granchio colossale. Se fosse, non avremmo sostenuto emendamenti – come quello Schifani, Bianconi, Chiavaroli, Mancuso e De Poli – che limita al 10% il numero delle farmacie controllabili a livello regionale da ogni società. O quello, presentato sempre dagli stessi firmatari, che fissa un tetto comunale al 20%, regionale al 10 e nazionale al 5%. Chi ci accusa di non aver lottato non sa di che cosa parla o è in malafede”.

“Il Governo ha fatto muro – ricorda Racca - . Come lo ha fatto su tutti i nostri emendamenti diretti a preservare la maggioranza delle società di capitale nelle mani dei farmacisti”.

E poi la presidente parla anche dello sbarco del Ddl in Aula. “Quando il ddl arriverà in aula al Senato, a settembre, ci rimetteremo al lavoro. Anche qui, però, c’è qualcuno che ha già dimenticato: noi non combattiamo su un solo fronte, quello del capitale; alle nostre spalle incombe sempre un’altra minaccia, la gdo che vuole la fascia C. Emendamenti per la deregulation dei farmaci con ricetta sono stati presentati in tutte le tappe dell’iter parlamentare, costringendoci a spendere tempo e attenzione su due fronti. Sarà così anche in aula a settembre e poi, in autunno, alla Camera, per il voto in terza lettura”. 

27 luglio 2016
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