Assicurazioni troppo care per i giovani medici. Gelli (Pd): “Con nuova legge su responsabilità professionale notevole abbassamento tariffe”
di Marco Gardani e Federico Gelli
Un giovane chirurgo ci scrive: “Oramai nella nostra professione il premio annuale richiesto dalle compagnie assicurative è di circa 6000-10000 euro. Costi inaccessibili considerati i nostri stipendi di 800-1200 euro al mese”. Gli risponde il responsabiule sanità del Pd e “padre” del ddl sulla responsabilità professionale oggi all'esame del Senato: “Con nuova legge ci sarà obbligo di assicurazione solo per eventuale azione di rivalsa e le tariffe dei premi scenderanno a poche centinaia di euro l'anno”
30 APR -
Gentile direttore,
le chiedo uno spazio per segnalare una problematica che affligge tanti giovani colleghi medici specializzati in chirurgia: il costo delle assicurazioni professionali. Oramai nella nostra professione il premio annuale richiesto dalle compagnie assicurative è di circa 6000-10000 euro, a seconda del massimale, dell'assenza o meno dell'odiosa franchigia, dell'età del professionista, della tipologia di chirurgia effettuata.
Questa polizza risulta indispensabile per poter lavorare in qualsiasi struttura ospedaliera. Considerando che la retribuzione media dei giovani medici chirurghi, assunti con contratti di ricerca/dottorati/libero professionali, si aggira sulle 800-1200 euro mensili, la domanda sorge spontanea: come può un neo specialista, che dopo innumerevoli sacrifici economici, personali e famigliari (11-12 anni di formazione universitaria, tasse, libri, costi aggiuntivi per colleghi fuori sede, aggiornamenti/congressi non coperti dai fondi degli atenei) garantirsi una qualità di vita quantomeno accettabile, se il costo richiesto per poter esplicare la propria attività lavorativa quotidiana (partita iva, cassa previdenza medici, ordine dei medici, corsi di formazione obbligatoria continua, rc professionale) supera di gran lunga lo stipendio netto annuale?
Inaccettabile è l'assoluto disinteresse delle istituzioni, dei sindacati di categoria e ordini professionali, che nonostante abbiano l'obbligo e il dovere di tutelare i propri iscritti (inciso: per esercitare la professione medica la sottoscrizione all'ordine è obbligatoria!) non ricercano soluzioni sostenibili.
Le difficoltà economiche generalizzate non sembrano consentire un incremento retributivo ma si dovrebbe almeno agire sulla riduzione dei costi.
Spero che questa mia missiva possa sensibilizzare chi di dovere ed essere lo spunto per una seria discussione su una problematica che sta costringendo tanti giovani colleghi a rinunciare all'esercizio della professione o ad emigrare all'estero, dove sussistono migliori condizioni contrattuali.
Dott. Marco Gardani
Gentile direttore,
raccolgo lo sfogo del giovane chirurgo che, giustamente, si lamenta dell’eccessivo costo delle assicurazioni professionali a loro carico. Si tratta di una problematica reale che comporta un grave impatto sulle vite di quei giovani che, dopo aver passato oltre 10 anni a studiare e formarsi, si trovano in una condizione lavorativa che permette loro una sostenibilità economica.
Con il disegno di legge sulla responsabilità professionale, attualmente all’esame della commissione Sanità del Senato, del quale sono stato relatore per la commissione Affari Sociali, tentiamo di dare risposte anche a problematiche come quelle segnalate dal dott. Gardani.
In particolare, all’articolo 10 si spiega come, a seguito della conversione in legge del testo, l’esercente la professione sanitaria operante a qualunque titolo in aziende del Servizio sanitario nazionale, in strutture o in enti privati, dovrà provvedere alla stipula di un’adeguata polizza di assicurazione unicamente al fine di garantire efficacia alla possibile azione di rivalsa da parte dell’Aziende a suo carico. Il ddl, infatti, possiamo dire che 'indirizzi' le possibili richieste risarcitorie dei pazienti verso la struttura piuttosto che sul professionista.
Si tratta dunque di una responsabilità limitata rispetto ad oggi che, grazie anche all'introduzione di un tetto massimo del danno risarcibile e al combinato disposto delle tabelle risarcitorie che potranno essere mutuate da quelle previste dal ddl concorrenza, potrà portare ad un calmieramento dei prezzi con un notevole abbassamento dei costi a carico dei professionisti. Secondo alcune simulazioni il costo delle coperture assicurative potrebbero infatti arrivare ad aggirarsi intorno ai 50 euro l'anno per gli infermieri e ai 250 euro annui per i medici.
Dunque un sostanzioso peso in meno sulle spalle di questi medici che potrà avvantaggiare, in particolare, proprio quei giovani che sempre più si rivolgono all’estero per poter trovare condizioni lavorative migliori rispetto a quelle che hanno qui da noi.
Federico Gelli
Responsabile sanità Pd
Componente della commissione Affari Sociali
Presidente della commissione d'inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti
30 aprile 2016
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