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Inchiesta/2. Rinnovo del contratto dei collaboratori di farmacia. Parlano Cgil, Cisl e Uil


Dopo l'intevista con il coordinatore della commissione contratti di Federfarma e in vista della ripresa delle trattative per il rinnovo del contratto dei dipendenti delle farmacie private abbiamo ascoltato i rappresentanti dei sindacati confederali. La trtattativa si apre in un clima di incertezza anche a causa dell’ulteriore contrazione dei margini delle farmacie provocata dal recente tagli del prezzo dei generici.

15 APR - Il primo, vero appuntamento tra i sindacati confederali e la Federfarma, per le trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro dei dipendenti delle farmacie private, è in programma lunedì prossimo 18 aprile. Da quella data, dunque, si comincerà “a fare sul serio”. Ma già da adesso appare del tutto evidente che il clima generale nel quale comincia il confronto, non è dei migliori. Tra i principali elementi di “disturbo” c’è sicuramente la delibera dell’Aifa che taglia i prezzi dei farmaci generici. Un colpo ai margini delle farmacie che non contribuisce certo a semplificare le trattative. Non va poi dimenticato che ci sono questioni ancora pendenti che hanno un’incidenza sul rinnovo del contratto nient’affatto residuale: stiamo parlando dell’avvio della farmacia dei servizi ma anche del rinnovo della Convenzione e della revisione del meccanismo di remunerazione della farmacia. Tutti fattori strettamente connessi. E che,  a loro volta, non potranno non pesare sulle scelte da adottare intorno al tavolo Sindacati/Federfarma.

Ce lo conferma Dario Campeotto della Fisascat Cisl: “Le ultime misure governative sul settore dei farmaci generici, avranno senza dubbio un ottimo effetto sul contenimento della spesa – afferma –  ma vanno a intaccare notevolmente dei margini che negli ultimi anni si sono davvero assottigliati in maniera preoccupante. La farmaceutica, insomma continua a fare la parte della “gallina dalle uova d’oro”. Ma forse sarebbe stato necessario adottare misure più eque: ricorrere a tagli drastici non sempre è la soluzione migliore e forse sarebbe stato auspicabile operare una riforma complessiva del sistema, ricordando che la farmacia, anche alla luce del decreto legge sulla farmacia dei servizi e dei decreti attuativi emanati dal ministero della Salute, si avvia ad assumere un ruolo sempre più importante come centro di salute per i cittadini sul territorio.  Insomma, il taglio dei prezzi dei farmaci generici non renderà affatto più semplice il nostro impegno, soprattutto per quanto riguarda la parte economica. E non si dimentichi che – è una costante in queste trattative – ci sono sempre difficoltà generalizzate per far accettare l’introduzione di novità come quelle che andremo a proporre sul piano normativo: mi riferisco in particolare a questioni come l’attivazione dell’assistenza sanitaria integrativa, la previdenza integrativa ma anche la contrattazione decentrata. Sono questioni che andranno affrontate con un grande spirito di collaborazione da parte di tutti”.

Proprio su questi ultimi temi si sofferma Antonio Vargiu, della Uiltucs Uil. “Più che sulla parte economica sono gli elementi normativi dei contratti quelli sui quali si sono più spesso incagliate le trattative con la Federfarma – ricorda – e questa volta i nodi da sciogliere sono davvero importanti per la generalità dei dipendenti. A cominciare dall’assistenza sanitaria integrativa, per la quale l’Ente bilaterale ha realizzato un’indagine conoscitiva convocando diversi rappresentanti di organismi che se ne occupano. Credevamo di aver gettato le basi per rendere esecutiva una decisione già presa in ordine all’attivazione di questo fondo. Ma abbiamo assistito a un continuo rinvio: formalmente i termini entro i quali realizzare questa previsione sarebbero già scaduti. Ma nella sostanza non si sa quando riusciremo davvero a darle attuazione”. “Peggio ancora per quanto riguarda la previdenza integrativa – riprende – nella quale è entrata in gioco anche l’ingresso nel Fondo Crediprof in Fonte, il Fondo di previdenza integrativa del terziario. Un atto sul quale hanno pesato sia la scarsità delle adesioni al Fondo, sia le indicazioni della Covip (la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, ndr.). La posizione di Federfarma che non indica un Fondo preciso al quale i dipendenti possano fare riferimenti, potrebbe far inceppare questo meccanismo, soprattutto sul piano della sua gestione. Sul tappeto ci sono poi ancora le questioni relative alla crescita dell’Ente bilaterale e quelle estremamente rilevanti sulla contrattazione decentrata che Federfarma non vede affatto di buon occhio. Noi non pensiamo di sederci al tavolo solo per ottenere benefici sul piano economico: vorremmo piuttosto dar vita a un contratto che, nella sua parte normativa, sappia dare risposte concrete al tutte le esigenze importanti del lavoratore”.  
 
Sulla questione della contrattazione di secondo livello, quella decentrata, torna Cristian Sesena, della Filcams Cgil. “Crediamo che l’Ente bilaterale possa fare molte cose positive. Ma non può certo sostituirsi alla contrattazione decentrata, un tema che sta a cuore a tutte le organizzazioni sindacali. Fedefarma mostra di considerarla come un fattore di aumento di costi. Per noi, invece, è un momento attraverso il quale molti problemi specifici di un territorio, di una regione, possono trovare soluzione. Nessuno in un contesto come l’attuale, in una realtà come quella della farmaceutica, pensa di andare nelle Regioni italiane a presentare piattaforme rivendicative  per aumentare i costi. Dove ci siano le condizioni per ottenere benefici maggiori sul piano economico cercheremo ovviamente di farlo. Ma l’obiettivo principale è quello di affrontare e risolvere i problemi lì dove questi si manifestano. E qui l’Ente bilaterale può svolgere una utile funzione di supporto. Anche per quanto riguarda gli elementi del welfare integrativo (assistenza sanitaria e previdenza) crediamo che proporre ai nostri iscritti opzioni che offrano il massimo delle garanzie e il massimo della tutela sia un fatto importante, anche se ciascuno resta libero di scegliere. Ritengo infine importante questo contratto perché potrebbe essere un’occasione importante per metter mano alla classificazione dei livelli contrattuali: considerando che la farmacia degli anni a venire vedrà un ingresso sempre più accentuato di professionalità e specializzazioni, riteniamo di dover affidare all’Ente bilaterale una ricognizione sui bisogni formativi ma anche di costituire un “osservatorio” che, anche nel corso della vigenza del contratto, permetta di apportarvi modifiche qualora le condizioni di lavoro all’interno della farmacia cambino in funzione dei cambiamenti del contesto in cui la stessa farmacia opera”.

15 aprile 2011
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