Morti materne. Ostetriche: “In Italia dati mortalità tra i più bassi al mondo. Ma ancora troppe differenze tra le Regioni”
Per la Federazione nazionale dei Collegi delle ostetriche il percorso nascita in Italia pecca ancora di "disomogeneità dei comportamenti, di eccessiva parcellizzazione dell'assistenza, di carenze organizzative e di dotazione di ostetriche". La società scientifica Syrio chiede di far parte delle task force istituzionali: "Ostetriche possono offrire un importante contributo al miglioramento della sicurezza nell'area materno-infantile”.
07 GEN - “In Italia, malgrado ci siano esempi di eccellenza nell’assistenza ostetrica e neonatale, occorre fare di più per omogenizzare le tipologie di assistenza ed il livello organizzativo dei punti nascita”. Così la Federazione nazionale dei Collegi delle ostetriche (Fnco) interviene sulle numerose morti materne delle ultime settimane sottolineando, comunque, che “a fronte di questi dolorosissimi eventi, l'Italia risulta essere fra i primi paesi al mondo, per il basso tasso di mortalità materna in linea ad altri paesi dell'Unione Europea, con circa dieci casi ogni 100.000 bambini nati vivi. L’Italia ha messo in campo una serie di azioni per prevenire e ridurre i rischi di grave morbilità e mortalità materna/neonatale”.
La Fnco ricorda quindi come l'Istituto Superiore di Sanità abbia predisposto per alcune regioni d'Italia, già dal 2010, un progetto pilota per la sorveglianza “Sorveglianza della mortalità materna”. “Il progetto che presto verrà esteso sul territorio nazionale, volto a monitorare l'andamento della mortalità materna ed identificare i suoi determinanti è finalizzato ad individuare le criticità, migliorare la qualità e la sicurezza dell'assistenza a gravidanza, parto e puerperio in modo da ridurre al minimo la mortalità e la grave morbosità materna evitabile”, evidenzia la Fnco che, “a fronte di situazioni ostetrico/neonatali tutt’oggi non prevedibili e non prevenibili”, sottolinea come sia necessario, in Italia, “implementare le linee guida e la divulgazione delle best practice sia verso l’adeguamento dei punti nascita agli standard per la sicurezza”.
“Sulla base dei dati dell’ultimo piano nazionale esiti (PNE) l’inappropriatezza si associa ad una grande disparità di esito rispetto alle cure ostetrico-neonatali, con ancora troppe differenze fra regioni del centro nord e quelle del centro sud. Un’Italia a macchia di leopardo, dove in alcuni punti nascita si possono riscontrare carenze strutturali e/o di personale, a scapito degli standard di sicurezza considerati di riferimento dalle Linee Guida”, chiarisce la Presidente FNCO
Maria Vicario.
La Fnco sottolinea, peraltro, come “dalle evidenze scientifiche più accreditate risulta che gli outcome materni e neonatali migliorano con l’adozione di modelli assistenziali in grado di assicurare una presa in carico precoce e continuativa della gestante ma nel nostro Paese il percorso nascita risulta ancora caratterizzato dalla discontinuità per disomogeneità dei comportamenti, eccessiva parcellizzazione dell'assistenza, carenze a livello di organizzazione dei servizi e di dotazione di ostetriche che con dell’applicazione dei nuovi orari di lavoro, diverrà sempre più insufficiente compromettendo, in alcuni casi, l'adeguamento all'indicatore di appropriato per le cure ostetriche "per una donna una ostetrica" (modello assistenziale ono to one)”.
“È necessario – conclude Vicario - che i decisori amministrativi ed i politici guardino con più interesse i servizi per la maternità investendo sul loro futuro in modo da assicurare l'appropriatezza organizzativa dell'assistenza e presa in carico e continuità delle cure alle donne durante tutto il percorso perinatale”.
Dalla Società di Scienze ostetrico-ginecologico-neonatali Syrio arriva invece la richiesta di poter collaborare “con le Istituzioni, le società scientifiche e i rispettivi organismi di competenza della Camera, del Senato, del Ministero della salute e dell’Istituto Superiore della Sanità” per “un approccio multiprofessionale alla riduzione degli eventi avversi in ostetricia”. Lo afferma in una nota la presidente
Miriam Guana, che spiega come in particolare “Syrio si propone di partecipare a Task force ministeriali, alla realizzazione di indagini e studi epidemiologici sul percorso nascita affinché un maggior livello di sicurezza garantito alle donne possa coniugarsi, sulla base delle migliori evidenze scientifiche disponibili, con la strutturazione di percorsi e di modelli organizzativi adeguati ad assicurare ‘la salute della madre e del neonato, con il minor livello possibile di intervento compatibile con la sicurezza’, come indicato dall’OMS”.
La Presidente Miriam Guana ritiene, infatti, che “le ostetriche, quali garanti della promozione/tutela della salute delle donne e dei loro bambini, possano offrire un livello di competenza appropriata ai bisogni di cura nei diversi livelli di necessità ed offrire un contributo al miglioramento della sicurezza e della gestione del rischio clinico dell'area materno/infantile”.
“Una riflessione sul tema – conclude Guana - crediamo non possa prescindere dal coinvolgimento dell’Ostetrica/o e sulla base di questo presupposto Syrio intende chiedere un’audizione al Ministro della Salute affinché sia assicurato un approccio multidisciplinare e multiprofessionale alla riduzione degli eventi avversi in ostetricia”.
07 gennaio 2016
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